Il prezzo del petrolio secondo Ulderico Pesce
Splendido lavoro teatrale sulla questione del greggio in Basilicata. Un testo di denuncia sul Centro Olio di Viggiano dell’Eni che diventa metafora di un’umanità in bilico fra vecchio e nuovo modello energetico
Petrolio. Il titolo, messo lì, inevitabilmente ne richiama un altro, quello del romanzo di Pier Paolo Pasolini abbozzato, uscito postumo e privo (misteriosamente?) del capitolo sull’Eni. Fra l’opera incompleta di Pasolini e lo spettacolo di Ulderico Pesce, appena passato al Teatro India di Roma, trascorrono alcuni decenni. Ma il tema controverso di un’economia – e di una società – fondata sullo sfruttamento di questa risorsa fossile rimane di stringente attualità, forse anche di più.
“Petrolio” di Pasolini matura a cavallo della crisi del Kippur, negli anni della crisi energetica, i giorni dell’austerity, quando tutti eravamo costretti ad are in giro a piedi la domenica perché non c’era carburante a sufficienza nemmeno per i mezzi pubblici e i programmi televisivi, per decreto, finivano prima la sera per risparmiare qualche briciola di energia.
“Petrolio” di Ulderico Pesce, invece, raccontando il tormentato rapporto tra sfruttamento petrolifero e sviluppo economico della Basilicata, intesse un racconto che ha una valenza di realtà, come un documentario che entra nella vita delle famiglie e delle imprese. Ma anche di allegoria, dove il conflitto lavoro-ambiente-salute è il conflitto che la nostra società è costretta a vivere a livello globale.
Giovanni, il personaggio che Pesce interpreta, lavora come addetto alla sicurezza dei serbatoi esterni del Centro Olio di Viggiano, vive con la moglie e la figlia Maria nella frazione di Le vigne. Dal suo terrazzino vede, giorno e notte (in una notte sempre illuminata), la fiamma dell’impianto Eni che da decenni brucia il pericolosissimo H2S (acido solfidrico ), tant’è che Maria si è ammalata di cancro. In più, Giovanni ha scoperto una falla in uno dei serbatori dell’impianto in cui lavora. La falla rilascia da mesi, forse anni, greggio direttamente nel terreno arrivando ad inquinare le acque del bacino artificiale della Diga del Pertusillo, che raccoglie acqua da utilizzare a scopi idrici per la Puglia e per la stessa Basilicata nel Metapontino.
La coscienza gli dice di denunciare tutto questo ma la ragione – e forse la disperazione – lo porta a considerare che con la sua accusa l’impianto chiuderà, gli operai (lui compreso) perderanno il lavoro, la potente industria petrolifera cesserà di finanziare l’università in cui Maria studia e il centro per i tumori nel quale Maria dovrà curarsi. Per di più quella svolta avvenuta negli anni Novanta, quella «vincita all’Eni-lotto» come la chiama Pesce, non ha creato né l’occupazione promessa né la ricchezza diffusa, nonostante alcune opere di mecenatismo sulle quali lo spettacolo irride, rivelandone lo scopo tutt’altro che filantropico.
L’approfondimento di Tv2000
Che cosa fare allora? La scelta di Giovanni sarà quella giusta? Può esserci una scelta priva di conseguenze?
Senza svelare nulla su come deciderà di agire Giovanni-Ulderico, ci si trova di fronte a un testo di grandissima forza che non solo denuncia ma riesce a condurre il pubblico in uno stato di confusione e ansietà, rendendolo incapace di uscire dalla sala senza riconoscere nel dilemma di Giovanni quello che il progresso ci impone di fronte alla svolta energetica, necessaria e non più procrastinabile.
Ma c’è un altro nodo che “Petrolio” evidenzia, vale a dire la fragilità dell’uomo solo di fronte a scelte di questa portata. Giovanni non condivide con nessun altro il peso del suo dilemma: né con i colleghi, né con la moglie e arriva a nascondere, per troppo amore, persino la malattia alla figlia. Siamo dunque noi, in un gioco di specchi, i suoi confidenti e i suoi alleati.
Se vogliamo, potremmo cogliere la scrittura di Ulderico Pesce come un messaggio in una bottiglia che avverte l’umanità. La messa in scena è minimalista e grandiosa allo stesso tempo, perché bastano solo poche e ben dosate basi musicali, qualche immagine e qualche punto di luce per supportare una recitazione che riesce a passare dalla comicità alla tragedia, dallo humor nero alla compassione rendendo la vicenda di un uomo quella di un’umanità affacciata sul baratro.
Lo spettacolo si rappresenta da qualche anno ormai, ma la questione lucana è ancora lì. E oggi che Matera si veste a nuovo come Capitale della cultura diviene ancora più emblematica. Alla fine della rappresentazione Pesce ci tiene e a precisare che i fatti raccontati «sono verità» anche se drammatizzati e invita tutti a sottoscrivere la petizione per salvare la Basilicata. Verrebbe da dire, parafrasando il Talmud: chi salva la Basilicata salva la Terra intera.
Le immagini dello spettacolo (Foto: Marco Diodati)
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“Petrolio”
di e con Ulderico Pesce
Visto al Teatro India di Roma, gennaio 2019
Prossime rappresentazioni: www.uldericopesce.it
Saperenetwork è...
- Giornalista professionista e divulgatore, cura e conduce le puntate dedicate ai temi ambientali per la trasmissione Wikiradio, in onda Rai Radio 3. Dirige il premio “Green Drop Award” realizzato insieme a Green Cross international presso la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Scrive per la rivista “Materia Rinnovabile”, occupandosi d’innovazione. Come autore televisivo ha scritto la serie d'animazione “Due amici per la Terra”, in onda su Rai3 e il documentario “Cinema & Ambiente” per Dixit scienza, su Rai Storia. È tra i curatori del rapporto annuale GreenItaly di Unioncamere. È direttore scientifico del centro studi Green Factor, cura la rubrica web quotidiana “Un giorno alla volta”, fa parte dell'ufficio di presidenza della FIMA, Federazione Italiana Media Ambientali.
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