Il chitarrista Riccardo Onori
Il chitarrista Riccardo Onori (Foto: Marco Badiani)

Riccardo Onori, una chitarra per abbattere le frontiere

Il 27 novembre Riccardo Onori, chitarrista di fama internazionale, suonerà in streaming una chitarra di legni recuperati dai relitti dei barconi approdati a Lampedusa. Il concerto è parte dell'edizione 2020 di Recò, Festival dell'economia circolare
24 Novembre, 2020
2 minuti di lettura

L’edizione 2020 di Recò, festival diffuso e multicanale completamente dedicato all’economia circolare a Prato, vedrà una performance particolare. All’interno dell’archivio Manteco, dove è custodita l’eredità dell’omonimo e storico marchio del settore tessile pratese, il 27 novembre si esibisce Riccardo Onori, storico chitarrista che vanta prestigiose collaborazioni nazionali e internazionali con artisti come Ben Harper, Mike Patton, Stefano Bollani, Giovanni Allevi, Carmen Consoli, Planet Funk, Jovanotti, che nel settembre 2018 ha pubblicato il suo primo disco solista Sonoristan.

 

Riccardo Onori e band
Riccardo Onori, Donald Renda e Leonardo Baggiani  (Foto: Marco Badiani)

Una chitarra che viene dal mare

Qual è la particolarità di questo concerto in streaming? Lo strumento. Onori, infatti, si esibisce (con lui sul palco batterista e bassista, rispettivamente Donald Renda e Leonardo Baggiani) suonando una chitarra costruita con legni recuperati dai relitti dei barconi approdati a Lampedusa tramite il progetto Mare di Mezzo, nato per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei movimenti migratori nel Mediterraneo. La chitarra, costruita dal liutaio Giulio Carlo Vecchini, è uno straordinario punto di convergenza tra economia circolare, musica e rispetto dei diritti umani.

 

 

 

Ecologia, musica e diritti umani

Onori si è detto onorato (senza giochi di parole) di suonare questo strumento: «Perché il mio lavoro, Sonoristan, è stato realizzato proprio collaborando con artisti provenienti da tutto il mondo e poi perché i miei pezzi sono nati proprio con l’intento di abbattere le frontiere, musicali e umane», spiega il musicista a Sapereambiente. La chitarra è passata in mani diverse, tra cui quelle di Santana, la cui musica è stata «uno dei motivi per cui ho iniziato a suonare», aggiunge Onori, per il quale la circolarità è sempre stata una costante di vita: «Sono cresciuto a Prato e il tema del riciclo è sempre stato presente, è un tema familiare per chi fa tessuti. E poi mi piace l’idea di riutilizzare le cose, anche in musica si fa. Si prendono dei sample, dei giri musicali e li si riutilizza, riarrangiandoli e dandogli una nuova vita».

 

Il liutaio Giulio Carlo Vecchini
Il liutaio Giulio Carlo Vecchini

Il Mare di mezzo che dà voce a chi non ce l’ha

Per tornare allo strumento, racconta il liutaio Vecchini che l’indifferenza generale verso i naufragi in mare lo ha spinto ad agire «Nell’unica forma che conosco: costruendo una chitarra». Così ha partorito l’idea di uno strumento che desse voce a chi non ce l’ha:

«Sull’isola c’è un enorme cimitero di barche – spiega il liutaio  – materiale sequestrato senza possibilità d’accesso. Grazie al supporto dell’associazione On The Move e della giornalista Flore Murard mi sono messo in contatto con Francesco Tuccio, falegname isolano, l’unico che, avendo costruito la croce a Papa Francesco, ha accesso al deposito. Gli è piaciuto il progetto e mi ha mandato i pezzi necessari alla costruzione dello strumento».

Dopo sei mesi, è nata Mare di Mezzo traduzione di Bahr Alwasat, ovvero Mediterraneo in arabo. E a Recò abbiamo l’opportunità di sentirla suonare.

 

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