Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Tommaso Dami, Ana Soto e Cosimo in una piantagione di ulivi
Tommaso Dami, Ana Soto e Cosimo Lunetti sono i fondatori di Ager Oliva

Adotta un ulivo e salva il paesaggio toscano

L'iniziativa lanciata lo scorso anno da una start-up toscana per tutelare le piantagioni abbandonate in particolare nelle zone collinari, dove sono più alti i costi di gestione. Come ci raccontano i fondatori di Ager Oliva
6 Settembre, 2021
2 minuti di lettura

«Quando si libera il tempo, si libera la mente». Tommaso Dami, 30 anni, una laurea in Economia, è anima e motore della di Ager Oliva: la start-up toscana che propone l’adozione a distanza degli ulivi per salvare queste meravigliose piante e il paesaggio che generano. Un’idea che affonda le radici nel primo loockdown:

«L’anno scorso, durante la prima emergenza Covid, ho dato concretezza a un pensiero che mi accompagnava da tempo – spiega Dami – Ovvero restituire vita al patrimonio agricolo toscano attraverso il recupero di ulivi abbandonati che mettiamo in adozione. Chi decide di sostenere il nostro progetto, può venire a visitarli, seguendo così da vicino il loro recupero e ricevendo a casa olio extravergine biologico».

 

 

Un’idea semplice ma importante, a tutela di una specie minacciata anch’essa dal cambiamento climatico, dalle malattie e dalle problematiche economiche cui vanno incontro i produttori, soprattutto nelle zone collinari dove è più difficile meccanizzare il raccolto e la gestione complessiva non è competitiva con le aziende di pianura. Soprattutto qui colpisce l’abbandono, che secondo un rapporto prodotto nel 2015 da Coldiretti riguarda 4 milioni di piante nella sola Toscana: «Si tratta di piante situate più spesso su terreni pubblici, ad esempio demaniali, che privati. Le cause dell’abbandono sono disparate, ma principalmente il problema sta nell’alto costo di gestione: quando le nuove generazioni ereditano queste terre non possono o non vogliono dedicare il proprio tempo libero alla coltivazione delle piante e al contempo diventa oltremodo gravoso pagare terzi per mantenerle».

Guarda la presentazione del progetto


Tommaso
così capisce che la natura ha bisogno dell’aiuto dell’uomo per essere coltivata e preservata. Comincia a riflettere su come recuperare queste piante creando valore aggiunto. Nel settembre 2020 vengono gettate le basi del progetto creando un team che, oltre a Dami, comprende Ana Soto, 27 anni, laurea in Economia e Commercio Internazionale ed ora a capo del marketing e del customer care, e Cosimo Lunetti, 22 anni, social media manager con in tasca un certificato Enac per drone video maker.

 

Leggi anche >  Vacanze fuori dal mondo. Da una start-up la piattaforma italiana del glamping

 

Nel marzo 2021 il lancio ufficiale della startup Ager Oliva, che rompe il cerchio vizioso dell’abbandono acquistando gli appezzamenti o affittandoli e programmando gli interventi sugli ulivi a seguito del processo di adozione. L’obiettivo è anche quello di creare posti di lavoro nel settore della coltivazione rendendo di nuovo produttivo l’ulivo e aumentare la produzione di extravergine toscano, sempre più richiesto sui mercati internazionali:

«La nostra missione – aggiunge Dami – è sì salvare gli ulivi, ma anche contribuire a salvaguardare il territorio sempre più minacciato dal dissesto idrogeologico. Nelle zone di collina non essendo possibile industrializzare la produzione, l’ulivo diventa un patrimonio ambientale che la Toscana rischia di perdere e che deve assolutamente essere tutelato».

La procedura di Ager Oliva è rigorosa: dopo il taglio di eventuali rami infestati e secchi, viene sfalciata l’erba intorno alla pianta, si sistemano gli argini e le fosse limitrofe, infine si tagliano i polloni (rami sterili che tolgono nutrimento all’albero) che crescono alla base del tronco. Poi si passa alla concimatura organica delle piante. Molto spesso gli ulivi abbandonati presentano varie malattie e un’evidente mancanza di nutrimenti: per questo si interviene con trattamenti biologici.

 

Con la potatura, si ripristina la chioma riportando la pianta nella situazione ottimale per dare il frutto. Tra ottobre e novembre si raccolgono le olive e, in 24 ore, si portano in frantoio per la spremitura a freddo. Lo stoccaggio dell’olio avviene in tini di acciaio per non far modificare le qualità organolettiche, prima dell’imbottigliamento e della spedizione che avviene subito dopo la spremitura.

Come partecipare

Adottare un ulivo è facile. Su  www.ageroliva.it si sceglie la zona geografica e addirittura la singola pianta. Al costo di 49 euro l’anno si potrà dare il nome all’albero, che porterà il cartello in evidenza, fare visita alla pianta e ricevere due litri d’olio d’oliva extravergine per ogni pianta adottata. Un’altra possibilità, sempre scegliendo l’ulivo ed il nome, é quella di donarlo ai propri amici, familiari o ai dipendenti della propria azienda, regalando così un pezzo di terra toscana.

Mielizia
Mielizia
Resto sfuso
Mielizia

Agenda Verde

Librigreen

Tùttu-cià di Giovanni De Feo

Educare alla sostenibilità con un sorriso. Alla scoperta del metodo De Feo

Dove si butta? «È proprio la domanda a essere sbagliata. Infatti, non bisogna più dire (né tantomeno scrivere) “Dove si butta?” ma “Come si raccoglie?

Il groviglio verde

Funghi preistorici, alberi, mangrovie. Dentro il "groviglio verde" con Daniele Zagaria

Quanti di noi hanno considerato i boschi, le foreste ma anche i funghi e le piante come un unico sistema “aggrovigliato”? In pochi, certamente. Invece

no title has been provided for this book

Evoluzione, in viaggio nello spazio, nel tempo e nelle specie per evitare il "Don't Look Up"

Ci sono i procarioti e gli eucarioti, simili a batteri, per miliardi di anni  unici abitanti della Terra, i giardini ediacariani, che alla fine dell’e

morte nel bosco nuovo
Storia precedente

“Morte nel Bosco Nuovo”. Un thriller con tanti protagonisti “verdi”

Festival della letteratura di viaggio
Prossima storia

Viaggiare narrando, a Roma il festival della Società Geografica Italiana