Che cosa è successo il 29 maggio? Una conferenza on-line per capirlo
Dopo l’ingente sversamento d’idrocarburi in Siberia una preziosa occasione per porre, con urgenza, la questione del cambiamento climatico e della tutela degli ecosistemi. Coordina Serena Omodeo, la diretta è a cura di Agricolturabio.info
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Il 29 maggio, meno di un mese fa, la terra nel silenzio si è spaccata. È accaduto in Siberia, nei pressi di Norilsk, dove un serbatoio di carburante in una centrale elettrica è crollato riversando in acqua 20mila tonnellate di diesel. Il cedimento sarebbe stato provocato dallo scioglimento del permafrost dovuto al riscaldamento globale che avrebbe compromesso la stabilità dei pilastri. E a pagarne le conseguenze adesso è l’Artico verso il quale si dirige lo sversamento d’idrocarburi.
Gli obiettivi di questo webinar urgente
- Informare su un evento recente la cui portata non è ancora compresa
- Preoccupare in giusta misura e mettere in chiara relazione gli eventi con le cause principali del disastro
- Illuminando tutte le cause senza omissioni, sollecitare una revisione della loro percezione
- Contribuire ai messaggi rivolti alle istituzioni per reazioni adeguate al default planetario in atto
Obiettivo finale di questo evento è porre all’attenzione che il problema di salvarsi deve assurgere a priorità tale da surclassare qualunque altro argomento e interesse particolare.
Perché riteniamo che il fatto non sia stato compreso
Stampa e tv non hanno quasi parlato del disastro appena avvenuto in Siberia oppure, salvo rare eccezioni passate quasi inosservate, l’hanno presentato come l’ennesimo incidente petrolifero, ancorché grave:
- Senza informare sul precipitare della preoccupante situazione del permafrost e sulle conseguenze che quindi si profilano
- Senza dar conto, riguardo a questo, delle ulteriori e persistenti anomalie che negli ultimi 3 mesi si sono aggiunte al già gravissimo sconvolgimento climatico
- Senza porre all’attenzione la gravità del contesto globale e la necessità immediata di una forte reazione.
Perché riteniamo che la reazione al disastro non sia adeguata
Sia la Covid-19, sia l’incidente del 29 maggio non sono che ulteriori fasi nel precipitare della catastrofe annunciata in atto da molto tempo. Ma, benché si riconosca la causa ambientale della situazione in cui versa il pianeta, sembra non si riesca a focalizzarla bene: si parla quasi esclusivamente di azioni a valle e di “conseguenze economiche”, trascurando nei fatti la priorità assoluta di azioni radicali a monte.
Riguardo alle azioni a monte, inoltre, si guarda ancora al quadro delle cause in modo obsoleto, escludendo da azioni e finanziamenti di riconversione la seconda causa riconosciuta più importante di riscaldamento globale, e cioè la produzione e il consumo della carne. Infine, si gestisce la crisi sanitaria senza sufficiente cura preventiva per il suo impatto ambientale.
Il fattore carne
Una reazione adeguata richiede fra le prime cose di non sottovalutare la seconda causa più importante:
- Riscaldamento / energia
- Carne
- Mobilità
- Industria
Il fattore 2 è fra le cause principali del disastro climatico ma anche fra le cause più facili da affrontare: fortunatamente i fattori 1, 3 e 4 sono ormai attentamente considerati. In modo inammissibile, invece, il secondo fattore essenziale è lasciato tanto nell’ombra da venire praticamente escluso dalle priorità di investimento, e nemmeno viene sufficientemente indicato nei comportamenti individuali necessari a una inversione di tendenza. Per fare solo una citazione fra i tanti organismi che studiano soluzioni alla crisi climatica, secondo il Project Drawdown “il contributo più efficace che ciascuno può dare contro il riscaldamento globale è una dieta a base vegetale” o almeno ridurre il consumo di carne. Un sacrificio, certo; ma molto più facile da attuare che stare al freddo o andare a piedi.
La prevenzione nell’impatto dell’emergenza sanitaria
Allo stesso modo è stata fin qui gravemente insufficiente la capacità preventiva di ulteriori e gravi problematiche ambientali scatenate, per l’emergenza sanitaria, dall’uso planetario di massa di presidi usa e getta, disinfettanti e cloro. Un altro punto su cui siamo già in ritardo ed è necessario intervenire subito.
Guarda il video di Arctic today sullo sversamento
Programma
lntroduce
PIETRO OMODEO Senior
Intervengono
ANTONELLO PASINI, fisico del clima (CNR, Ist. Inquinamento atmosferico)
SANDRA CASELLATO, naturalista e studiosa dei problemi dell’ambiente (Università di Padova)
SILVIA PEPPOLONI, esperta in geoetica. georischi e comunicazione delle geoscienze (Istituto di geofisica e Vulcanologia)
Contributi
Claudia Chiozzotto: Consumo consapevole
Daniela Ducato: L’esempio della edilizia plastic-free
Massimo Temporelli: Innovazione nell’impresa
Carlo Triarico: Il sistema dell’alimentazione e dell’agricoltura
Massimiliano Sanfilippo: Agricoltura
Marcella Corsi: Genere e clima
Giovanna Badalassi: Bilancio di genere e ambiente
Andrea Di Stefano: Economia, finanza, ecologia
Serena Omodeo Salè: Architettura per la sostenibilità
Laura Cima: Proposte politiche dell’ecofemminismo
Carlo Rinolfi: Persone fragili
Daniela Padoan: Giustizia ambientale e giustizia sociale
Giuliana Nuvoli: Educare al cambio di paradigma
Iniziativa a cura di una rete di associazioni
Il webinar si potrà seguire in diretta su questa pagina e via Facebook su https://www.facebook.com/agricolturabio.info
Saperenetwork è...
- Sapereambiente è una rivista d'informazione culturale per la sostenibilità. Direttore responsabile: Marco Fratoddi. In redazione: Valentina Gentile (caporedattrice), Sarah De Marchi, Roberta Sapio, Adriana Spera. È edita da Saperenetwork, società del gruppo Hub48 di Alba (Cn). Stay tuned 😉
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