Hands of Love Educational Center, una scuola straordinaria nel cuore di Nairobi
A Kariobangi, sobborgo poverissimo della capitale kenyota, un progetto gestito da educatori locali, per aiutare i bambini e le bambine. La onlus Direttamente lancia una serie di eventi per sostenerne le attività
«Qualche mattina, quando arrivo, trovo già qualche bambino che dorme davanti al portone, perché la mamma, quel giorno, è dovuta andare via prestissimo. Oppure l’ha lasciato prima di tornare a casa, dopo una notte di lavoro. Così li sveglio e andiamo a fare colazione mentre aspettiamo che arrivino tutti». Comincia spesso così la giornata di Sami Maina, direttore di Hands of Love Educational Center. Una piccola grande scuola in quel di Kariobangi, Nairobi, Kenya, interamente gestita da persone del luogo, dagli insegnanti alle cuoche, gli uni importanti come le altre, perché in questo sobborgo poverissimo a est della capitale (100mila abitanti in dieci chilometri quadrati, case di lamiere, strade sterrate, nessuna conduttura idrica e la speculazione edilizia che avanza) dove le madri sono spesso single e si arrangiano come possono, sapere che tuo figlio non solo gioca o studia, ma può contare su due pasti caldi ogni giorno non è cosa da poco.
Una scuola speciale
È così, con un passaparola velocissimo, che la piccola iniziativa avviata nel 2008 con una decina di piccoli da Terry Little, americano esperto di arte africana trasferitosi a Nairobi dopo un lungo soggiorno romano, è diventata oggi la scuola di 160-180 bambini dai 3 agli 8 anni che qui frequentano l’asilo e a scuola, fino alla terza classe. «Quest’anno abbiamo ricevuto più di 250 domande e con dolore non siamo riusciti ad accogliere tutti», racconta Sami. «Però siamo molto felici di avere con noi anche bambini con bisogni speciali: gli insegnanti hanno seguito corsi di specializzazione e facciamo il nostro meglio per poter includere tutti. E i genitori hanno presto capito che siamo una comunità. Noi li aiutiamo come possiamo: abbiamo pagato le spese del funerale della nostra cuoca, morta per diabete qualche mese fa, e aiutato due famiglie a trasferirsi in posti più sicuri. E loro, quando possono, partecipano molto volentieri agli incontri che organizziamo, vengono perfino i padri, se ci sono. Ci aiutano nella gestione degli spazi: le pulizie, la cucina, l’orto e le galline che abbiamo in terrazza per lavorare con i bambini e far fronte all’aumento spaventoso dei prezzi dei beni alimentari».
I costi, tra pandemia e guerre
Sì, perché fino alla scorsa estate con 1 euro si potevano coprire i costi di un bambino a scuola per un giorno: docenza, pasti e cure mediche. E invece dopo la pandemia da covid-19 (potete immaginare l’imperativo “lavatevi le mani” in un quartiere senz’acqua?) e la guerra, i costi di gasolio, cereali e legumi, tutti importati, sono lievitati a dismisura. Oggi mandare un bambino a scuola costa 1,5 euro ed è questo il moto di Direttamente, la onlus nata a Roma (parallelamente all’associazione creata negli Usa) per sostenere il Centro con iniziative il cui ricavato è totalmente e direttamente, appunto, inviato alla scuola. «Ogni mese proponiamo un’attività, sia in presenza che online», spiega Maura Manganelli, presidente della Onlus. «Sabato 18 febbraio, per esempio, abbiamo un invito alla pittura aperto a tutti, condotto da un’amica arte-terapeuta che i nostri sostenitori hanno già molto apprezzato negli anni scorsi. Chiunque, se lo desidera, può organizzare eventi il cui ricavato sarà inviato a HOL, come hanno deciso i pescatori amici di Lucca, con torneo dedicato ai nostri bambini. È più facile di quanto si pensi».
I risultati (eccellenti) dei piccoli studenti
Visite guidate alle mostre, laboratori – il prossimo, a marzo in presenza a Roma con la ceramista Cinzia Catena – pranzi solidali, lezioni yoga, passeggiate ecologiche: gli amici di Direttamente sono professionisti che mettono a disposizione tempo, talenti e competenze per permettere a quei meravigliosi bambini e ai loro educatori di aprire ogni giorno quel portone. Mentre gli introiti del 5 per mille hanno permesso di ristrutturare alcune aule, comprare computer agli insegnanti, provvedere al materiale scolastico: tutto affinché giocare e studiare siano attività possibili anche ai piccoli di uno slum.
«Abbiamo appena riaperto l’anno scolastico: dobbiamo recuperare i mesi perduti con le chiusure dovute al covid – racconta ancora Sami – Ma siamo orgogliosi dei nostri studenti: ai test di inserimento nella scuola pubblica per proseguire il corso di studi hanno ottenuto punteggi altissimi».
Lo confessiamo: non è facile parlare di iniziative in cui si è coinvolti. Non è neppure deontologico. Ma stavolta abbiamo fatto tutti un’eccezione. Perché Hands of Love è una realtà talmente importante e, nel suo piccolo, stra-ordinaria che merita lo strappo alla regola di rito.
Saperenetwork è...
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Stefania Chinzari è pedagogista clinica a indirizzo antroposofico, counselor dell’età evolutiva e tutor dell’apprendimento. Si occupa di pedagogia dal 2000, dopo che la nascita dei suoi due figli ha messo in crisi molte certezze professionali e educative. Lavora a Roma con l’associazione Semi di Futuro per creare luoghi in cui ogni individuo, bambino, adolescente o adulto, possa trovare l’ambiente adatto a far “fiorire” i propri talenti.
Svolge attività di formazione in tutta Italia sui temi delle difficoltà evolutive e di apprendimento, della genitorialità consapevole, dell’eco-pedagogia e dell’autoeducazione. E’ stata maestra di classe nella scuola steineriana “Il giardino dei cedri” per 13 anni e docente all’Università di Cassino. E’ membro del Gruppo di studio e ricerca sui DSA-BES, della SIAF e di Airipa Italia. E’ vice-presidente di Direttamente onlus con cui sostiene la scuola Hands of Love di Kariobangi a Nairobi per bambini provenienti da gravi situazioni di disagio sociale ed economico.
Giornalista professionista e scrittrice, ha lavorato nella redazione cultura e spettacoli dell’Unità per 12 anni e collaborato con numerose testate. Ha lavorato con l’Università di Roma “La Sapienza” all’archivio di Gerardo Guerrieri e pubblicato diversi libri tra cui Nuova scena italiana. Il teatro di fine millennio e Dove sta la frontiera. Dalle ambulanze di guerra agli scambi interculturali. Il suo ultimo libro è Le mani in movimento (2019) sulla necessità di risvegliarci alle nostre mani, elemento cardine della nostra evoluzione e strumento educativo incredibilmente efficace.
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