World Press Photo, uno scatto d’eccellenza per l’Artico

L'immagine di Esther Horvath che ha vinto la sezione ambiente del World presso photo

“Polar Bear and her club”, è questo il titolo della fotografia vincitrice del World Press Photo 2020 nella sezione ambiente entrata due anni fa nel prestigioso contest internazionale. Uno scatto eccezionale di natura selvaggia, firmato dalla fotografa ungherese Esther Horvath per il New York Times. La Horvath, fotografa documentarista e scientifica per l’”Alfred Wegener Institute, Helmholtz Center for Polar and Marine Research”, è riuscita a cogliere il momento in cui un orso polare e il suo cucciolo si avvicinano alle attrezzature degli scienziati imbarcati sulla nave Polarstern, durante lo scorso autunno.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da maineexplorersclub (@maineexplorersclub) in data:

Frontiera geopolitica

L’Artico rappresenta un punto cruciale per il nostro pianeta, a livello climatico e geopolitico. Rimasto inalterato e semi-disabitato per secoli, oggi la regione polare vive una stagione estremamente travagliata e in costante mutamento.

La progressiva fusione dei ghiacci artici, a causa del cambiamento climatico, sta modificando gli assetti ambientali, sociali, faunistici e politici dell’intera regione.

I cinque paesi costieri, vale a dire Stati Uniti, Canada, Danimarca, Norvegia e Russia, vedono aprirsi a Nord un mondo completamente nuovo. Il surriscaldamento globale qui è più notevole, e l’aumento della temperatura nell’area è già dato fra i 3° e i 5° gradi centigradi entro il 2050 secondo il rapporto delle Nazioni Unite “Global Linkages-A graphic look at the changing Arctic”.

 

Leggi anche
L’orango vittima della deforestazione vince il World Press Photo

 

Negli ultimi anni la corsa all’Artico si fa strada a livello diplomatico ed economico e molte sono le nazioni che guardano con appetito a una fetta di pianeta ancora largamente inesplorata. A fare gola sono certamente le risorse di cui, stando a quanto riferiscono alcuni studi geologici, l’Artico sarebbe ricco. Petrolio e gas naturale, ma anche una grande quantità di materie prime e molto pesce. Ma ancora più importante è la posizione della regione: un crocevia perfetto per innestare nuove leve di forza a livello di politica internazionale, oltre al fatto di poter utilizzare uno spazio marittimo colossale in caso di un sostenuta fusione dei ghiacci.

 

Guarda le immagini vincitrici del World press photo

La sezione ambiente del World photo press
Le immagini della sezione ambiente

 

A bordo di una rompighiaccio

Oggi siamo ancora in una fase di studio di ciò che potrebbe accadere e ogni anno si moltiplicano le attenzioni degli stati e delle organizzazioni internazionali nei confronti dell’Artico. Esther Horvath è riuscita a fotografare questa immagine durante la spedizione MOSAiC (Multidisciplinary drifting Observatory for the Study of Arctic Climate) nell’Oceano Artico Centrale, una delle più imponenti e suggestive missioni scientifiche recenti. Oltre 600 scienziati coinvolti, provenienti da 19 paesi diversi, imbarcati su una rompighiaccio che si è volutamente fatta intrappolare dai ghiacci nello scorso autunno. Uno scenario cinematografico colpito, tra le altre cose, anche dall’epidemia di Sars-CoV-2 e che al momento vede impegnate centinaia di persone sulla ricerca climatica e ambientale. La fotografa ungherese segue lo studio dei ricercatori sul tema dal 2015, raccontando il lavoro gravoso delle missioni di ricerca in un ambiente così complesso e ostico.

 

Leggi anche
Il futuro dell’Artico secondo Peter Wadhams

 

Durante i mesi invernali dell’emisfero settentrionale, l’Artico è uno dei luoghi più freddi e più bui della Terra. Il circolo polare artico segna la latitudine sopra la quale il sole non tramonta sul solstizio d’estate e non sorge sul solstizio d’inverno.

Al Polo Nord, il sole sorge una volta all’anno e tramonta una volta all’anno: ci sono sei mesi di luce diurna continua e sei mesi di notte continua.

Alle latitudini più basse, ma a nord del circolo polare artico, la durata del giorno e della notte continui è più breve. Passando dalle cime dell’Alaska alle coste gelate della Siberia, la regione artica muta aspetto, orografia, lingue e ambiente. Ma oggi tutta l’area è soggetta a un mutamento che potrebbe portarla a essere qualcosa di mai visto in precedenza.

 

Visita il sito web Osservatorio Artico

Osservatorio artico

Saperenetwork è...

Leonardo Parigi
Leonardo Parigi
Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia, giornalista pubblicista, collabora con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale. Ha fondato e dirige il portale on-line Osservatorio artico.

Sapereambiente

Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!


Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella di posta per confermare l'iscrizione

 Privacy policy


Parliamone ;-)