Il Tufello di Gigi Proietti
Proseguono le nostre conversazioni con la città. Dopo il ricco e suggestivo Museo Condominiale di Tor Marancia ci ritroviamo in un’altra delle 12 borgate romane, il Tufello, colorato dai pennelli della street art. Un omaggio al grande Gigi Proietti che in questo quartiere è cresciuto
Come non parlare del Tufello in questi giorni in cui il nome della borgata romana è finito nei tanti titoli di giornale? Non per dolorosi fatti di cronaca come siamo soliti aspettarci quando sale l’audience sulle periferie delle nostre metropoli, ma questa volta grazie all’arte: quella di Gigi Proietti, il grande attore scomparso recentemente, che in questo quartiere è cresciuto. Un’occasione per continuare il nostro viaggio tra le borgate capitoline, riscoprendole in nome dell’arte e della creatività.
Ripercorrendo le tappe
Nel nostro chiacchiericcio con la città di Roma in questi mesi abbiamo ripercorso attraverso l’arte contemporanea diversi quartieri. Partendo dal Maxxi nel centrale Flaminio, importante struttura dell’architetta Zaha Hadid e scrigno dell’arte e dell’architettura del XXI secolo, ci siamo addentrati ancora di più nel cuore della Capitale in una delle sue immagini più conosciute al mondo: il Cupolone. Certamente non un’opera d’arte contemporanea, ma un importante stimolo di osservazione. Guardando via della Conciliazione dall’alto del Cupolone si è inevitabilmente aperta la riflessione sulle 12 borgate romane nate dagli sventramenti fascisti che hanno dato vita all’imponente viale di fronte al Vaticano. Seguendo questa suggestione ci siamo fermati a Primavalle rileggendola attraverso la pellicola Europa 51 di Rossellini, e sottolineandola grazie al lavoro di David Diavù Vecchaito con le sue Pop Stairs.
Per dare un’idea della disgregazione sociale prodotta dal piano regolatore del 1931 da Nord Ovest, dove si trova appunto Primavalle, ci siamo spostati a Sud Est, a Tor Marancia, tra la via Cristoforo Colombo e la via Ardeatina. Qui abbiamo approfondito l’esperienza del Lotto 1, trasformato nel primo museo condominiale grazie ad un importante lavoro di street art. Oggi, ascoltando le suggestioni del momento proseguiamo il viaggio andando a bussare alla porta di Gigi Proietti, cresciuto in un’altra delle 12 borgate, il Tufello, nel quadrante Nord Est della Capitale, tra Monte Sacro e Val Melaina.
I primi pennelli del Tufello
Mentre la sera del 2 novembre scorso, la città intera applaudiva affacciata alle finestre il cuore, l’arte e il sorriso del grande Proietti, nel quartiere del Tufello partivano già i primi pennelli. In pochi giorni saracinesche e muri si sono ricoperti di ritratti del nostro Mandrake. Uno dei primi è apparso in via Capraia ad opera dello street artist Harry Greb. L’artista era già finito su giornali per la sua opera Kill Pope apparsa in un vicolo nei pressi del Vaticano. Qui papa Francesco, con uno scudiscio in mano, era nei panni di Uma Thruman in Kill Bill di Tarantino. Una divertente provocazione nata in seguito allo schiaffo dato dal papa a una fedele e subito rimossa.
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Nessuno rimuoverà invece il nostro Gigi, ritratto ancora giovane, che sorride con il cappello in mano in una scena di A me gli occhi, please del 1976. In viale Jonio invece appare l’omaggio di Anna Maria Tierno , Ar Cavaliere Nero, eseguito dalla street artist in collaborazione con l’associazione Arte e Città a Colori. Sempre al Tufello, in piazza degli Euganei appare un altro ritratto accompagnato da una frase pronunciata da Proietti, Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti.
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E il ricordo, proprio come ci suggerisce l’etimologia del termine, al cuore ci riporta. Così ognuno ricorda l’attore seguendo le suggestioni che più hanno toccato il proprio cuore. Alcuni scelgono di sottolineare la sua fede calcistica, altri un suo sketch, uno spettacolo o una canzone. Da questa narrazione spontanea e popolare emerge la poliedricità dell’artista che ha saputo parlare al cuore di tanti e portare il sorriso in ambienti culturalmente diversi senza mai risultare né volgare né giudicante.
Dal Tufello al Brancaccio
Come il nostro Proietti dal Tufello ha raggiunto Roma e l’intera Italia, allo stesso modo le manifestazioni artistiche si sono andate moltiplicando nei quartieri della Capitale. Tra queste il lavoro di Maupal, al secolo Mauro Pallotta, sulla saracinesca abbassata del Teatro Brancaccio, voluto fortemente dal direttore artistico Alessandro Longobardi e dai commercianti di via Merulana, e inaugurato il giorno del funerale dell’attore. Qui il ritratto di Gigi è circondato dal numero 18 a ricordare uno dei suoi più divertenti sketch. Maupal è noto per le sue vicissitudini con lavori ironici ispirati a Papa Francesco comparsi e subito rimossi dai vicoli intorno al Vaticano, nonostante gli apprezzamenti dello stesso Pontefice e di residenti e commercianti.
Arte sul filo della legalità
È evidente come la street art continui a muoversi sul filo della legalità e mentre alcune opere vengono rimosse e alcuni artisti severamente multati, altre vengono commissionate proprio dalle istituzioni. La Regione Lazio Zingaretti ha chiesto allo street artist romano Lucamaleonte un lavoro per omaggiare Proietti. La Fondazione Roma Cares della squadra di calcio As Roma, ha affiancato la Regione sostenendo questa iniziativa. A curare la realizzazione dell’imponente lavoro, intitolato D’après Gigi, è Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere, che dal 2004 si occupa di promuovere l’arte contemporanea con progetti di arte pubblica partecipata.
La camaleontica street art
Il pennello è di Lucamaleone, artista romano che ha fatto del suo essere camaleontico e della sua attenzione alle storie dei luoghi il motore della sua ricerca artistica ed espressiva. Nell’ascolto del territorio e delle vite che lo hanno animato, Lucamaleonte si inserisce assecondando le strutture e potenziandole, offrendo uno spiraglio da cui poter sbirciare oltre i muri e raggiungere la linfa viva che ha abitato case e animato strade e piazze. Emblematico a questo riguardo è il suo lavoro Nido di Vespe del Quadraro che racconteremo in un prossimo articolo.
Un omaggio al grande #GigiProietti: il murale di #Lucamaleonte sulla facciata del palazzo Ater al numero 6 di via Tonale, al #Tufello, ce lo ricorda sorridente e sornione, quasi in procinto di cantare “Nun je da retta Roma”.
? IG: mikki_76_@RegioneLazio @OfficialASRoma pic.twitter.com/As9ggeiu93
— Turismo Roma (@Turismoromaweb) November 23, 2020
Ora ritroviamo un Gigi Proietti di 11 metri per 15 sulla facciata del Lotto di via Tonale 6 dove l’attore è cresciuto. L’opera D’après Gigi si rifà nel titolo al filone novecentesco dei D’après, ossia a quelle opere che un artista offriva in omaggio a un altro artista del passato riconoscendo in lui un maestro e una fonte d’ispirazione. E non a caso Gigi Proietti è fonte d’ispirazione per molti street artists. Come afferma Marcello Smarrelli commentando il risultato del lavoro in via Tonale:
«La street art è un potente strumento di diffusione e promozione della cultura contemporanea, grazie al suo linguaggio immediato riesce a comunicare in maniera diretta e trasversale, raggiungendo con efficacia pubblici diversi ed eterogene». Non è esattamente quello che ha fatto Gigi Proietti con la sua arte?
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Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.