Infinity – L’arte contemporanea senza limiti, negli universi di Michelangelo Pistoletto dove tutto è possibile
Fino al 15 ottobre 2023, il Chiostro del Bramante, a Roma, ospita 50 opere e 4 installazioni site specific del grande artista, in occasione dei suoi 90 anni
Portare armonia al posto della guerra: Michelangelo Pistoletto, 90 anni a giugno 2023, non ha dubbi sul fatto che l’arte sia uno strumento fondamentale per far dialogare e connettere tra loro le diversità in nome di una società rigenerata e, quindi, più giusta. E alla sua di arte, iniziata negli anni Sessanta, è dedicata INFINITY – L’arte contemporanea senza limiti la mostra che Danilo Eccher ha curato per il Chiostro del Bramante. Fino al 15 ottobre 2023, gli spazi del gioiello rinascimentale nel cuore di Roma ospitano 50 opere e 4 grandi installazioni site specific, realizzate in più di 60 anni d’arte.
«Non è una mostra museale, ma un racconto delle opere di Pistoletto, un artista sorprendente che non smette mai di stupire», ha detto alla stampa il curatore in occasione dell’inaugurazione.
Dopo le mostre sull’amore (Love – L’arte incontra l’amore, del 2016-2017), sul divertimento (Enjoy – L’arte incontra il divertimento del 2017-2018), sul sogno (Dream – L’arte incontra i sogni del 2018-2019) e sulla follia (Crazy – La follia nell’arte contemporanea), che negli anni hanno raccolto un numero ingente di visitatori, Eccher inaugura ora un nuovo percorso: non più molteplici interpretazioni dello stesso tema, bensì infinite declinazioni della stessa visione. Così al centro questa volta si staglia un unico artista dalla multiforme personalità.«Ho scoperto che l’universo e la mia mente hanno in comune lo stesso principio e agiscono attuando lo stesso principio. L’universo contiene tutto il possibile e man mano a ogni istante, nella combinazione degli elementi diversi, lo traduce in essere. Il nostro cervello è come l’universo perché contiene tutto il possibile e con l’arte lo trasforma in essere», ha dichiarato l’artista, protagonista indiscusso dell’Arte Povera degli anni Sessanta teorizzata da Germano Celant.
Si parte quindi nel chiostro esterno, dove si è accolti dall’enorme Terzo Paradiso, una versione realizzata appositamente per quello spazio in polistirene e Pvc colorato a vent’anni di distanza dalla prima ideazione nel 2003. Ai lati, 8 teli dell’Universario Codice Trinamico. È lo stesso Pistoletto a spiegarne il significato come la fusione fra il primo e il secondo paradiso.
«Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura».
Il percorso, quindi, va dallo Specchio parlante, del 2004, dove una voce registrata intima di allontanarsi, alla celeberrima Venere degli stracci, che secondo la storica dell’arte Angela Vettese, rappresenta «un caso di contrapposizione tra ordine classico e disordine contemporaneo, tra la forma artistica nata per rimanere intatta e l’informe degli oggetti concepiti per essere utilizzati». La riproduzione in cemento della Venere con mela di Bertel Thorvaldsen circondata da una montagna di stracci (in esposizione la versione della Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella) si mostra così una volta di più come manifesto dell’Arte povera che lo stesso Pistoletto avverte «non vuol dire privo di danari, non è una mancanza, non è un’assenza: è un’essenza».
Si prosegue poi con Orchestra di stracci, L’Etrusco e la serie delle Porte Segno Arte, i Libri degli anni Novanta, Metrocubo di Infinito, fino all’Autoritratto di stelle del 1973, dove Pistoletto ha racchiuso la silhouette del proprio corpo racchiusa in una miriade di stelle a rappresentare l’unione del micro e del macro cosmo, di individuo e universo, di istante (testimoniato dallo scatto fotografico) ed eternità cui rimanda la vita delle stelle.
Nel percorso, si incontra anche la Grande sfera di giornali (1966 – 2023), costruita all’interno della sala fino a occupare le dimensioni massime consentite dallo spazio; Labirinto (1969 – 2023) che costituisce una via sinuosa e indirizza verso le altre sale espositive alterando la percezione dell’architettura, l’annuncio programmatico Love Difference–neon (2005 – 2023), installazione luminosa composta da venti scritte al neon e presentata per la prima volta in occasione della Biennale di Venezia, dove l’artista ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.
Di grande suggestione Love Difference – Mar Mediterraneo, opera del Duemila che fa del Mediterraneo (potrebbe essere altrimenti, d’altronde?) l’elemento comune che unisce culture diverse, un mediatore tra terre e popoli: un tavolo di specchi che diventa punto d’incontro dove possono essere gettate le fondamenta per un futuro comune basato sul dialogo e la comunicazione.
«La meta è molto lontana – ha detto in conferenza Pistoletto – bisogna creare una società nuova, lavorare per una rigenerazione della società, bisogna cominciare dalle parti piccole, per questo penso che l’Italia, che è una cellula ricca di tante attività creative e culturali, deve fare in modo che la politica la renda grandissima».
Arte e creatività come mezzi indispensabili per il cambiamento: la mostra curata da Eccher per il tempo della visita lascia credere che sia possibile.
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Saperenetwork è...
- Antropologa sedotta dal giornalismo, dirige dal 2015 la rivista “Scenografia&Costume”. Giornalista freelance, scrive di cinema, teatro, arte, moda, ambiente. Ha svolto lavoro redazionale in società di comunicazione per diversi anni, occupandosi soprattutto di spettacolo e cultura, dopo aver studiato a lungo, anche recandosi sui set, storia e tecniche del cinema.
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