Come i pini di Roma, sotto la morsa della cocciniglia

Come i pini di Roma, sotto la morsa della cocciniglia

L’allarme è stato lanciato già dal 2018: la Toumeyella parvicornis, un insetto venuto dall’America, sta divorando il meraviglioso albero che orna le ville e i giardini di molte città italiane, nel disinteresse generale della politica e dei media. Proviamo a spezzare il silenzio attraverso l’arte, con questi meravigliosi quadri di Fabrizio Carbone

Da alcuni anni un microinsetto sta succhiando la linfa del Pinus pinea, il Pino da pinoli, il meraviglioso albero che orna le ville e i giardini di una buona parte dell’Italia con in testa Roma. Questo animaletto si chiama Toumeyella parvicornis, comunemente detto cocciniglia tartaruga dei pini. Dal 2018 l’allarme era stato dato a livello di servizi specializzati e di istituzioni che controllano l’andamento di una massa sterminata di muffe, funghi, batteri e virus che, grazie alla globalizzazione, arrivano in Europa da ogni angolo del mondo. Inutilmente

La cura c’è ma costa cara, come quella che avrebbe evitato la morte di centinaia di migliaia di palme che ornavano lungomari e lungofiumi, palme uccise dal Rhynchophorus ferrugineus, un coleottero della grande famiglia dei curculionidi, comunemente chiamato punteruolo rosso. Per non parlare della Xilella fastidiosa e della strage di ulivi.

 

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C’è conoscenza del pericolo che incombe sui pini, se ne parla e se ne scrive ma non a livello dei media a larga disinformazione di massa. Nel periodo della chiusura per Covid-19 il lavoro della cocciniglia tartaruga è andato aumentando a dismisura al punto che i pini son diventati sia nerastri che biancastri, mostrando paurose crepe nella corteccia. Gli aghi sono ispessiti da collosità nerastre e precipitano a terra ricoprendo parte del verde dei prati, a tonnellate. È un disastro annunciato. I più bravi, inascoltati, addirittura parlarono di un primo arrivo di questo insettino minuscolo già nel 2005. Pensiamo per un attimo al famoso poema sinfonico in La Maggiore di Ottorino Respingi, “Pini di Roma”, 21 minuti di musica diventata famosa, pensate, soprattutto in America, dove viene eseguita spesso da grandi filarmoniche made in Usa. Combinazione vuole che questo malefico microbo provenga proprio dalle Americhe, Usa e anche Canada, nascosto dovunque capiti via marina o aerea. C’è di più. Un altra cocciniglia, il Matsucoccus feytaudi, è arrivata dalle stesse aree geografiche e si mangia, piano piano, altre specie di pini in tutto l’areale mediterraneo.

Vogliamo far finta di niente? O fare di tutto per salvare i nostri pini? In attesa di lanciare una petizione pubblico una serie di miei lavori (uno terribile) per render loro omaggio con la speranza di rivederli verdi nelle chiome e vivi nei tronchi. E non precipitati a terra, uno dopo l’altro, con un colpo di vento.

Saperenetwork è...

Fabrizio Carbone
Fabrizio Carbone
Giornalista professionista dal 1970, ha lavorato alla redazione romana de "Il Resto del Carlino" dal 1968 al 1972 (nel 1972 da New York), dal 1973 alla redazione romana de "La Stampa" fino al 1978 e alla redazione romana di "Panorama" dal novembre 1978 fino al 2002. All'inizio della sua attività si è interessato soprattutto di attualità, cronaca nera e giudiziaria. Dopo aver seguito inchieste giudiziarie, scandali politici e trame eversive (fino al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro) ha riversato il suo interesse, negli ultimi vent'anni di attività, per lo più sulle tematiche legate alla cultura, all'ambiente e alla protezione della natura. Per la casa editrice Iperborea ha scritto le introduzioni dei primi cinque libri di Arto Paasilinna pubblicati in Italia. A partire dalla metà degli anni ottanta ha prodotto e diretto, insieme a Riccardo Truffarelli (gruppo 6 aprile, Perugia) numerosi documentari in Amazzonia, Costa Rica, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Italia per i programmi culturali della Rai3, tra cui Geo, Geo&Geo, il Viaggiatore. Ha diretto 6 speciali, tra il 2004 e il 2007, per la trasmissione Stella del Sud (Rai 1) in Etiopia, Tanzania, Amazzonia, Groenlandia, Norvegia, Mauritania. Dipinge da oltre 50 anni. La ricerca pittorica, olio su tela e acquerello su carta, spazia tra l'astrattismo naturalistico e il verismo che si rifà alla wildlife art anglosassone: dipingere dal vero animali e ambienti. Ha esposto ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all'estero. È socio onorario dell'Aipan (associazione italiana per l'arte naturalistica) ed è tra i fondatori del progetto Ars et Natura, insieme ad un gruppo di artisti fra cui Concetta Flore, Federico Gemma, Graziano Ottaviani e Marco Preziosi, Stefano maugeri e Ale Troisi. Coinvolto da sempre nella protezione e nella conservazione della natura è stato tra i soci fondatori del Wwf Italia, consigliere nazionale della stessa associazione, nel 2002, ma anche, nei primi anni ottanta, di Legambiente e Lipu. È direttore responsabile di Greenpeace News. È stato insignito dal Presidente della Repubblica finlandese, signora Tarja Halonen, dell'ordine di Cavaliere della Rosa Bianca di Finlandia. Vive tra Roma e Kuusamo, Finlandia del Nordest.

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