Plautilla Bricci, rivoluzionaria silenziosa nel Seicento romano. Una mostra per scoprirla
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma ospitano fino al 19 aprile presso la Galleria Corsini la mostra “Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice”, dedicata alla prima architetta della storia
La settecentesca Galleria Corsini, nella Capitale, accoglie i suoi visitatori (fino al 19 aprile 2022 ) con l’opera di un anonimo pittore, attivo a Roma alla metà del XVII secolo, intitolato Ritratto di architettrice. A prestare il volto a quello che pare agli storici un ritratto più che un’allegoria deve essere stata la pittrice e architetta a cui è dedicata la mostra Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, a cura di Yuri Primarosa.
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica, guidate da Flaminia Gennari Santori, offrono così nel loro complesso uno spaccato del Seicento da un punto di vista suggestivo e originale insieme: a Palazzo Barberini la splendida Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento a cura di Maria Cristina Terzaghi (visitabile fino al 27 marzo) dimostra il potere dirompente di Caravaggio, compreso e fatto proprio da Artemisia Gentileschi
Al di qua del Tevere, invece, nel palazzo che fu della famiglia Corsini, sotto i riflettori è Plautilla Bracci, professionista donna in un mondo di uomini che ha trovato il suo modo di «navigare mari agitati» senza perdere la sua «ordinarietà visionaria», secondo le parole della direttrice del museo.
Fuori dal buio
Trascinata fuori dal buio della storia dal romanzo L’architettrice di Melania Mazzucco (Einaudi, 2019), Plautilla Bricci dà così il suo benvenuto armata degli strumenti del suo mestiere, invitando sorniona a scoprire le sue opere, quadri, pale d’altare, progetti architettonici, in un racconto che, grazie al supporto imprescindibile dei pannelli, si va facendo via via sempre più affascinante mentre ci si addentra tra le sale della Galleria. Si viene così a conoscenza di come, in barba alle polemiche che accompagnano oggi i nomi femminili di mestieri e professioni, è stata la signora stessa a firmarsi orgogliosamente “Plautilla Briccia architettrice”, rivendicando a sé con grande naturalezza il femminile di “architettore”, con sostantivo che sembra non le preesistesse: fino a quel momento, “architettrice” era solo un aggettivo raro che ricorreva sporadicamente nella trattatistica artistica (“le api architettrici”, “la natura architettrice”).
Guarda il video de “L’architettrice” di Melania Mazzucco
La figlia d’arte che non si sposò
Figlia d’arte, come molte delle artiste sue coeve, ebbe la possibilità di non sposarsi, ma di rimanere donna “libera” grazie a uno stratagemma del padre, Giovanni Bricci, pittore, musicista e poligrafo molto apprezzato dai contemporanei soprattutto per l’intelligenza viva e precoce, quasi geniale. Solo da qualche anno, si è a lei attribuita l’Icona della Vergine del Carmelo, posta sull’altare maggiore della chiesa di Santa Maria in Montesanto (voluto dalla costumista Lucia Mirisola Magni, che lo ha fatto realizzare in ricordo del marito, il regista Gigi Magni, che viveva nella vicina via del Babuino e frequentava proprio la chiesa che si affaccia su piazza del Popolo). Il manoscritto, incollato sul retro del pannello ligneo sul quale era inchiodata la tela, ne lega la genesi a un evento miracoloso: avendo avuto Plautilla qualche difficoltà nell’ombreggiare il volto di Maria, decise di deporre il pennello e riposare; al risveglio trovò il volto della Vergine rifinito alla perfezione.
Un’icona dipinta in odore di santità che le permise, mantenendo tutta la vita una condotta irreprensibile, di ritagliarsi ampi spazi di autonomia e non entrare in convento.
Il Vascello, capolavoro sul Gianicolo
Se al padre deve la libertà, è all’abate Elpidio Benedetti, segretario a Roma del Cardinal Mazzarino, primo ministro di Luigi XIV, che si fanno risalire i successi nella professione: per lui, infatti, che le fu mecenate per tutta la vita, progettò il suo capolavoro architettonico, il Vascello.
Costruita fuori Porta San Pancrazio, sulla sommità del Gianicolo, Villa Benedetta, edificio simile a un vascello sopra uno scoglio, è stata l’opera più celebrata di Plautilla fino al 1849, quando venne distrutta dalle cannonate dell’esercito francese.
Alla sua decorazione avevano preso parte artisti del calibro di Cortona e Grimaldi, mentre a Bricci, impegnata anch’essa in quelle pitture, era stata accordata “piena podestà d’arbitrare e risolvere sopra detta fabbrica”.
Trinità dei Monti, Madonne e stendardi
In mostra, oltre ai progetti della villa, si possono ammirare un ambizioso progetto per la scalinata di Trinità dei Monti (1660), la vasta lunetta da lei dipinta per i Canonici lateranensi (1669-1673) e altre due sue tele conservate a Poggio Mirteto, anch’esse restaurate per l’occasione: lo Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita e il martirio del Battista (1675) e la Madonna del Rosario (1683-1687) del duomo dello stesso borgo che aveva dato i natali al padre di Elpidio, Andrea Benedetti, ricamatore papale, del quale si presentano le prime opere certe e la pala d’altare della sua cappella privata, anch’essa sottoposta a un delicato intervento conservativo.
Con il Merisi dietro l’angolo
Chiude l’esposizione, San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede dipinto da Plautilla Bricci per la cappella di San Luigi, nella chiesa dei Francesi, interamente progettata dall’architettrice per l’abate Benedetti, accanto alla cappella Contarelli dove il Ciclo di San Matteo di Caravaggio è solito rapire l’ignaro avventore della presenza dell’opera della pittrice troppo a lungo sconosciuta ai più.
Destino vuole, che anche alla Galleria Corsini, il Merisi sia dietro l’angolo, con il suo San Giovanni Battista e anche qui si incorre nel rischio di rimanerne ipnotizzati a scapito del resto (tanto più che il conturbante San Sebastiano di Rubens è al momento in prestito).
Architettrice tra mari agitati
Restano monito le parole di Flaminia Gennari Santori che aprono il bel catalogo, edito da Officina Libraria, che raccoglie, oltre ai saggi di Melania Mazzucco e di Yuri Primarosa, i risultati delle ricerche di alcuni dei maggiori specialisti dell’artista e del suo contesto culturale:
«Plautilla Bricci non è un “fenomeno”, una stranezza, un unicum irripetibile; è una grande professionista che trova il modo e lo spazio per realizzare, oltre a tante altre cose, anche un’invenzione visionaria: una nave-casa in equilibrio sui flutti. E dunque ringraziamo Plautilla per la sua abilità nel navigare mari agitati e per la sua ordinarietà visionaria, augurandoci che sia per tutti noi fonte di ispirazione».
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Saperenetwork è...
- Antropologa sedotta dal giornalismo, dirige dal 2015 la rivista “Scenografia&Costume”. Giornalista freelance, scrive di cinema, teatro, arte, moda, ambiente. Ha svolto lavoro redazionale in società di comunicazione per diversi anni, occupandosi soprattutto di spettacolo e cultura, dopo aver studiato a lungo, anche recandosi sui set, storia e tecniche del cinema.
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