Street Art For Rights, la sostenibilità è un’arte sociale
Il progetto, promosso da Roma Culture, è giunto alla terza edizione. In tre anni ha dipinto i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sui muri della Capitale e di alcuni comuni del Lazio. Un lavoro di recupero e inclusione, ideato e diretto da Giuseppe Casa e curato da Oriana Rizzuto
Fin dalla sua prima edizione Street Art for Rights si è contraddistinta per quello che il titolo dell’iniziativa lascia intuire: un’attenzione particolare al tema dei diritti umani, ma anche al rispetto dell’ambiente, una visione quindi che abbraccia la sostenibilità in tutte le sue possibili declinazioni, culturali, sociali ed ambientali promuovendo modelli di buone pratiche sia per quanto riguarda l’associazionismo che il mondo del contemporaneo in senso più ampio. Proprio per sottolineare il taglio inclusivo che contraddistingue la street art rispetto ad altre forme d’arte che prevedono una fruizione vincolata dall’ingresso in locali ad hoc, Street Art For Rights ha scelto i primi muri in quartieri periferici, parcheggi o piccoli comuni del Lazio portando in queste zone i 17 obiettivi dell’Agenda 20-30. «Ci piace l’idea di aver trasformato alcuni quartieri in veri e propri musei a cielo aperto dove sono affidati all’interpretazione artistica i 17 punti dell’Agenda 20-30: una sorta di augurio verso il futuro sia dei territori in cui siamo intervenuti che del nostro Pianeta in senso più ampio». La scelta di rappresentare i 17 goal sottolinea una corrispondenza tra il locale e il globale, invitando il singolo a interrogarsi sul valore dei propri gesti e delle proprie scelte in una prospettiva ecumenica.
Prima edizione, inizia la narrazione
Ad aprire la narrazione, come si trattasse effettivamente di un libro illustrato, è l’opera di Flavio Solo dedicata al primo goal dell’Agenda 20-30: sconfiggere la povertà. Un obiettivo che può sembrare un’utopia equivalente all’ “e vissero per sempre felici e contenti” con il quale concludiamo molte fiabe, ma che indica una direzione verso la quale tendere. E allora come non riferirsi proprio al mondo delle favole dal quale Solo trae buona parte dei suoi soggetti? Ecco dunque il Robin Hood della Disney nello stile pop che contraddistingue l’artista a inserirsi tra le case del quartiere di Settecamini. A questo fa subito eco Diamond, artista dall’inconfondibile stile liberty che con Solo ha cofirmato diverse opere, illustrando con un chiaro riferimento al mondo orientale, il secondo obiettivo: sconfiggere la fame. Per il terzo obiettivo ci si sposta a Corviale, dove lo street artist ambientalista Moby Dick ha dedicato una facciata del muro della centrale elettrica di via Mazzacurati al diritto alla salute e al benessere, intrinsecamente legati al benessere ambientale.
Seconda edizione, donne, istruzione e lavoro
Nella seconda edizione entrano in gioco i pennelli femminili con Lia Russi, Oblo e Streal per il quarto, quinto e sesto goal. Con Lia Russi è stato illustrato il tema del diritto a un’istruzione di qualità con un trittico ispirato a Giordano Bruno sulla facciata dell’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini. La steet artist Oblo, per la parità di genere, ha ritratto un’icona femminista della storia dell’arte contemporanea: Yayoi Kusama, dipingendone il volto immerso nei pattern di cerchi e pois che l’hanno resa famosa. Stereal si è dedicata al sesto goal, l’accesso all’acqua e all’igiene per tutti, rappresentando quattro mani che tirano la corda di un pozzo. Un gesto che inserito nel panorama di una metropoli che zampilla di fontane e nasoni, porta l’osservatore a mantenere desta un’attenzione globale. Energia pulita e accessibile è stato illustrato da ben tre artisti: Hoek, Tea Boy e Sart, nel sottopassaggio della stazione metro San Paolo, con personaggi surreali che rappresentano le energie rinnovabili idriche e eoliche. Lavoro dignitoso e crescita economica è stato interpretato dal collettivo Micidial Crew, con un murales ispirato a Charles Dickens alla fermata della metro Laurentina, dove troviamo il giovane Oliver Twist che scappa dallo sfruttamento del lavoro minorile. Il nono goal Impresa, innovazione ed infrastrutture è interpretato da Virginio Vona che traccia un’immaginaria e caotica città del futuro con treni che viaggiano senza binari e palazzi che sembrano sospesi in aria.
Terza edizione tra natura e cultura
La terza edizione ha completato il percorso illustrando dal decimo al diciassettesimo obiettivo dell’Agenda 20-30. Il frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Davide Toffolo per l’undicesimo goal, città e comunità sostenibili, ha dipinto nel suo stile gothic punk un grande gorilla re della città: una denuncia in chiave satirica al consumismo e all’urbanizzazione estrema che ci stanno portando ad allontanarci dalla natura. Il tema del consumismo è affrontato anche da Etnik che interviene sul dodicesimo goal, consumo e produzione responsabili, con un’opera dedicata alla casa e all’abitare in modo consapevole. La lotta al cambiamento climatico è stata trattata da Fabio Petani, che nel suo inconfondibile stile porta l’attenzione sul rapporto tra microcosmo e ambiente naturale. La vita sott’acqua e quella sulla terra del quattordicesimi e sedicesimo goal sono state illustrate rispettivamente da Ozimud e da Natalia Rak. La prima pone l’accento sulle microplastiche, mentre la Rak ritrae a Settecamini un giovane dio Pan tra fiori e farfalle ricollegandosi così a un mondo mitico e ancestrale in cui essere umano e natura convivevano armoniosamente. Pace, giustizia e istituzioni solide sono state illustrate da Uman a Settecamini, con il volto femminile di istituzioni e giustizia, che tiene tra le braccia una colomba. L’ultimo goal, partnership per gli obiettivi, non a caso è spettato ad un collettivo, la crew NSN997.
Street art, disuguaglianze e periferie
Abbiamo incontrato Attorrep, al secolo Antonino Perrotta che, per affrontare il tema della riduzione delle diseguaglianze, decimo obiettivo, ritrae due volti dall’incarnato grigio e verde acqua, due colori che non appartengono all’essere umano e che stanno a simboleggiare l’uguaglianza nelle diversità. «Ho rappresentato due volti che si guardando contrapposti dall’alto verso il basso e viceversa, con una colorazione differente», ci ha raccontato Attorrep «Questo per evidenziare come tutte le differenze possano essere ricchezza e quanto sia importante che questa ricchezza non diventi avvallo di disuguaglianze nei diritti e nelle opportunità. Etnia, genere, età, religione, orientamento sessuale, sono sfaccettature di un’unica umanità che deve poter godere degli stessi servizi e risorse. Questo ci appare in modo chiaro quando dipingiamo in quartieri dove esistono problemi strutturali e infrastrutturali. Qui gli abitanti chiedono spesso che invece di un murales vengano investiti fondi per risolvere problemi materiali alle abitazioni, come ad esempio ascensori guasti o infiltrazioni d’acqua. La street art nelle periferie, per non restare mera decorazione, deve portare l’attenzione su questi temi». Questo è un punto sul quale Street Art for Rights ha sempre lavorato con crowdfundings a sostegno dei quartieri in cui interviene. L’ultimo appuntamento sarà con un muro fuori programma che verrà dipinto i primi di dicembre da Millo a Corviale. «Non volevano darci il muro perché tra un paio d’anni partiranno i lavori per il cappotto termico. Allora ho proposto di fare quest’opera e distruggerla dopo 2 anni rendendola un NFT. Il ricavato della vendita andrà devoluto al quartiere di Corviale».
Visualizza questo post su Instagram
Saperenetwork è...
-
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento Internazionale di Slow Art con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie, carceri e scuole collaborando in diversi progetti. Insegnante di yoga kundalini ha incentrato il suo lavoro sulle relazioni tra creatività e fisicità, arte e yoga.
Da sempre attiva su tematiche ambientali e diritti umani, convinta che il rispetto del proprio essere e del Pianeta passi anche dalla conoscenza, ha sviluppato il progetto di Critica d’Arte Popolare, come stimolo e strumento per una riflessione attiva e consapevole tra essere umano, contemporaneità e territorio. È ideatrice e curatrice di ArtPlatform.it, piattaforma d’incontro tra creativi randagi.