Sani, economici, ecologici, comodi. Ecco perché usare pannolini e assorbenti lavabili
Pannolini ed assorbenti hanno un costo elevato, sia per l’ambiente che per le nostre tasche. E non sono certo l’ideale per la salute nostra e dei nostri figli, dato che la pelle è in contatto con sostanze potenzialmente tossiche. Le alternative naturali e sostenibili esistono, e sono molto più semplici di quanto si pensi
Grazie a una maggiore consapevolezza ambientale, sono sempre più numerosi i genitori che stanno riscoprendo i pannolini lavabili. Sono comodi, belli e colorati, un vero e proprio indumento! Chi scrive li ha usati per tutti e quattro i propri figli, e ora che anche la più piccola non ne ha più bisogno, li ha messi a disposizione della “pannolinoteca” locale.
Quanto ci costano gli usa e getta?
I lavabili si possono usare fin dal primo mese, molti modelli sono in taglia unica, si rimpiccioliscono chiudendo bottoncini sul davanti per poi seguire la crescita del bimbo. Un kit da 24 pannolini lavabili costa circa 400-600 euro, ma si può riusare negli anni con i fratellini, oppure si può rivendere, risparmiando così molti soldi. Gli usa e getta, in proporzione costano molto di più, in 2 anni e mezzo si spendono in media 1200-2000 euro. Il carico di lavoro per le famiglie che usano i lavabili è simile a quello delle famiglie che usano gli usa e getta. Si mettono con la stessa comodità, e invece di buttarli nel bidone, vanno messi nel bidone dei panni sporchi. Le feci si tolgono facilmente grazie al velo compostabile, che si può buttare nel water. Unica “fatica” in più è accendere la lavatrice e stenderli, cosa che comunque si fa anche per gli altri vestiti, si possono lavare insieme al resto dei vestiti della famiglia.
Le “pannolinoteche”
I moderni pannolini lavabili sono di tanti tipi e marche, si acquistano on line o nei negozi specializzati. Un buon consiglio è quello dotarsi di kit misti, composti da diversi modelli. Molte sono le mamme che artigianalmente producono pannolini lavabili di ottima qualità. Nel 2001, a Bologna, è nata l’associazione Nonsolociripà, ora estesa capillarmente su tutta Italia, a partire da un gruppo di genitori che si sostenevano a vicenda sull’utilizzo dei pannolini lavabili. Esistono poi le “pannolinoteche”, gestite da genitori esperti e volontari, che danno in prestito kit di pannolini, spesso in collaborazione con i Comuni. Moltissime amministrazioni, inoltre, riconoscono incentivi all’acquisto, sgravi Tari, o risarciscono parte della spesa delle famiglie che comprano i lavabili.
Pannolini lavabili, i più sani per i bebè
I motivi per scegliere i pannolini lavabili sono quindi economici, ambientali e legati alla salute del bebè. Nelle discariche, gli usa e getta, riempiti di feci e urine, costituiscono il 20% dei rifiuti e impiegano circa 450 anni a biodegradarsi, rilasciando nel frattempo percolato e metano, potentissimo climalterante. Se vengono bruciati in inceneritori immettono nell’atmosfera diossine, idrocarburi policiclici aromatici e altri inquinanti, oltre ovviamente alla Co₂. Bisogna inoltre tener conto del consumo di acqua e cellulosa necessarie per la loro produzione. Per ogni bambino, nei primi tre anni di vita, vengono usati circa sei mila pannolini, circa una tonnellata, realizzati con l’abbattimento di 20 grossi alberi. In un Paese come l’Italia, dove ci sono circa 1 milione di bimbi sotto i tre anni, ogni giorno si usano e gettano almeno 6 milioni di pannolini, che, in un anno, significano 2 miliardi e 190 milioni di pannolini di plastica, con relativo utilizzo di petrolio, energie e cellulosa, nonché sostanze chimiche che inquinano le acque.
Piccoli gesti per proteggere noi e il Pianeta
La loro produzione elimina nell’acqua solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani, inoltre, sbiancare la cellulosa dei monouso causa l’emissione di ulteriore diossina. Pensando al ciclo di vita, produrre 24 pannolini lavabili che possono essere riutilizzati da più bambini, è tutt’altra storia rispetto a produrre sei mila pannolini usa e getta a bambino che hanno un ciclo vitale brevissimo. Per ridurre l’impatto ambientale, si consiglia di impostare solo lavatrici a pieno carico, anche con altri vestiti, generalmente a 40°C, e solo occasionalmente a 60°C, usando detersivi ecologici. Bisogna evitare la candeggina e detersivi con sbiancanti ottici, sostituendo questi prodotti con il percarbonato (sbiancante e disinfettante naturale all’ossigeno attivo). Per ammorbidire si può usare acido citrico.
I rischi per la pelle dei bambini
L’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria francese (Anses) ha messo in allerta i consumatori dei pannolini usa e getta sui possibili rischi della presenza di sostanze chimiche. Gli esperti lamentano una mancanza di trasparenza da parte di tanti produttori che non forniscono informazioni precise sulla composizione dei loro pannolini. La delicata pelle del bambino resta a contatto 24 ore su 24 con plastica e gel ultra assorbente, anche d’estate col caldo torrido. I pediatri in genere consigliano i pannolini lavabili, soprattutto di cotone e fibre naturali, in caso di dermatite o rossori. Un altro vantaggio dei lavabili è che permettono di mantenere le anche in posizione corretta e sono molto utili per prevenire la displasia dell’anca. Se l’idea di passare al 100% al lavabile spaventa, si possono fare delle prove, o usarli soltanto “part time”, soltanto di giorno o solo di notte. Magari iniziando d’estate, quando i pannolini si asciugano in un attimo sotto al sole!
Per le donne, assorbenti lavabili e coppette
E per le donne? Coppette o assorbenti lavabili! Gli assorbenti lavabili così come i pannolini, sono disponibili in diversi tessuti, misure e fantasie. Hanno la stessa forma degli assorbenti monouso con le ali, e si fissano alla biancheria intima chiudendo con un bottoncino. Non sono ingombranti e sono molto comodi, più morbidi dei monouso tradizionali e hanno una elevata capacità di assorbenza, molto igienici e salutari, prevengono irritazioni, in quanto a contatto con la pelle c’è uno strato di tessuto. I tessuti naturali coltivati senza pesticidi sono da preferire: cotone bio, bamboo (che naturalmente non ha bisogno di pesticidi), flanella. Così come per i pannolini per bambini, sarebbe meglio evitare tessuti tecnici come il micropile o microsuede poiché disperdono microplastiche durante il lavaggio.
Economici e igienici
Il lavaggio avviene come per i pannolini lavabili per bambini: prelavaggio sotto un getto di acqua fredda, strofinando bene con poco sapone di Marsiglia, per togliere la macchia. Poi si strizzano, e si mettono nel cestello dei panni sporchi, in attesa del solito lavaggio in lavatrice a 40°C con Marsiglia e percarbonato. Non sono da utilizzare la candeggina né altri sbiancanti chimici. Come numero complessivo, 10 o 15 assorbenti vanno bene. Costano circa 7-8 euro al pezzo. Un enorme risparmio rispetto a quanto si spende in anni e anni di prodotti di usa e getta.
Se in viaggio, ci si può dotare di una piccola wetbag per gli assorbenti usati (che una volta chiusi sono davvero molto piccoli) e in altro astuccio quelli puliti per il cambio. Una volta tornati a casa si mettono a lavare; in sostituzione, o per alternare l’uso dei lavabili, si può usare la coppetta mestruale: si tratta di una coppetta morbida e flessibile in silicone anallergico e antibatterico, che va inserita nella vagina e raccoglie il flusso mestruale invece che assorbirlo. Costa poco meno di 50 euro, e con essa risparmierete tanto denaro e rifiuti all’ambiente. Non serve neppure sprecare acqua e sapone come per gli assorbenti lavabili, basta sciacquarla dopo ogni uso. A piccoli passi, gradualmente, si può davvero abbandonare l’usa e getta, nonostante le prime difficoltà, che non devono scoraggiare. Alleggerire il proprio impatto sull’ambiente è una missione entusiasmante, ricca di stimoli e gioie, che va coltivata con cura.
Saperenetwork è...
- Sono nata a Recanati nel 1981, vivo con mio marito e i nostri quattro bambini a Faenza (Ra), dove da alcuni anni sperimentiamo uno stile di vita sostenibile: senz’auto e a rifiuti (quasi) zero. Fin da bambina ho sempre amato scrivere, disegnare e difendere la natura. Lavoro come educatrice, sono laureata in Scienze dell’Educazione e Servizio sociale. Alla nascita del mio primo bimbo, con alcune amiche ho fondato un’associazione di aiuto sull’allattamento e sull’uso dei pannolini lavabili (Gaaf). Sono volontaria in varie associazioni contro gli inceneritori e per la mobilità sostenibile. Faccio progetti di educazione ambientale nelle scuole. Ho pubblicato vari libri: Anita e Nico di Tempo dal Delta del Po alle Foreste Casentinesi e Anita e Nico dalle Foreste Casentinesi alla Vena del Gesso, di Tempo al Libro Editore, Salviamo il Mare di Giaconi Editore, Impatto Zero, Vademecum per famiglie a rifiuti zero di Dissensi edizioni e Occidoria e i Territori Ribelli. Storia Fantasy sulle ingiustizie Nord Sud del mondo di Dissensi edizioni, e l’ultimo “Vivo senza Auto” di MacroEdizioni. Sono blogger di famiglie-rifiutizero e di famigliesenzauto e animo i rispettivi gruppi Facebook. Inoltre collaboro come giornalista con AAMTerranuova e con il mensile Fiab BC.
Ultimi articoli
- Primo piano2 Luglio 2021Donne contro il terricidio
- Buone pratiche4 Maggio 2021Il Pnrr e la protesta delle associazioni
- Primo piano20 Aprile 2021La scuola ai tempi del coronavirus. E se ricominciassimo all’aperto?
- Buone pratiche26 Febbraio 2021In Pianura Padana, tra vecchi fantasmi e colate di cemento