Sorta nostra, un piccolo mondo quasi perduto

Un momento di "Sorta nostra" di Michele Sammarco

Sorta nostra, un piccolo mondo quasi perduto

Il cortometraggio di Michele Sammarco presentato a Cinemambiente è girato tra gli uliveti del tarantino e racconta il legame viscerale di due anziani con la campagna cui hanno dedicato la vita. Disponibile gratuitamente in streaming fino al 18 giugno su OpenDDB

Nevica sugli ulivi e due anziani si domandano quale sia la loro sorte. E «Sorta nostra» è il titolo del corto proiettato nella sezione «Made in Italy» dell’ultima edizione di CinemAmbiente, conclusasi domenica a Torino. «Sorta nostra», una produzione Intervallo film, è stato realizzato dal regista Michele Sammarco nel tarantino, a Uggiano Montefusco. Qui, Michele e Maria, dopo aver dedicato la propria vita alla campagna, riflettono sul presente.

 

Michele e Maria tra i loro ulivi

 

Alberi secolari tramontano, il clima è sempre più imprevedibile, mentre le olive mature sembrano destinate a restare sul terreno. Nessuno si occupa più dei campi, così come i due anziani vorrebbero e in parte continuano a fare. Alla soglia dei novant’anni, guardano ciò che hanno costruito con sacrificio e soddisfazione, chiedendosi quale sia la sorte di un mondo che sembra ormai appartenere a un passato lontano.

Con lunghi primi piani sui due volti, sugli ulivi e sulla campagna pugliese, «Sorta nostra» dice del rapporto intenso tra l’uomo e la sua terra. Sammarco rivolge a quest’ultima uno sguardo che non è solo quello del cineasta, ma anche quello del figlio che a essa deve molto di ciò che è.

Nei venti minuti di durata del cortometraggio, del 2022, si percepisce l’attaccamento dei due anziani alla terra, ben radicato negli uliveti che hanno visto crescere. A essa hanno dedicato decenni di duro lavoro e sentono forte nel tramonto dell’esistenza la necessità di consegnare una eredità. «Sorta nostra» documenta con delicatezza il continuo scambio verbale, dialettale, all’interno della coppia, i gesti lenti ma mai incerti, la fiducia nel piccolo mondo che si sono costruiti durante il matrimonio che li ha accompagnati per l’arco dell’intera vita. Un piccolo mondo che, come le foglie degli ulivi, trae la sua energia dal rapporto viscerale con la campagna.

Guarda il trailer di Sorta nostra

 

Michele Sammarco si laurea in Arti Visive e dello Spettacolo a Venezia e si specializza in Regia presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti. Esordisce con Questo sono io (2015), seguito da Maria vola via (2016). Attento al mondo contadino, partendo dall’osservazione e dalle memorie di che ne fa parte, nel 2020 realizza Il monte interiore, presentato in concorso a Visions du Réel. Attualmente collabora con il Laboratorio di Storia orale dell’Università di Padova.

Anche «Sorta nostra» è disponibile gratuitamente in streaming fino al 18 giugno, previa registrazione, sulla piattaforma OpenDDB e tramite il sito di Cinemambiente.

 

Il regista Michele Sammarco
Il regista Michele Sammarco

 

Il Festival CinemAmbiente, che si è tenuto dal 5 all’11 giugno a Torino e che conta 26 edizioni, è la più importante manifestazione italiana dedicata ai film a tema ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da Gaetano Capizzi. L’edizione 2023 ha presentato 82 film e cortometraggi da 5 continenti: uno sguardo globale sullo stato del Pianeta e sui temi “più caldi” al centro del dibattito ambientale internazionale: giustizia climatica e giustizia sociale, difesa del suolo, estrattivismo, inarrestabilità del riscaldamento globale, transizione ecologica, che il Festival ha proposto nella consueta suddivisione del Concorso documentari, Concorso cortometraggi e nelle due sezioni non competitive Made in Italy e Panorama.

 

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Saperenetwork è...

Marina Maffei
Marina Maffei
Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.

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