Come puntare verso la costruzione di una storia comparata della scienza, in grado di prendere in considerazione i tentativi volti a conoscere l’universo e la posizione dell’uomo in esso, non solo come sono stati elaborati nella scienza quale si è sviluppata nell’Europa moderna e in Occidente, ma anche nel passato, come nella Grecia antica, e in altre culture, in particolare in quella cinese e indiana caratterizzate anch’esse dalla presenza della scrittura?

Un chiarimento di tali questioni può venire dall’esame dell’itinerario compiuto dallo storico di Cambridge, Geoffrey Lloyd, dai suoi studi originari sulla scienza greca allo studio della scienza cinese.

Attraverso la comparazione fra questi due mondi e l’attenzione nei confronti dei risultati delle indagini antropologiche, biologiche e psicologiche, Lloyd ha delineato una prospettiva che intende mettere in discussione e andare oltre le alternative, considerate esaustive e mutuamente incompatibili, tra realismo e relativismo, che insiste sulla incommensurabilità fra le culture, riconoscendo invece al tempo stesso l’esistenza di universali inter-culturali e di differenze nel modo di metterli in opera.