Cinemambiente, riflettori su donne e crisi climatica
Un incontro sul contributo femminile nel contrasto all’emergenza ambientale, con Vandana Shiva tra gli ospiti, nell’ambito del Festival torinese che ha chiuso domenica la parte in presenza. Le proiezioni proseguono fino al 21 giugno in streaming su OpenDDB Distribuzioni dal Basso
Motore del cambiamento. È ciò che sono le donne, più colpite dalla crisi climatica in atto ma, allo stesso tempo, più attive nella ricerca e nel raggiungimento di una soluzione. Questo il messaggio emerso nella mattinata di venerdì 10 giugno dalla tavola rotonda “Donne e crisi climatica”, svoltasi a Torino presso la fabbrica delle E, tra gli eco-eventi proposti dal festival Cinemambiente.
Tra gli interventi quello di Mirta Da Pra Pocchiesa, giornalista di Casacomune, associazione co-organizzatrice dell’evento, che ha introdotto l’argomento affermando che le donne «subiscono maggiormente la crisi climatica, ma sono le prime a sperimentare modalità diverse di relazione» e possiedono quindi un corretto approccio verso la soluzione. L’intervento ha poi approfondito il tema del linguaggio e in particolare l’utilizzo del femminile.
«Molto della natura – continua Pocchiesia – è legato al femminile, infatti parliamo di Madre Terra. Il femminile è presente in ognuno di noi, anche negli uomini, e va esternato, poiché è ciò che insegna vicinanza e prossimità». Due qualità fondamentali, queste ultime, affiancate a termini come cura e relazione, tra le “parole belle” da diffondere.
Valore della relazione, da intessere e mantenere, con la Terra e sulla Terra, che ritorna anche nell’intervento di Vandana Shiva. La celebre fisica quantistica e ambientalista definisce le donne come figure fondamentali, spesso nella loro invisibilità: «come semi che si trovano nella terra e sono quindi invisibili, ma permettono alla pianta di crescere, nutrono il mondo agendo in silenzio».
Anche la Terra Madre è donna e, secondo Vandana Shiva, per comprendere i cambiamenti climatici e trovare delle soluzioni adeguate è importante imparare come essa funziona. Risulta opportuno, allo stesso tempo, «tornare a essere membri della stessa famiglia, di questo essere vivente unico, di questo sistema da rigenerare, senza più considerarcene padroni o conquistatori. Si tratta di un percorso di ritorno alla Terra».
In tale ottica, è quindi essenziale prendersi cura del Pianeta e preservare la biodiversità per evitare il «disordine nel metabolismo della Terra». A questo proposito, Vandana ha poi introdotto Navdanja, il progetto da lei avviato in India che prevede la costituzione di banche comunitarie di semenze, importantissime per rigenerare le piantagioni, soprattutto dopo le catastrofi climatiche.
Un’altra voce femminile dell’evento, Isabella Pratesi, di Wwf Italia, ha collegato le donne alla crisi della biodiversità, vedendo però in loro e nella loro azione – costante ma silenziosa – la via verso una soluzione. La popolazione femminile è più colpita dalla distruzione del pianeta, poiché più vicina alle risorse naturali, oltre che più esposta e vulnerabile dal punto di vista del benessere fisico. Inoltre, «esistono delle barriere – spiega la Pratesi – invisibili che non consentono parità né valorizzazione del ruolo delle donne che, spesso, devono fare più fatica per farsi valere poiché si trovano in un cono d’ombra».
Per contrastare ciò il Wwf ha ampi obiettivi di genere con le donne al centro in qualità di: «attrici della gestione del bene comune, detentrici dei saperi della gestione della natura, oltre che di capacità maggiori di creazione di reti e di un senso profondo della vita e del suo valore».
Anche dalle parole di Don Luigi Ciotti emerge il cruciale ruolo delle donne, soprattutto nel combattere le ingiustizie, climatiche e non solo. A fianco delle donne che hanno dato un grande contributo alla lotta alla mafia sono citate le prime giovani attiviste per l’ambiente, la cui voce è emersa già 30 anni fa, di fronte ai potenti della Terra, durante il primo summit per il clima nel 1992.
«Il grido di Madre Terra ci chiama tutti in gioco, bisogna raggiungere un’ecologia integrale e le donne sono fondamentali in questo percorso grazie alla loro sensibilità, intelligenza e forza propositiva per la ricerca di vie alternative».
Così Don Ciotti, a celebrare il ruolo femminile. Il percorso suggerito non è di transizione, bensì di conversione, proprio per il totale coinvolgimento che mette in campo. Dalla frase conclusiva dell’intervento si riassume il significato dell’intero incontro: «Le donne sono generatrici di vita e speranza, si ha molto da imparare da loro».
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L’articolo è stato realizzato durante il workshop condotto da Marino Midena nell’ambito del Corso di giornalismo ambientale e culturale di Sapereambiente
Saperenetwork è...
- Vive tra Trento e il Piemonte, appassionata di viaggi e lingue straniere è laureata magistrale in Mediazione Linguistica, Turismo e Culture. Coniuga la sua curiosità e la sua passione per natura, lettura, fotografia e scrittura con l’interesse per il mondo della comunicazione e del giornalismo, con un occhio di riguardo per le tematiche culturali e ambientali.