Parchi della salute, la natura urbana di cui abbiamo bisogno
Spazi naturali, all’interno delle città, progettati da professionisti e certificati. Questo il focus 22/23 del Libro Bianco del Verde, progetto che mette in rete molte discipline e competenze, nella consapevolezza dell’impatto del verde sulla qualità della vita e sul benessere psico-fisico dei cittadini
Un racconto a molte voci quello del Libro Bianco del Verde, che ha avuto luogo ieri presso la Sala Serpieri del Palazzo della Valle a Roma, sede di Confagricoltura: esperienze, ricerche, punti di vista provenienti da diversi settori, ma tutti mossi da un obiettivo: rendere la natura protagonista delle nostre città, perché fattore essenziale per la nostra salute e qualità di vita.
Ma che cos’è il Libro Bianco del Verde?
È un percorso iniziato due anni fa per prendersi cura del verde attraverso un lavoro in rete di operatori pubblici e privati. Promosso da Assoverde e da Confagricoltura alla fine del 2020 con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, della Transizione Ecologica e dell’Anci, ha visto l’adesione di enti di ricerca, pubbliche amministrazioni, tecnici, professionisti ed esperti. Ieri ne è stato presentato il Focus 22-23 intitolato “La salute è il verde/ Il verde è la salute. Parchi della salute per un neo-rinascimento del verde e della sua cura”.
«Metà della popolazione mondiale abita nelle città, a breve saremo i due terzi – ha detto la presidente di Assoverde Rosi Sgaravatti, che ha aperto i lavori – e tutelare la salute è un diritto di tutti. Oggi le aree verdi urbane sono fondamentali ed ecco come un investimento diventa un risparmio, se ben progettato, curato e certificato».
L’inurbamento inarrestabile porta con sé l’urgenza di rendere l’ambiente delle città più salutare e a misura d’uomo.
I parchi della salute
Per Confagricoltura e Assoverde occorre sensibilizzare le amministrazioni comunali per creare “parchi verdi della salute” in ogni quartiere delle città metropolitane. Servono una pianificazione integrata per scegliere i siti più adatti ad accoglierli, una progettazione mirata fatta da professionisti che tenga conto, ad esempio, della scelta delle specie e della distanza dagli edifici, e una corretta e continua manutenzione del verde. Infine, serve una promozione della fruizione, per accrescere la consapevolezza dell’importanza della connessione con l’ambiente. Per assolvere in modo adeguato alla riduzione di polveri sottili e CO2, il progetto prevede di certificare tali parchi. Proprio per questo Assoverde e Confagricoltura hanno organizzato appositi tavoli di lavoro che hanno coinvolto un centinaio tra medici, istituzioni, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, in collaborazione con il CREA e l’Istituto Superiore di Sanità.
Il contributo della medicina
Coordinatore della Cabina di regia LBV presso l’ISS è stato l’ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia, medico presso il Policlinico Milano, che ha sottolineato l’urgenza di sensibilizzare a questi temi: «Se vogliamo salvarci dobbiamo capire dove andare e remare tutti in quella direzione. Qualcuno con la pandemia ha aperto gli occhi, noi siamo già una bomba che sta esplodendo, eppure abbiamo interessi organizzati vistosamente contro il cambiamento. Dobbiamo trovare degli accordi, perché ci va di mezzo la vita»
L’inquinamento, infatti, danneggia tutti gli organi del corpo umano perché gli inquinanti determinano uno stato di infiammazione cronica (stress ossidativo). «Parliamo nel mondo 7 milioni di morti l’anno su 57 milioni, più del 10%. Anche in Italia siamo a circa il 10% e sono morti evitabili» ha detto il medico Pier Mannuccio Mannucci della Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico.
Secondo Francesco Ferrini «Dipartimento DAGRI – Università di Firenze potremmo risparmiare 14-15 miliardi del SSN solo implementando il nostro verde. Ci vuole una piattaforma di governance a tutti i livelli».
I contributor dal mondo sanitario hanno messo in evidenza gli effetti positivi delle aree verdi sulla salute, secondo alcuni dei centinaia di studi esistenti sul tema. Livelli più bassi per pressione arteriosa diastolica, frequenza cardiaca, colesterolo HDL, diabete e nascite premature, e meno malattie cardiopolmonari e tumori. E poi, effetti positivi sulla dimensione socio-relazionale e psicologica. Per i bambini, ad esempio, sul rendimento cognitivo, sulla psicomotricità e sull’affettività (autoregolazione delle emozioni).
Aree verdi, non solo un filtro
Ma stare a contatto con la natura vuol dire anche altro. L’oncologo Vincenzo Valentini ha mostrato uno studio in cui la mortalità per pazienti con tumore al cervello era quasi dimezzata in base all’adesione a valori di resilienza e spiritualità. «Quello che impatterà la medicina nei prossimi anni è, si, l’Intelligenza Artificiale, ma anche i valori umanistici: emozionali, culturali, relazionali attivati da arte e bellezza. Molti sono gli ospedali in Italia che stanno proponendo la fruizione della bellezza della natura come risorsa terapeutica».
Nel corso della giornata molti dei 95 contributor del LBV dal mondo delle imprese, degli ordini professionali, della ricerca, hanno presentato il proprio lavoro partendo da aspetti tecnici fondamentali come l’analisi agronomica o la biodiversità animale, o il potenziamento dei vivai, abbandonati per anni e oggi, proprio quando il PNRR è pronto a investire nella riforestazione, sprovvisti delle risorse fondamentali.
Ma, piano piano, dai contributi dedicati alle aree verdi ogni aspetto della vita è stato toccato. Alcune delle parole chiave scelte dai relatori sono state equilibrio, educazione, equità sociale, inclusione, persone.
Grazia Francescato, presentata come una sorta di madrina della giornata, ha chiuso il proprio intervento sul concetto di One Health. La vera salute raggiunta tenendo conto dell’interconnessione tra esseri viventi. E ha aggiunto. «È necessario un recupero del senso della nostra vita e dare valore ai “punti luce”, persone e soggetti che fanno movimento, che fanno bene le cose buone, come i Fridays for Future. Questa operazione dei Parchi della Salute fa luce».
Saperenetwork è...
- Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.
Ultimi articoli
- Notizie6 Novembre 2024Cop16, passi avanti su aree marine e comunità indigene, ma poche risorse
- Arte31 Ottobre 2024The Mountain’s Eyes, cosa vedono le montagne
- Eventi30 Ottobre 2024“Suoni e Segni di Vaia”, la mostra multisensoriale che ci parla di clima
- Notizie22 Ottobre 2024Testimoni di nonviolenza, giovani israeliani e palestinesi in un tour italiano