School of sustainability, le città rifioriscono grazie agli studenti

Foto: Stefania Divertito

Dalla Pianura Padana a Napoli, da Reggio Emilia a Genova e a Bari: piazze, strade, edifici scolastici sono stati riprogettati al termine di un percorso didattico innovativo pensato per studentesse e studenti delle scuole secondarie di primo grado, che ha messo al centro la sostenibilità. Le competenze per centrare questo obiettivo sono state acquisite grazie a School of Sustainability, promossa da Bolton Hope Foundation e Future Education Modena: l’iniziativa, che si è conclusa in questi giorni, ha dato alla nuova generazione di studentesse e studenti gli strumenti per generare cambiamento, accrescendo le capacità Stem e intervenendo proattivamente sull’ecoansia attraverso la risposta a “challenge”, cioè la capacità di individuare i problemi ambientali intorno a sé e di trovare le soluzioni.

 

School of sustainability
Foto: School of sustainability

In tutta Italia, sono 70 le classi che partecipano al progetto e 181 gli insegnanti coinvolti, per un totale di 60 workshop in presenza, 30 progetti territoriali. 

Qualità dell’aria e salute energetica

Bergamo è nel cuore della Pianura Padana: le analisi dei dati della qualità dell’aria certificano, anno dopo anno, la grave situazione di tutta l’area. Gli studenti della scuola di Calvenzano, in provincia di Bergamo, adesso sanno riconoscere cosa può nascondere un cielo blu. Soprattutto, analizzando tutte le fonti di emissioni, hanno un’idea precisa di quali interventi servirebbero per migliorare la qualità dell’aria che respirano. Gli alunni di due classi terze delle secondarie di Valenzano, in provincia di Bari, invece hanno analizzato lo stato di “salute energetica” dell’edificio scolastico in cui studiano. Hanno imparato cosa significa dispersione e spreco energetico, hanno scelto di rimboccarsi le maniche proponendo soluzioni pratiche: i pannelli solari, il cappotto termico, un gazebo fotovoltaico, le valvole termoregolatrici dei termosifoni, i lampioni da esterno a energia solare. Hanno calcolato precisamente la dispersione termica ed energetica e il loro progetto, realizzato con l’aiuto di tecnici esperti, potrà essere presentato all’amministrazione.

 

 School of sustainability
Foto: School of sustainability

Agendo, con precisione e coscienza, i giovani studenti si fanno artefici del proprio destino e attori del cambiamento. Un passo alla volta.

Comportamenti virtuosi

A Solesino, in provincia di Padova, i giovani hanno realizzato un plastico della loro scuola, per studiarne la dispersione energetica. La loro proposta: parte dell’energia prodotta e non consumata potrebbe essere usata per illuminare la palestra di sera. Le studentesse e gli studenti desiderano una pensilina fotovoltaica e stalli per le bici, così da incentivare la mobilità sostenibile. Hanno poi fatto un passo in più: non soltanto chiedere un incontro agli amministratori, ben consapevoli che servono fondi per realizzare il progetto, ma si sono domandati che cosa avrebbero potuto fare loro. La loro risposta: la redazione di un testo nel quale hanno stilato una serie di comportamenti virtuosi da perseguire.

Visioni nel metaverso

A Reggio Emilia, grazie al progetto, gli alunni hanno scoperto che la scuola ha solo 10 vetri doppi (13%), ben 67 lampade neon (38%) e 108 lampade a led (62%). L’analisi è stata fondamentale per capire in che modo intervenire. Quindi, numeri alla mano, hanno calcolato come risparmiare e quanto gli interventi possano essere convenienti anche per le casse della scuola e quanto possano essere importanti per la riduzione della CO2 in atmosfera. A Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, l’analisi del verde del plesso scolastico è stata realizzata con un progetto realizzato con il metaverso. Poi i rendering della scuola si sono arricchiti con alberi, cespugli, panchine. Il tutto calcolando prima il fabbisogno di partenza, in un esercizio necessario per la sfida di migliorare il mondo intorno a loro.

 

School of sustainability
Foto: School of sustainability

Liberare le città

Piazza del Gesù è uno dei luoghi più iconici di Napoli, patrimonio Unesco dal 1995: nel pieno del centro storico, alla fine del Decumano, è crocevia di incontri, percorsi turistici, di affari. È una piazza bellissima ma senza verde, come hanno rilevato i giovani studenti dell’istituto comprensivo Foscolo Oberdan. Hanno realizzato rendering nei quali la piazza diventa piena di alberi e aiuole, e quindi anche di animali, ma l’aspetto più complicato, secondo loro, non è neanche rinverdire la zona, quanto liberarla da auto, bus e altri mezzi a motore. I giovani, insomma, chiedono di ridurre l’impatto ambientale dei luoghi dove studiano e trascorrono gran parte delle loro giornate, nella consapevolezza che non si tratta solo di edifici “di passaggio”, ma di luoghi importanti, che devono poter fare la propria parte nella lotta ai cambiamenti climatici.

Esattamente come loro.

 

Saperenetwork è...

Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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