Atlante delle foreste, alberi a dimora per un futuro più sostenibile

La messa a dimora di alberi procura benefici economici e sistemici

Atlante delle foreste, alberi a dimora per un futuro più sostenibile

2,4 milioni di alberi piantati in Italia nel 2023, su una superficie pari a oltre 3.000 ettari. Alla sua quarta edizione, l’indagine condotta da Legambiente e AzzeroCO2 col supporto tecnico di Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, rivela gli investimenti in riforestazione e i benefici che ne conseguono

Un quadro significativo degli interventi di messa a dimora di alberi effettuati in Italia e l’analisi dei benefici che ne derivano, economici e sistemici. È questo l’Atlante delle Foreste, studio realizzato attraverso una rigorosa raccolta dati da Legambiente in collaborazione con Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, e su un modello di calcolo elaborato da AzzeroCO2. Un documento cruciale per la comprensione delle sfide e delle opportunità, per portare avanti politiche di pianificazione forestale a lungo termine, integrate con le esigenze dei territori. Necessaria nella lotta agli effetti del cambiamento climatico e del dissesto ecologico, la forestazione è al centro dell’indagine che rivela un investimento di 2,4 milioni di alberi su una superficie pari a oltre 3.000 ettari.

Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente

Il ritorno economico

Piantare alberi è una scelta concreta e lungimirante, il cui ritorno economico, stimato in oltre 16 milioni di euro all’anno, avviene in soli 4-5 anni, a fronte di una vita media dei progetti superiore ai trenta. L’impatto positivo generato dalle nuove infrastrutture verdi viene calcolato considerando diversi fattori, quali la mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo, l’impatto sul turismo sostenibile e sulle attività culturali. Infine le foreste garantiscono la disponibilità della biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi forestali per le generazioni future.

I finanziamenti

Nonostante a fine 2023 l’obiettivo iniziale del PNRR sia stato ridimensionato nel numero di alberi e nell’importo ammesso a finanziamento e che, per molti progetti, la fase di transplanting programmata non sia stata portata a termine, è indubbio che il suo ruolo nei progetti di forestazione sia di rilievo. Per il biennio 20232024, sono già stati finanziati altri 52 progetti per oltre 2,5 milioni di piante, con un investimento di 113 milioni di euro. Il nuovo obiettivo prevede la messa a dimora di 4,5 milioni di alberi con un finanziamento ridotto a 210 milioni di euro. Altri strumenti saranno: l’istituzione del Registro pubblico dei crediti di carbonio generati dal settore agroforestale e, a livello europeo, la Nature Restoration Law.

Infografica_italia_interventi (Atlante delle Foreste)

Dove si è investito

I progetti presi in esame riguardano aree urbane ed extra-urbane attraverso la sinergia di finanziamenti pubblici e privati. La regione con più alberi piantati, nel periodo temporale considerato, è il Trentino-Alto Adige, seguita da: Piemonte, Basilicata e Puglia. Per quanto riguarda le Città metropolitane le prime posizioni sono occupate da: Bari, Messina e Torino, grazie a interventi di forestazione finanziati con i fondi del Decreto Clima e del PNRR. Assenti, invece, finanziamenti regionali di nuove piantagioni nell’anno 2023 in: Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Calabria e Molise. Tuttavia questo non è necessariamente un indicatore negativo, va contestualizzato nella specifica realtà regionale e nell’arco temporale di riferimento del rapporto. In alcuni casi le nuove attività di forestazione sono state messe in programma per il 2024, mentre in Liguria la scelta di non investire è legata all’elevata percentuale di superficie boschiva regionale. Bisogna inoltre tenere conto del fatto che il 2023 è un anno di transizione per le politiche forestali italiane: si è infatti concluso il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 e si è in attesa della piena operatività dei nuovi piani strategici.

Modelli di riforestazione e specie esotiche

«Considerando che l’estate appena trascorsa potrebbe essere la più fresca tra quelle future, è fondamentale rivedere le linee guida e i modelli di riforestazione applicati per decenni, che oggi non sempre sono adeguati a fronteggiare le nuove sfide» ha commentato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2.

 

Sandro Scollato, amministratore delegato AzzeroCo2
Sandro Scollato, amministratore delegato AzzeroCo2

 

Non tutti gli alberi sono uguali e neanche i territori che li ospitano, per questo è dirimente la scelta delle specie arboree messe a dimora. Lo studio, infatti, suggerisce il potenziale utilizzo delle specie esotiche non invasive, che in determinati contesti potrebbero rafforzare la resilienza dei territori sottoposti oggi a un forte stress. Di fronte all’accelerazione del cambiamento climatico alcune piante si rivelano più adatte di altre, per questo potrebbero essere necessari dei “compromessi” nella selezione delle specie da utilizzare, con l’obiettivo di favorire la progressiva ricostituzione di un suolo forestale e di creare le condizioni per il ritorno delle specie autoctone. Dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente «Proprio la messa a dimora di piante per creare polmoni verdi per le nostre città è uno degli obiettivi della nostra storica campagna Festa dell’Albero che quest’anno celebriamo dal 21 al 24 novembre con decine di eventi in collaborazione con il progetto europeo Life Terra. Perché vogliamo città più belle e respirabili, ma anche più resilienti agli effetti – sempre più impattanti – della crisi climatica: un risultato che passa soprattutto dalla buona gestione degli spazi verdi urbani, ancora troppo spesso trascurati, se non addirittura abbandonati».

 

 

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