Autoproduzione ed ecominimalismo sui social. Intervista all’influencer Elisa Nicoli
La content creator e scrittrice propone su tutti i canali i propri tips per ridurre, in ogni ambito del vivere quotidiano, l’impatto ambientale e climatico. E soprattutto, il proprio invito all’essenzialità: «Senza ridurre le cose che possediamo non è possibile essere sostenibili»
È possibile parlare di autoproduzione sui nuovi media? L’EcoNarratrice Elisa Nicoli riesce in questo intento da anni. Classe 1980, di Bolzano, si laurea in scienze della comunicazione con una tesi sul montaggio cinematografico e fa un master in comunicazione ambientale. Innamorata della natura selvaggia, dal 2007 lavora come regista di documentari e scrittrice di tematiche ambientali, pubblicando molti libri tra cui Rifiuti Addio, Il Libro delle Libere Erbe, Plastica Addio e Ecominimalismo: l’arte perduta dell’essenziale. Grazie alla pandemia unisce tutte le proprie competenze nella professione di green influencer, in veste di @eco.narratrice.
Perché @eco.narratrice?
Giocavo da tempo sui social, con il nome di “Il laboratorio dell’autoproduzione”, @autoproduco. Ho iniziato parlando di autoproduzione, anche pubblicando libri sulla tematica. Col tempo, però, mi sono resa conto che era un argomento troppo riduttivo e non sempre andava di pari passo con la sostenibilità. Ho cominciato a parlare di ecologia in senso più ampio, innanzitutto su Instagram, finché a maggio 2021 al mio compagno è venuta un’intuizione per un nuovo nome, mentre apriva lo sportello del forno: “e se ti chiamassi Eco Narratrice?”. È stato amore a prima vista. Fra il resto ci siamo accorti qualche giorno dopo che ha le stesse iniziali del mio nome e cognome. Da maggio 2021 ho cambiato nome e ho iniziato a fare le cose sul serio. E sono cresciuta molto più rapidamente.
Perché Eco Narratrice? Perché io prevalentemente narro, racconto… non mi piace definirmi una persona che educa o insegna, ma solo racconta e ispira con l’esempio.
Quanto è importante fare informazione sui social? Come lavori sulle tue pagine?
Proprio oggi mi è arrivato il messaggio di un laureando in ingegneria gestionale, che sta studiando per diventare green project manager e mi ha detto che gli è nata la passione per le tematiche legate alla sostenibilità grazie al mio impegno. È per questo che lavoro sui social: per ispirare a buone pratiche, per fare appassionare le persone al tema della riduzione dell’impatto ambientale, affinché la sensibilità si diffonda sempre più rapidamente, tanto da far crescere una massa critica che può riuscire a salvarci dalla sesta estinzione di massa.
Oltre ad essere una content creator, sei una scrittrice. Parlaci dei tuoi libri legati alle tematiche ambientali.
Dal 2010 ho pubblicato 10 libri, tutti su tematiche ambientali, con una particolare attenzione, come detto, sulla riappropriazione di competenze preziose in passato e ancor più oggi, dove non sappiamo neanche più come crescono i pomodori, da tanto siamo dissociati dalla natura. Ho iniziato con un libro sulla raccolta spontanea delle piante (ora si chiama “Libere erbe”), poi cosmetici e detersivi (ora si chiama “Pulizie Creative”), autoproduzione in cucina (“100 cult in padella”), upcycling (fuori catalogo, ma si chiamava “Questo libro è un abat jour”), un’autobiografia sul mio percorso si riduzione del mio impatto ambientale (“Senza pesare sulla terra”), un libro sui cammini nell’Italia Selvaggia (“L’Italia Selvaggia”, esaurito) e due libri sulle tematiche che più mi stanno a cuore, cioè i rifiuti (“Plastica Addio” e “Rifiuti Addio”). Infine nel 2023 è uscito “Ecominimalismo: l’arte perduta dell’essenziale”.
E i tuoi corsi?
Da 15 anni tengo corsi di autoproduzione di saponi, cosmetici e detersivi. Parallelamente tengo serate di informazione sui rifiuti e sulla riduzione di rifiuti.
Quali sono i tips che senti maggiormente di dover dare ai tuoi follower?
Puntare all’ecominimalismo. Senza ridurre le cose che possediamo non è proprio possibile essere sostenibili. È un percorso lungo, soprattutto per chi, come me, viene dall’accumulo di oggetti, perché “prima o poi potrebbero servire”. La maggior parte delle volte, se non li usiamo per più di 6 mesi, non li useremo mai più. E restano lì in casa, inutilizzati, a ingombrare spazio e spazio mentale, mentre potrebbero essere utili a qualcun altro.
Visualizza questo post su Instagram
Saperenetwork è...
- Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.
Ultimi articoli
- Comunicazione13 Dicembre 2024Autoproduzione ed ecominimalismo sui social. Intervista all’influencer Elisa Nicoli
- Architettura5 Dicembre 2024Spazi che educano. L’architettura sociale di Mario Cucinella
- Agricoltura19 Novembre 2024A Palermo un Simposio per migliorare la sostenibilità del vino
- Arte24 Ottobre 2024Torna GAU, arte e risanamento urbano a Corviale