Il mio amarcord di Antonio Cederna
Una passeggiata dentro Villa Pamphili, a Roma, nel maggio di cinquant’anni fa che diede il via ad un lungo rapporto da “maestro” a “discepola”. Grazia Francescato, già presidente del Wwf Italia, esponente di primo piano della cultura ambientalista, ricorda il suo legame con Antonio Cederna
SPECIALE ANTONIO CEDERNA: Trenta righe sull’ambiente, se non succede qualcosa, di ANTONIO CEDERNA
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Sono naturalmente tutta orecchi; tra quelli che spero un giorno di chiamare “colleghi” c’è un signore alto e sottile che avevo già sbirciato, senza osare avvicinarlo (così severo quel suo profilo di aquila! così guizzanti d’ironia beffarda, a tratti, lo sguardo!) nella sede di Italia Nostra, cui mi ero iscritta nel 1970, appena arrivata a Roma dal natio paesello sul Lago Maggiore.
«Questo viale è ancora perfetto. Ma se spalancate al pubblico senza pensare a come custodire le statue a lato, le troverete decapitate e rubate». E via ammonendo e denunciando, con un tono indignato e ferocemente dolente che, avrei poi scoperto, era il suo usuale contrassegno.
I “grazie” che ti dicevo allora li posso ripetere oggi, più profondi e consapevoli.
Saperenetwork è...
- Ambientalista, giornalista, già presidente del Wwf-italia, presidente e parlamentare dei Verdi e portavoce dei Verdi europei. Attualmente Responsabile dei Rapporti Internazionali per Greenaccord, Associazione per la Salvaguardia del Creato. Autrice di numerosi saggi sulle questioni ambientali e di testi sulla relazione tra Natura e Spiritualità.
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