Orientare le politiche in chiave eco-sociale, le proposte del Forum DD
Gli impatti della crisi climatica e delle misure per contrastarla sulla popolazione più vulnerabile, al centro della conferenza “Welfare energetico locale. Una nuova frontiera di giustizia sociale e ambientale di fronte alla crisi climatica”
La conferenza “Welfare energetico locale. Una nuova frontiera di giustizia sociale e ambientale di fronte alla crisi climatica”, organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità a Roma, gli scorsi 15 e 16 novembre, ha presentato una serie di proposte concrete per rendere maggiormente aderenti ai bisogni delle persone misure vigenti, o in via di introduzione, relativi alla crisi climatica. Un’analisi nata dopo un anno di crescenti disastri climatici e di aumento generalizzato delle temperature. Oltre alle questioni tecniche, necessarie al processo di decarbonizzazione, ci si è concentrati su un tema meno dibattuto: i nuovi rischi sociali, generati dalla crisi climatica e dalle politiche per contrastarla, cui è esposta soprattutto la popolazione più vulnerabile.
Il contesto
La crisi climatica marcia più veloce di ogni previsione. Come dimostrato dai dati diffusi dal Copernicus Climate Change Service dell’UE nel 2024 si è superato, per la prima volta per tutto l’anno, il limite di sicurezza di 1,5°C al di sopra della media preindustriale. L’altrettanto veloce processo di decarbonizzazione può produrre nuove disuguaglianze sociali e territoriali, e il neopresidente Usa Donald Trump è scettico sulla crisi climatica oltre che sostenitore del mondo del fossile.
Focus sui bisogni delle persone
Il documento “Welfare energetico locale. Una nuova frontiera di giustizia sociale e ambientale di fronte alla crisi climatica” disegna un welfare rinnovato in grado di dare risposte a questi nuovi rischi. Un welfare energetico locale (Wel), costruito mettendo al centro i luoghi di vita, spazi di possibilità per concretizzare una transizione energetica che risponda ai bisogni delle persone. Questo è il frutto di quanto è emerso da due anni di ricerca-azione a livello locale con il progetto Wel, realizzato insieme alla Fondazione Basso, e raccogliendo la competenza in campo sociale e ambientale di alcune organizzazioni – Caritas, CittadinanzAttiva, Cnca, Ecco, Coop., Fondazione Messina, Legambiente, Kyoto Club, Nuove Rigenerazioni – che hanno allargato lo sguardo alla politica nazionale ed europea e contribuito alla stesura del documento.
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Accesso all’energia: nuovo rischio sociale
La funzione del welfare va riletta in una prospettiva eco-sociale, con particolare attenzione alla questione dell’accesso all’energia che, dopo l’avvento delle privatizzazioni e la nascita del mercato libero, si configura come un nuovo rischio sociale. Con l’emersione di una consapevolezza: per il successo della transizione energetica la fonte dalla quale si produce energia non è più indifferente così come l’efficienza con la quale viene consumata. L’obiettivo è arrivare alla definizione di un welfare energetico che riconosca l’accesso all’energia rinnovabile e all’efficientamento energetico dei consumi come diritto di cittadinanza e il protagonismo delle persone nella transizione come diritto sociale e istanza di partecipazione democratica. Il documento rappresenta il primo tassello della proposta di un più generale welfare climatico che tocchi: mobilità, salute, lavoro, messa in sicurezza del territorio.
Sempre nella convinzione che le politiche ambientali, se non incorporano la dimensione sociale, possono avere impatti iniqui che accrescono le disuguaglianze.
Proposte
Il documento analizza nove misure vigenti o in via di introduzione in Italia – in molti casi in attuazione di direttive europee – per renderle più adatte a rispondere ai nuovi rischi sociali e ambientali. Le misure sono: Pniec, Pnacc, Fondo sociale per il clima, Direttiva Case Green, Bonus sociali per l’elettricità e il gas per disagio economico, Reddito energetico, Comunità energetiche rinnovabili, Conto Termico, incentivi per interventi di efficientamento energetico. Per ognuna vengono avanzate proposte concrete per caratterizzare la policy in una prospettiva eco-sociale. Si parte dalla necessità di incentrare ogni strategia per trasformare il contrasto alla vulnerabilità energetica in un sostanziale rinnovamento del welfare. Le misure si dividono in tre ambiti: quelle di sostegno al reddito, affinché le persone abbiano la possibilità economica di fare scelte in campo energetico, quelle che mettono sul tavolo incentivi per soluzioni tecniche e tecnologiche e quelle che favoriscono la creazione di infrastrutture sociali. Da qui le proposte di: prevedere la cessione del credito per chi non ha la capienza fiscale sufficiente ad assorbire l’importo incentivato, l’integrazione delle politiche sugli edifici con interventi a scala di comunità e di quartiere, la concentrazione delle risorse sull’Edilizia residenziale pubblica. Infine l’attenzione al rafforzamento per le infrastrutture sociali. Va in questa direzione, tra le altre, la proposta di dare un ruolo maggiore ai sindaci e alla società civile organizzata nell’ambito del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), fondamentale per fronteggiare eventi estremi come le alluvioni:
nella consapevolezza, oggi totalmente assente dal Piano, della funzione delle infrastrutture sociali e delle relazioni di prossimità che incrementano le capacità di una comunità di prepararsi e di saper rispondere agli impatti climatici attuali e futuri.
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