Passa l’infrastruttura pubblica per la salute, si guarda alle elezioni UE
Approvato a Strasburgo il Rapporto sulle lezioni della pandemia che contiene la proposta di uno sviluppo di farmaci e vaccini bene comune. Tra i sostenitori i premi Nobel Sen e Barish. Forum DD «L’infrastruttura sia al centro dei programmi politici del 2024»
La scorsa settimana il Parlamento EU ha approvato il Rapporto sulle lezioni della pandemia di Covid-19 che contiene la proposta di un’infrastruttura pubblica europea che sviluppi vaccini e farmaci come bene comune, nata all’interno del Forum Disuguaglianze e Diversità. Questo risultato è arrivato a un anno dal lancio del primo appello alle Istituzioni europee da parte di un’alleanza fra scienziati, medici e organizzazioni della società civile.
Nelle ore prima del voto avevano aderito alla petizione anche altre personalità del mondo scientifico e accademico importanti a livello internazionale come il Premio Nobel dell’Economia Amartya Sen e il Premio Nobel per la Fisica Barry Barish, che si aggiungono al Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Ora il Forum Disuguaglianze e Diversità, in vista delle elezioni europee del prossimo anno, auspica che l’infrastruttura pubblica europea per la salute diventi punto centrale di ogni programma che chiede un’Europa giusta e un’attenzione massima per la salute di cittadine e cittadini europei.
Cosa c’è nel Rapporto approvato
Il Rapporto, votato da 385 eurodeputati (contrari 193, astenuti 63), è un primo passo verso una salute come bene comune, di cui la Commissione e gli Stati membri dovranno tenere conto nelle prossime azioni regolatorie e legislative. Il Rapporto infatti potrà avere un impatto sulla revisione della legislazione europea sui farmaci, sull’ambizione a creare una Unione Europea della Salute, sulle iniziative della Commissione e di altre istituzioni quali EMA, ECDC e la neonata Autorità per le emergenze (Hera).
Nel testo finale del Rapporto, sono rimaste anche la raccomandazione a rafforzare Hera, e la richiesta a Commissione e Stati Membri di fare in modo che in futuro, a fronte di un rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini assunto soprattutto dai contribuenti, come avvenuto con la pandemia di Covid-19, si producano «adeguati benefici nell’interesse pubblico». Infine il Parlamento, con evidente riferimento all’esperienza fatta, ha riconosciuto la necessità di relazioni più trasparenti con le aziende farmaceutiche, stabilendo regole certe. In merito alla proprietà intellettuale, invece, nel Rapporto sono rimaste alcune affermazioni contraddittorie: pur riconoscendo che l’esclusiva brevettuale può limitare il mercato e l’accesso alle medicine, si afferma che il sistema dei brevetti incentiva le imprese a innovare nell’interesse pubblico. Eppure è ormai noto qual è stato il costo sociale di non avere avuto un vaccino Covid-19 come bene pubblico globale.
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