L’anima delle città-fabbrica. Il viaggio fotografico di Mattia Crocetti nelle X–Town d’Italia

Il ritratto poetico di un’Italia industriale che sopravvive tra rovine e speranze. Dove il confine tra dignità del lavoro e ferite ambientali diventa sottile e dolorosamente umano. La mostra, promossa da Scomodo, a Roma fino al 21 febbraio
14 Febbraio, 2025
3 minuti di lettura

Cosa significa vivere in una città fabbrica? Augusta, Carbonia, Carrara, Marghera e Piombino: sono quelle raccontate dal fotografo Mattia Crocetti nel progetto editoriale di Scomodo, realizzato con il sostegno di Spi Cgil. Si intitola X-Town – Vivere in una città fabbrica e una mostra fotografica dedicata alla prima stagione del progetto è visitabile presso la Casa dell’architettura di Roma fino al 21 febbraio. Proprio da una di queste città, Piombino, arriva l’autore degli scatti: «Sentivo la necessità di raccontare cosa ha significato e significa l’acciaieria in città: da un lato il lavoro, dall’altro la violazione del diritto alla salute» spiega Crocetti.

Mattia Crocetti
Il fotografo Mattia Crocetti. Foto: Scomodo

«E da questa realtà volevo raccontare quella di altre company town italiane».

Contraddizioni sotto gli occhi

Come emerge dalle immagini in mostra, l’indagine visiva non si limita a documentare il paesaggio industriale, ma riesce a cogliere le contraddizioni di un modello economico che appare sempre più insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Il contrasto emerge nei dettagli delle imponenti strutture ormai in disuso e nei volti dei protagonisti di un benessere e di una crescita economica ormai tramontata, con le immagini dei grandi impianti e delle attività ancora attive che continuano ad avere conseguenze ambientali e sanitarie difficili da ignorare. Tanto che sempre più giovani hanno abbracciato la transizione ecologica ed energetica.

Dialogo fra le generazioni

C’è il passato, il presente e il futuro. Le immagini parlano di territori vissuti tra nostalgia e consapevolezza del cambiamento, tra la difficoltà di immaginare un’economia che non ruoti attorno alla fabbrica e il bisogno di preservare l’ambiente. Con oltre duecento scatti e 80 interviste, l’obiettivo del progetto è proprio il dialogo tra le vecchie e le nuove generazioni, cogliendo i cambiamenti delle ambizioni lavorative, delle aspettative di vita, della percezione del diritto a un ambiente sano e alla salute e del diritto al lavoro.

Cosa rimarrà dopo il marmo?

Ma cosa significa essere giovani e vivere questo contesto? «È difficile rispondere in un contesto storico-culturale di questo genere. Ma bisogna porsi il problema di conciliare il lavoro con l’etica personale» ha detto durante l’inaugurazione Margherita Cantarelli, attivista del Collettivo Tirtenlà che a Carrara è impegnato per la tutela delle Alpi Apuane. «Da qui – ha aggiunto– i ragazzi se ne vanno e cercano opportunità culturali altrove nonostante il territorio potrebbe offrire tutto: mare, montagna, collina, pianura e città».

LEGGI ANCHE >
Rivoluzione Fontana. Il fotografo che reinventò il paesaggio

Ma in realtà quel territorio, più che offrire, tende a distruggere le risorse che possiede: «Noi organizziamo una serie di progetti per decostruire la narrazione che ruota attorno alle cave e a valorizzare altro dei luoghi in cui abitiamo. Io faccio l’insegnante e ho scelto di restare, ma qui la maggior parte delle entrate economiche nella provincia sono legate all’industria del marmo. Però la riflessione è che il marmo estraibile a un certo punto finirà. Non possiamo fare a meno di chiederci: cosa rimarrà?».

L'anima delle città fabbrica: un momento del dibattito
Foto: Scomodo

Sostenibilità e lavoro

Ad essere certe, però, sono le contraddizioni delle città-fabbrica. Come ha spiegato Tania Scacchetti, segretaria generale del Sindacato pensionati Cgil: «Le immagini e i racconti di X-Town hanno messo in evidenza come le industrie pesanti abbiano acuito l’assenza di alternative lavorative nelle città, ma anche il difficile rapporto tra ambiente e lavoro, il consumo del territorio e il rischio per la salute». Tuttavia, ha aggiunto Scacchetti: «Nel progetto è evidente come nel lavoro, sia oggi che ieri, le persone si realizzino e non è solo una questione economica. Certo, le fabbriche hanno cambiato le relazioni sociali e la città stessa, ma oggi c’è bisogno di un ulteriore cambiamento».

LEGGI ANCHE >
Sette mostre sull'ambiente nel 2025 che non potete perdere

Bisogna creare un nuova maniera di dialogare con i giovani che vedono il sindacato come un soggetto freddo e di altri tempi, sostiene Sacchetti: «La trasformazione sostenibile non può che andare di pari passo con la dignità del lavoro e con i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».

Alternative possibili

Nel frattempo le immagini di X-Town e i racconti degli operai storici e dei giovani restano come un invito a interrogarsi su possibili alternative, senza mai perdere di vista la dimensione umana.

Vivere nelle città fabbrica: l'esposizione fotografica
Foto: Elisa Rossi

Non una semplice testimonianza, ma un racconto partecipato di chi vive queste contraddizioni sulla propria pelle.

Per saperne di più

www.architettiroma.it

Mielizia

Saperenetwork è...

Elisa Rossi
Elisa Rossi
Laureata in Media, comunicazione digitale e giornalismo e in Comunicazione pubblica e d’impresa presso l’Università La Sapienza di Roma, sin da bambina sogna di diventare giornalista. Tra ruoli da web content writer e copywriter ha collaborato e collabora con alcuni siti di informazione online parlando di cultura e viaggi. Appassionata anche di tematiche ambientali e sociali, crede fermamente che cercare, raccontare e condividere storie sia una delle chiavi di miglioramento per una società civile. Ama esplorare nuovi luoghi e si sente a casa quando passeggia e poi si ferma a leggere a stretto contatto con la natura.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Il favoloso mondo delle piante

Un abete più vecchio delle piramidi e tanto altro. Nel mondo delle piante con Mancuso e Giordano

L’essere vivente più vecchio del mondo? Forse non tutti sanno che si tratta di un albero. È Tjikko, un abete rosso che vive in Svezia e ha compiuto be

Alfie e io

"Alfie e io". Carl Safina racconta la sua speciale amicizia con un rapace

Autore:

Può accadere che le grandi avventure non abbiano bisogno di migliaia di chilometri percorsi in treno o aereo, con ore di jet lag da smaltire. È possib

Storia precedente

Sisma nelle Cicladi, dopo Santorini anche Amorgos in stato di emergenza

Il puledro Ettore. Foto: Parco nazionale di Pantelleria
Prossima storia

Pantelleria, è nato un asino pantesco dopo trent’anni

Leggi anche...