Cosa significa vivere in una città fabbrica? Augusta, Carbonia, Carrara, Marghera e Piombino: sono quelle raccontate dal fotografo Mattia Crocetti nel progetto editoriale di Scomodo, realizzato con il sostegno di Spi Cgil. Si intitola X-Town – Vivere in una città fabbrica e una mostra fotografica dedicata alla prima stagione del progetto è visitabile presso la Casa dell’architettura di Roma fino al 21 febbraio. Proprio da una di queste città, Piombino, arriva l’autore degli scatti: «Sentivo la necessità di raccontare cosa ha significato e significa l’acciaieria in città: da un lato il lavoro, dall’altro la violazione del diritto alla salute» spiega Crocetti.


«E da questa realtà volevo raccontare quella di altre company town italiane».
Contraddizioni sotto gli occhi
Come emerge dalle immagini in mostra, l’indagine visiva non si limita a documentare il paesaggio industriale, ma riesce a cogliere le contraddizioni di un modello economico che appare sempre più insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Il contrasto emerge nei dettagli delle imponenti strutture ormai in disuso e nei volti dei protagonisti di un benessere e di una crescita economica ormai tramontata, con le immagini dei grandi impianti e delle attività ancora attive che continuano ad avere conseguenze ambientali e sanitarie difficili da ignorare. Tanto che sempre più giovani hanno abbracciato la transizione ecologica ed energetica.
Dialogo fra le generazioni
C’è il passato, il presente e il futuro. Le immagini parlano di territori vissuti tra nostalgia e consapevolezza del cambiamento, tra la difficoltà di immaginare un’economia che non ruoti attorno alla fabbrica e il bisogno di preservare l’ambiente. Con oltre duecento scatti e 80 interviste, l’obiettivo del progetto è proprio il dialogo tra le vecchie e le nuove generazioni, cogliendo i cambiamenti delle ambizioni lavorative, delle aspettative di vita, della percezione del diritto a un ambiente sano e alla salute e del diritto al lavoro.
Cosa rimarrà dopo il marmo?
Ma cosa significa essere giovani e vivere questo contesto? «È difficile rispondere in un contesto storico-culturale di questo genere. Ma bisogna porsi il problema di conciliare il lavoro con l’etica personale» ha detto durante l’inaugurazione Margherita Cantarelli, attivista del Collettivo Tirtenlà che a Carrara è impegnato per la tutela delle Alpi Apuane. «Da qui – ha aggiunto– i ragazzi se ne vanno e cercano opportunità culturali altrove nonostante il territorio potrebbe offrire tutto: mare, montagna, collina, pianura e città».
Ma in realtà quel territorio, più che offrire, tende a distruggere le risorse che possiede: «Noi organizziamo una serie di progetti per decostruire la narrazione che ruota attorno alle cave e a valorizzare altro dei luoghi in cui abitiamo. Io faccio l’insegnante e ho scelto di restare, ma qui la maggior parte delle entrate economiche nella provincia sono legate all’industria del marmo. Però la riflessione è che il marmo estraibile a un certo punto finirà. Non possiamo fare a meno di chiederci: cosa rimarrà?».


Sostenibilità e lavoro
Ad essere certe, però, sono le contraddizioni delle città-fabbrica. Come ha spiegato Tania Scacchetti, segretaria generale del Sindacato pensionati Cgil: «Le immagini e i racconti di X-Town hanno messo in evidenza come le industrie pesanti abbiano acuito l’assenza di alternative lavorative nelle città, ma anche il difficile rapporto tra ambiente e lavoro, il consumo del territorio e il rischio per la salute». Tuttavia, ha aggiunto Scacchetti: «Nel progetto è evidente come nel lavoro, sia oggi che ieri, le persone si realizzino e non è solo una questione economica. Certo, le fabbriche hanno cambiato le relazioni sociali e la città stessa, ma oggi c’è bisogno di un ulteriore cambiamento».
Bisogna creare un nuova maniera di dialogare con i giovani che vedono il sindacato come un soggetto freddo e di altri tempi, sostiene Sacchetti: «La trasformazione sostenibile non può che andare di pari passo con la dignità del lavoro e con i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».
Alternative possibili
Nel frattempo le immagini di X-Town e i racconti degli operai storici e dei giovani restano come un invito a interrogarsi su possibili alternative, senza mai perdere di vista la dimensione umana.


Non una semplice testimonianza, ma un racconto partecipato di chi vive queste contraddizioni sulla propria pelle.