Dal luccichio della pubblicità ai randagi della Romania. Sara Turetta racconta la sua vita per i cani

Sara Turetta © Silvia Amodio

Dal luccichio della pubblicità ai randagi della Romania. Sara Turetta racconta la sua vita per i cani

La fondatrice dell’associazione Save the Dogs and other Animals, si racconta in un libro. Una storia che fa sorridere, soffrire e sperare insieme a una donna che ha avuto il coraggio di abbandonare le proprie certezze per correre in aiuto dei cani randagi nella Romania postcomunista

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È il 2001. Le pagine di un quotidiano sconvolgono per sempre la vita di una giovane donna, con un lavoro impegnativo e stimolante, una famiglia presente, un compagno con cui condividere la quotidianità e una vita attiva nel volontariato. Si tratta di un articolo del Corriere della Sera, in cui è raccontata la strage di cani randagi che si sta perpetuando in Romania. Tanto basta per abbandonare tutte le proprie certezze e correre in aiuto di quegli animali indifesi. È solo l’inizio della missione di Sara Turetta, fondatrice dell’associazione Save the Dogs and other Animals, narrata nelle pagine del suo libro, I cani, la mia vita, pubblicato da Edizioni Sonda.

 

Guarda “This is us! (Save the Dogs 2018)”

Giù nell’oscurità per aiutare i randagi in pericolo

Doveva essere un viaggio di poche settimane per vedere cosa stesse accadendo, per salvare dei cani, per dare una mano nello spazio ritagliato nel tempo libero, ma quella discesa negli inferi  in una comunità segnata dalle precedenti vicende storiche colpisce Sara più di quanto potesse immaginare. Il randagismo incontrollato è il riflesso della situazione politica e sociale sviluppatasi nel periodo postcomunista. Turetta scrive:

«La cosa più sconcertante è l’indifferenza della gente: i ragazzi che sniffano colla, i randagi e i mendicanti sono lo sfondo pressoché invisibile su cui si muove una popolazione in lotta contro miseria, corruzione e malasanità. Per molti rumeni, il carico di dolore da sopportare ogni giorno è già troppo grande per poter aggiungere altri pesi al fardello. Immersi in una realtà fatta di sofferenze e ingiustizie, per sopravvivere si sono costruiti una corazza, unica alternativa alla disperazione».

Quasi soffocata da questa atmosfera Sara non scappa via, non chiude questa parentesi anzi, presto decide di lasciare Milano, e il suo lavoro nella prestigiosa agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi, per cercare di aiutare quei cani: in Romania l’alternativa per questi animali abbandonati, quindi riprodottisi senza alcun controllo e in certi casi pericolosi per i cittadini, è la morte inflitta con modalità quasi sempre dolorose e crudeli. Davanti a questa tragedia, Turetta sente che non può tornare a casa e ignorare quella che è una vera e propria strage.

 

Una lucida vocazione

Ciò che più colpisce del racconto di Sara Turetta è la sua lucidità: nonostante si cacci in situazioni difficili spingendo il suo cuore oltre l‘ostacolo, la sua visione dell’animalismo non è sentimentalista e, soprattutto, è contestualizzata. Nel suo viaggio spesso le è stato fatto notare che “vengono prima i bambini e poi i cani”, ma lei ribatte: «Come se ci fosse una gerarchia assoluta delle sofferenze del mondo a cui ognuno di noi deve attenersi e in cui non è ben chiara la posizione di anziani, disabili o donne maltrattate, quasi mai menzionati in questi casi. Un atteggiamento che non esito a definire miope, perché esclude categorie di deboli in base a un pregiudizio, invece di includerle e di metterle in relazione l’una con l’altra. Le ingiustizie del mondo, in realtà, sono sempre figlie di una medesima mancanza di rispetto per il valore della vita, in tutte le sue forme». Il senso pratico di Sara si legge nelle sue azioni: sa che non potrà salvare tutti i cani che incrocia sulle strade della Romania, ma comprende che la soluzione non è l’eutanasia di massa ma un piano di sterilizzazione. È per questo che ha combattuto in questi anni, raggiungendo obiettivi che inizialmente le dovevano sembrare quasi utopici.

 

Sara Turetta, fondatrice dell’associazione Save the Dogs and other Animals

Save the Dogs and other Animals, la missione continua

Nel 2002 Sara Turetta si trasferisce a Cernavoda, cittadina della regione della Dobrugia, nel sud-est della Romania, e riparte da zero con un edificio, messo a disposizione dal Comune, che viene trasformato in una piccola clinica veterinaria con annesso un canile. Dopo 3 anni nasce Save the Dogs and other Animals e nel 2006 è avviato il progetto di sterilizzazione dei cani randagi di Medgidia, dove l’associazione aveva ottenuto una moratoria sulle uccisioni da parte dell’amministrazione comunale. Nel 2008, sulle colline intorno a Cernavoda, viene aperto il primo rifugio della Romania e di tutto l’Est Europa per asini abbandonati e maltrattati, che presto accoglierà anche cavalli. In seguito, è inaugurato il canile Footprints of Joy e inizia l’attività domiciliare gratuita per curare cavalli e asini. Poi è il turno della nuova clinica veterinaria di Cernavoda, proprio accanto al rifugio per cani e al santuario degli equini, all’interno della proprietà dell’associazione. Nel 2019 Save The Dogs “torna” in Italia con il programma Non Uno di Troppo, per la prevenzione e il contrasto al randagismo nelle regioni meridionali, e oggi, nel 2021, l’associazione presenta insieme a Green Impact, una startup che promuove pratiche trasformative ecologiche ed economiche, il primo rapporto sui cani alla catena in Italia e nel mondo.

Il cammino per raggiungere questi incredibili traguardi non è stato semplice. Per conoscerlo, soffrire, tifare per Sara, per capire fino a dove può spingerci l’amore per gli animali e una chiara vocazione, non vi resta che leggere questo libro.

 

Saperenetwork è...

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Laureata in Scienza e Tecnologie per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali, dottore di ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale, è infine approdata sulle rive della comunicazione. Giornalista pubblicista dal 2014, ha raccontato storie di scienza, natura e arte per testate locali e nazionali. Ha collaborato come curatrice dei contenuti del sito della rivista di divulgazione scientifica Sapere e ha fatto parte del team della comunicazione del Festival della Divulgazione di Potenza. Ama gli animali, il disegno naturalistico e le serie tv.

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