L’appello di Fridays for future Ucraina: «Giovedì 3 marzo in piazza per la pace»

Greta Thumberg ha manifestato, insieme al gruppo di Fridays for future, subito dopo l'inizio della guerra davanti all'ambasciata russa (Foto: Facebook)

«Abbiamo bisogno che voi siate lì per noi. Invitiamo Fridays for Future a protestare globalmente, questo giovedì, per la fine di questa guerra!». È l’appello diffuso ieri, mentre si preparavano altre ore di bombardamenti sul paese, dagli esponenti del gruppo ambientalista in Ucraina. Poche righe via social che bastano a descrivere lo stato d’animo dei giovani che hanno pubblicato il messaggio e dell’intera popolazione, martoriata dagli attacchi:

«Siamo giovani attivisti per il clima in #Ucraina e abbiamo paura. La guerra sta aumentando di ora in ora, non sappiamo cosa accadrà dopo».

 

 

A loro aveva già fatto giungere la propria solidarietà Greta Thumberg che aveva manifestato, venerdì scorso, davanti all’ambasciata russa prendendo posizione, insieme al resto del movimento, contro la guerra. Molti altri nuclei di Fridays for future nel mondo hanno espresso sostegno alla pace in Ucraina, compreso quello in Russia, subito dopo l’inizio delle ostilità:

«Noi, attivisti di FFF della Russia, ci opponiamo a qualsiasi conflitto militare. Mentre il mondo soffre di crisi climatiche, ambientali e di altro genere, la guerra non farà che aggravare queste crisi, ma non le risolverà. Esprimiamo solidarietà e sostegno ai nostri amici di Fridays for Future dell’Ucraina e ora stiamo cercando di fornire loro maggiore assistenza» era l’inizio di un comunicato su Facebook (qui sotto il post originale, al momento le immagini risultano oscurate, ndr).

Ed era giunta anche la risposta di FFF dell’Ucraina: «Nelle condizioni del regime totalitario di Putin anche questo sostegno è manifestazione di coraggio. Insieme verso la vittoria! Giustizia climatica ora!». 

 

 

All’appello di ieri ha aderito anche FFF Italia: «Ci uniamo a loro contro questa e contro tutte le guerre, rappresaglie e violenze che imperversano il globo. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto accuse di ogni tipo, ci è stata data la colpa del conflitto e della povertà energetica per aver chiesto una transizione equa e un mondo diverso»  si legge in una nota. E ancora:
«Siamo di fronte ad un bivio: possiamo “non scegliere”, continuando con il business as usual che ci ha portato a questa e ad altri crisi. Oppure possiamo scegliere di fare la cosa giusta e investire il più velocemente possibile in fonti rinnovabili, che vengono troppo spesso rallentate da problemi puramente burocratici e che possano realmente darci indipendenza e stabilità energetica».

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