Mar Rosso, la nuova guerra tra Houthi e Usa
Usa e Gran Bretagna hanno risposto agli attacchi dei miliziani sciiti sostenuti dall’Iran con raid che hanno colpito sei province del già martoriato Yemen. Questo, sia a livello locale che internazionale, secondo molti analisti, rischia di rafforzarli invece che indebolirli. Aumentando le polarizzazioni già in corso nell’equilibrio mondiale
Il conflitto in Medio Oriente si estende. Da Gaza è arrivato al Mar Rosso. Da novembre le milizie Houthi hanno iniziato a lanciare missili droni contro le navi mercantili in navigazione, attaccandone fisicamente alcune. A questi attacchi è seguita la risposta di Stati Uniti e Regno Unito, che nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2024 hanno lanciato attacchi aerei contro obiettivi militari usati dai ribelli Houthi in Yemen.
Ad oggi sono stati colpiti la base aerea di al-Daylami a nord della capitale Sanàa, l’aeroporto di Hodeida, una città portuale strategica, un campo a est di Saada, e altri due aeroporti, quello della città di Taʿizz e un altro vicino ad Hajja.
Guarda il video di Cbs News sugli Houthi
Gli Houthi, alleati dell’Iran nello Yemen
Gli Houthi, detti anche “Ansar Allah”, sono miliziani sciiti sostenuti dall’Iran, presenti nello Yemen dagli anni ’80, quando hanno iniziato a coalizzarsi contro l’influenza sunnita dell’Arabia Saudita. Si sono poi consolidati dopo le primavere arabe del 2011/2012, arrivando a dominare intere province dello Yemen ormai in piena guerra civile e bombardato dall’Arabia Saudita.
Oggi, secondo stime attendibili, avrebbero all’incirca 20mila miliziani nelle loro fila.
Dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre, hanno dichiarato di voler “mobilitarsi in massa per unirsi al popolo palestinese e fronteggiare il nemico”. Da allora, nel Mar Rosso, è di nuovo guerra. E adesso, con i nuovi raid di Usa e GB, secondo molti analisti gli Houthi potrebbero addirittura rafforzarsi.
Hamas, la questione palestinese e la reazione russa
Dopo gli attacchi del 7 ottobre, Israele, si legge sul Washington Post, ha intrapreso «un’operazione senza precedenti per dimensioni e ferocia, riducendo gran parte di Gaza in macerie, uccidendo più di 23.000 persone e impoverendo la popolazione». Gli Houthi fanno parte del cosiddetto “asse della resistenza”, una rete di gruppi militanti allineati all’Iran in tutto il Medio Oriente.
«(…) Si sono posti sotto i riflettori assumendo il ruolo della causa palestinese. Insistono che le loro azioni nel Mar Rosso si fermeranno quando Israele cesserà i suoi bombardamenti».
Apparire come reattivi alla potente coalizione internazionale, genera sostegno. «La simpatia per i palestinesi trascende le lotte intestine e le rivalità che dividono lo Yemen – secondo gli analisti interrogati dal Washington Post – e così gli Houthi stanno raccogliendo consensi anche da parte degli yemeniti che altrimenti non li sostengono. E anche i loro nemici dichiarati, compresi i governi dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, hanno evitato di sostenere la recente campagna guidata dagli Stati Uniti contro gli Houthi». Oltre all’analisi del quotidiano statunitense, non bisogna dimenticare il fronte russo. La reazione di Mosca è stata durissima: «(…) l’ennesimo esempio della distorsione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU da parte degli anglosassoni e del totale disprezzo per il diritto internazionale». In altre parole, la nuova polarizzazione globale continua, e cresce ogni giorno di più.
Saperenetwork è...
- Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.
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