“Drive to the Ocean”, l’inno ecologista di Micheal Stipe

«Siamo sull’acqua, sul vento e sul sole, dove tutte le creature sono uguali. Affioriamo, ci incoroniamo e distruggiamo fino in fondo storie, ricchezze e rifiuti. Arrivammo per esplorare, e ora guarda cosa siamo diventati». È la descrizione di uno scenario apocalittico, di una casa comune, il pianeta Terra che non siamo stati in grado di preservare. Sono le parole scritte e cantate da Micheal Stipe, storico frontman dei disciolti R.E.M., nel brano Drive to the Ocean pubblicato il 4 Gennaio 2020,  in occasione del suo sessantesimo compleanno. Nel singolo, le sonorità elettroniche e i richiami a quelle orientali  si fondono con cori che evocano atmosfere mistiche ( tanto care ai R.E.M. ) e accompagnano il viaggio nell’oceano.

 

Guarda il video di Drive the Ocean di Micheal Stipe

 

Rocker ecologista ante litteram

Già nel 1986 il gruppo di Athens denunciava con Fall on me i disastri ambientali guardando al cielo: «Abbiamo il progresso (quando la pioggia), un modo per girare attorno ai problemi (quando i bambini regnano), costruire previsioni torreggianti (tieni la coscienza al buio), non è niente, dopotutto ( sciogli le statue nel parco), si compra il cielo e si vende il cielo e si dissangua il cielo… »,  e con Cuyahoga accusava i nuovi americani di aver avvelenato le acque dell’omonimo fiume dell’Ohio, esortando tutti a lottare contro le ingiustizie per uscire dallo stordimento reaganiano: «Uniamo le nostre menti e costruiamo un nuovo paese…Sotto il letto del fiume abbiamo bruciato il fiume. È qui che camminavano, nuotavano, cacciavano, danzavano e cantavano. Scatta una foto, prendi un souvenir. Cuyahoga. Cuyahoga, scomparso…Riscrivi il libro e rimetti in ordine le pagine, salvando la faccia, sicuro della tua fede. Seppellisci e brucia i rifiuti dietro di te». 

 

Radiocronaca di una fine (del mondo) annunciata

Con Drive to the Ocean John Micheal Stipe descrive un mondo in cui la comunicazione è affidata alla radio, ancora una volta al  centro di una sua canzone (ricordate Radio Free Europe, Radio Song o What’s the Frequency, Kenneth?), un mondo dove all’umanità  non resta che  ascoltare delle voci che provengono da una destinazione sconosciuta. 

Nel video girato dallo stesso Stipe, il cielo giallo e  arancione  abbraccia  il mare, e i protagonisti rimangono fermi sulla spiaggia, guardano i flutti e l’orizzonte. Attendono un segnale di aiuto o la possibile fine del mondo, già annunciata trentatré anni fa in It’s The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)

Musica per l’ambiente

Il brano  è il secondo singolo di Stipe a distanza di 8 anni dallo scioglimento dei R.E.M; il primo è stato Your Capricious soul, presentato lo scorso 5 ottobre. Proprio in questa occasione l’artista ha dichiarato il suo appoggio all’ambientalismo sul sito internet ufficiale:

«Voglio aggiungere la mia voce a questo entusiasmante cambiamento di coscienza. Extinction Rebellion mi ha spinto a non aspettare. La nostra relazione con l’ambiente è stata una preoccupazione per tutta la vita e ora mi sento fiducioso, persino ottimista. Credo che possiamo apportare il tipo di cambiamento necessario per migliorare il nostro meraviglioso pianeta Terra».

I proventi andranno all’organizzazione no profit Pathway To Paris, fondata da Rebecca Foon e Jessica Paris Smith, autrice del singolo Legacies, e figlia della poetessa del rock Patti Smith, con cui Stipe incise la splendida E-bow the Letter nel 1996.

 

Micheal Stipe, cantautore
Michela Stipe con il logo di Extinction Rebellion

 

Il brano è disponibile sul sito di Micheal Stipe, e con l’acquisto della traccia sarà possibile ottenere un pacchetto che include l’audio originale in AAC Master, la versione ad alta risoluzione, il video ufficiale e il lyric video ufficiale, l’artwork, un’immagine catturata da un frame del video, il testo e una serie di sfondi adatti a tutti i dispositivi.  Non sappiamo ancora se il secondo single di Micheal Stipe farà parte del suo atteso album da solista. Il cantautore durante la conferenza stampa di presentazione del suo libro di fotografie Our Interference Times: a visual record al Maxxi di Roma, l’8 ottobre 2019, ha chiarito:«Per l’album dovete aspettare, non sento la pressione di far uscire uno dopo l’altro i nuovi singoli. Non ho fretta, seguo l’istinto, pubblicherò canzoni solo quando mi sentirò pronto. Non trattenete il respiro e godetevi il viaggio». E proprio alla conferenza romana, l’artista americano ha portato con orgoglio sul bavero della giacca un adesivo con la X verde di Extinction Rebellion:

«Extinction Rebellion non sta assolutamente chiedendo troppo. Chiedono il giusto. Credo che sia essenziale riconoscere e provare a cambiare il mondo che ci circonda, perché a controllare questo mondo siamo noi. Siamo noi a decidere chi va al governo e come queste persone potranno apportare dei cambiamenti».

Saperenetwork è...

Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.

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