Scienziati di mare e di terra, i risultati della City nature challenge 2021
La sfida amichevole di monitoraggio della biodiversità, nata nel 2016 a San Francisco, si è svolta nelle scorse settimane anche in Italia. Oltre 10.200 le osservazioni che hanno permesso di documentare oltre 3.000 specie nel nostro paese. L’impegno della rete Cluster Biodiversità Italia
È stata una sfida che ha coinvolto 419 città di 44 Paesi del mondo, con più di 52.700 persone che hanno raccolto più di 1.270.000 osservazioni su scala globale, identificando oltre 45.300 specie. È la City Nature Challenge, la sfida amichevole globale di raccolta di dati sulla biodiversità nata nel 2016 a San Francisco che si è svolta nelle scorse settimane anche in Italia.
Quest’anno la City nature challenge ha permesso alle persone di riconnettersi con la natura, dopo la difficile esperienza della pandemia che tiene ancora la comunità internazionale con il fiato sospeso, censendo allo stesso tempo a livello mondiale la flora e la fauna selvatica. In Italia hanno aderito 16 città, connesse alla rete Cluster Biodiversità Italia, con la partecipazione di diverse centinaia di persone: gli italiani hanno realizzato più di 10.200 osservazioni, documentando più di 3.000 specie di flora e fauna selvatica marina e terrestre. L’iniziativa è stata patrocinata dal Ministero della Transizione ecologica.
«Un risultato eccellente, raggiunto grazie allo sforzo volontario dei cittadini, dei coordinatori e collaboratori – spiega Alessandra Flore, del Centro ricerche in scienze ambientali e biotecnologie e coordinatrice di Cnc Italia – E soprattutto degli enti che hanno organizzato passeggiate in natura, immersioni e snorkeling, escursioni in grotta e anche attività di dolphin watching».
A tutti i partecipanti sarà consegnato l’attestato di “Cittadino scienziato” e saranno conferiti i premi ai cittadini che si sono distinti e hanno contribuito a questa iniziativa di scienza partecipata: «Le attività hanno permesso ai cittadini di contribuire a raccogliere dati utili agli scienziati per comprendere lo stato di conservazione della biodiversità, che è strettamente connesso allo stato di salute dell’ecosistema – riprende Alessandra Fiore – Attività condotte grazie anche al supporto a livello locale dei gruppi di Wwf Italia, Wwf Young, Aigae, Afni e dei diversi partner locali».
Aggiunge Antonio Riontino, biologo ambientale e coordinatore della Challenge in Italia:
«Una menzione speciale va riconosciuta alla città siciliana di Milazzo e al suo ente, il Museo del Mare, per il risultato più alto ottenuto in termini di osservazioni e partecipazione tra le città italiane».
Fra le specie più fotografate di flora e fauna terrestre la Orchis italica (orchidea italica) e il Podarcis siculus (lucertola campestre). «L’orchidea italica – commenta Flore – anche se abbastanza diffusa sul territorio nazionale, è una specie a rischio come tutte le orchidee selvatiche, la cui presenza indica la salubrità del terreno. Anche la lucertola campestre, è tra le lucertole più comuni della penisola italiana, però spesso catturata, cacciata e uccisa, nonostante sia una specie protetta in molte regioni italiane». In ambiente marino, tra le specie più fotografate la Ophidiaster ophidianus (stella serpente).
«Questa stella marina, tra le più grandi del Mediterraneo – dice Riontino – è un amante dell’ombra, che vive sui fondali rocciosi, in particolare nel coralligeno. È una specie marina protetta, spesso minacciata dalla raccolta indiscriminata dei collezionisti».
Nell’Area marina protetta di Punta Campanella è stata fotografata la Pinguicula hirtiflora (pinguicola o erba unta amalfitana), che si trova solo in Campania e Calabria: «Questa specie terrestre – prosegue Alessandra Flore – è una pianta insettivora, le cui foglie sono ricoperte da alcune papille vischiose sulle quali rimangono intrappolati piccoli insetti per poi essere lentamente digeriti dagli enzimi della secrezione». E nell’Area marina protetta delle Isole Ciclopi, al largo della Sicilia, un subacqueo ha fotografato una specie peculiare di cavalluccio marino, l’ Hippocampus guttulatus: «Una specie distribuita lungo tutte le coste dei mari italiani – commenta Riontino – ma in declino a causa della distruzione del suo habitat principale, le praterie di Posidonia oceanica, per effetto della sovrapesca e delle costruzioni di opere artificiali lungo la costa».
Oltre all’ambiente terrestre e marino, in particolare, alcuni cittadini scienziati hanno esplorato le grotte. In particolare a Cisternino (Br) il gruppo speleologico Geos è andato a caccia di biodiversità nelle grotte di Castel Monte Pagano, sempre nel Brindisino, e ha fotografato diversi esemplari di Meta bourneti. «Questo ragno molto diffuso al Sud Italia e nelle Isole – spiega Flore – è un indicatore di grotte con temperature elevate (>9°C), detto anche Gigante buono, perché pur essendo di dimensioni notevoli (60- 70 mm zampe comprese), generalmente è lento nei movimenti e poco aggressivo. È una specie troglofila, cioè che frequenta con regolarità le grotte, ma possiamo anche incontrarla in ambienti diversi da questa».
Il progetto di citizen science ha ricevuto il supporto di diversi partner tecnici, media partner, sponsor e patrocini tra cui oltre il Ministero della Transizione Ecologica, ISPRA, Federparchi-Europarc ed altri con il Cesab Lead partner del progetto. «Le osservazioni raccolte durante la challenge attraverso le piattaforme sono open source – aggiungono i coordinatori – e sono dati utili agli scienziati e ambientalisti per rilevare modelli di cambiamento della biodiversità globale e studiarne le politiche di conservazione». E concludono:
Questa iniziativa per di più ha promosso un vero e proprio senso di comunità tra i cittadini volontari che hanno collaborato insieme per rilevare la biodiversità del proprio territorio».
Saperenetwork è...
- Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.
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