Addio ghiacciai alpini?
Tra inverni senza neve e estati caldissime, i giganti bianchi alpini sono sempre più sotto minaccia. Gli esperti lanciano l’allarme e si appellano al governo: «Serve subito un piano concreto per il clima»
Sono sempre più fragili, vulnerabili, esposti ai pericoli. Senza difese a causa degli stravolgimenti climatici. Non c’è alcun dubbio, purtroppo; il 2022 è stato un anno terribile per i ghiacciai alpini. Lo denunciano Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano (Cgi), che recentemente hanno presentato il report finale di Carovana dei ghiacciai 2022. I ghiacciai ingrigiscono, perdono di superficie e spessore, si disgregano in corpi più piccoli confinati ad alta quota, dove aumentano fenomeni di instabilità come frane, colate detritiche, valanghe di roccia e di ghiaccio. La scorsa estate, caldissima, ha minacciato e messo a serio rischio i giganti bianchi, che hanno dovuto fare i conti con intense ondate di calore, record di temperature per il Nord Italia e siccità estrema. A fine luglio, Meteo Suisse ha registrato lo zero termico sulle Alpi svizzere a 5.184 metri, numeri del tutto insoliti considerato che normalmente, nel mese di agosto, la quota dello zero termico si dovrebbe aggirare sui 3500 metri.
«È fondamentale – dichiara Stefano Ciafani, direttore nazionale di Legambiente – che il Governo Meloni approvi il Piano di adattamento climatico entro fine anno come annunciato e metta in campo gli strumenti e le risorse per attuarlo nel prossimo futuro».
«È altrettanto fondamentale – continua Ciafani – procedere speditamente allo sviluppo delle politiche di mitigazione, partendo dall’aggiornamento del Pniec agli obiettivi del programma europeo Repower Eu».
Tra i dati più rilevanti, solo per citarne alcuni, il ritiro di ben 200 metri della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso. E ancora i ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile) con una perdita di spessore pari a 4,6 metri di acqua equivalente, la peggiore perdita degli ultimi ventidue anni. Accentuati i ritiri glaciali del Ghiacciaio di Verra (Val d’Ayas), del Ghiacciaio del Lys e degli altri corpi glaciali del Monte Rosa, come il Ghiacciaio di Indren, che in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo anno. E sono “sorvegliati speciali” i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret, ad Aosta, per il rischio di crolli di ghiaccio che potrebbero coinvolgere gli insediamenti e le infrastrutture del fondovalle.
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- Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.
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