Allarme siccità e fiumi in calo. L’Italia in cattive acque secondo l’Anbi
Secondo i dati dell’Osservatorio sulle risorse idriche la situazione dei fiumi italiani è allarmante. Senza distinzioni tra Nord e Sud. Lombardia, Emilia Romagna verso la crisi idrica, Lazio a rischio razionamento dell’acqua potabile. Il Po sorvegliato speciale
Crisi idrica in Lombardia, siccità, razionamento dell’acqua potabile nel Lazio. Sono scenari da incubo che si prospettano possibili, se non probabili, in questo inizio di torrida estate italiana. Nella Penisola infatti sono diverse le zone in cui la quasi assenza di precipitazioni sta diventando allarmante. Nel Lazio, come si diceva, sono calati i livelli dei fiumi Tevere e Liri, ma anche dei laghi di Bracciano e di Nemi. Non meno grave la situazione dei fiumi toscani, dove l’Arno, ormai sempre più un torrente piuttosto che un fiume, ha una portata pari al 27% della media e l’Ombrone è in grande sofferenza. In Campania Volturno e Garigliano non se la passano certo meglio, con cali che in alcune zone arrivano a -65 centimetri, come nel caso del Garigliano a Sessa Aurunca. In calo anche i volumi dei bacini del Cilento e del lago di Conza, a rischio siccità. E, mentre piove troppo poco in Abruzzo dove, nei mesi scorsi si sono toccati deficit superiori al 90%, gli invasi di Basilicata e Puglia, complici le alte temperature, registrano una vistosa decrescita nei volumi trattenuti.
Sono tutti dati allarmanti, segnalati dall’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, che mette in rilievo come a soffrire non sia solo il centro Sud: se preoccupano i dati dell’invaso della diga S. Anna di Isola Capo Rizzuto, in Calabria e in Sardegna è grave la situazione idrica, calano anche i grandi bacini del Nord, con il lago Maggiore, che è prossimo a sfiorare nuovamente il minimo storico dal 1946.
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I fiumi piemontesi decrescono visibilmente, con le dighe della Baraggia (Ravasanella, Ostola, Ingagna) dove mancano circa 4 milioni di metri cubi. La Lombardia, come si diceva, è a forte rischio, con le riserve idriche largamente deficitarie. Stessa situazione in Emilia Romagna. I grandi fiumi del Nord calano notevolmente, a vista d’occhio, e nel Veneto, allarma l‘Adige, ai minimi del recente decennio, così come il Piave.
Il Po resta il grande sorvegliato speciale, con una situazione disastrosa e livelli ai minimi storici. Il rischio per agricoltura ed ecosistemi è enorme.
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