Brasile, i Kawahiva incontattati sono in pericolo

Gli ultimi Kawahiva sono costretti a vivere in fuga da trafficanti di legname armati e potenti allevatori. Immagine di un incontro fortuito con funzionari governativi (Foto: © FUNAI/ survivalinternational.it)

Brasile, i Kawahiva incontattati sono in pericolo

Dieci anni dopo la diffusione di straordinarie immagini che li riprendevano, il destino degli indigeni è a rischio. La demarcazione del territorio è in stallo, nonostante il decreto ministeriale del 2016. L’allarme di Survival International

A dieci anni dalla diffusione da parte delle autorità brasiliane di alcune immagini straordinarie che dimostravano l’esistenza di Kawahiva incontattati, le terre di questo popolo non sono ancora state pienamente protette – e si ritrovano accerchiate da trafficanti di legname e accaparratori di terra. Nel 2013, il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni Funai aveva diffuso le immagini video di un incontro casuale con i Kawahiva incontattati dello stato di Mato Grosso, nel cuore dell’Amazzonia. L’attore premio Oscar Mark Ryalance aveva poi prestato la sua voce per narrare il filmato di Survival International dal titolo Gli ultimi Kawahiva, e richiamare l’attenzione sulla loro difficile situazione.

 

Il premio Oscar e ambasciatore di Survival Mark Rylance ha narrato il film ‘Gli ultimi Kawahiva’. (Foto: © Survival International, 2015)
Il premio Oscar e ambasciatore di Survival Mark Rylance ha narrato il film ‘Gli ultimi Kawahiva’. (Foto: © Survival International, 2015)

Survival International al fianco dei Kawashiva

La campagna internazionale condotta da Survival International, al fianco degli indigeni, costrinse le autorità ad agire e nel 2018 tutti gli allevatori di bestiame e i trafficanti di legname che avevano occupato il territorio dei Kawahiva furono sfrattati. Ma, da allora, il processo di protezione territoriale si è fermato, e trafficanti di legname e accaparratori di terra stanno circondando il territorio dei Kawahiva. Inoltre, è stata costruita una strada illegale a soli 2 km di distanza. Una squadra del Funai ha continuato a lavorare nelle vicinanze per tenere lontani gli invasori a dispetto dei rischi e dei numerosi attacchi: il loro avamposto di protezione è stato infatti attaccato più volte.

Sopravvissuti tra massacri e malattie

Massacri e malattie hanno già ucciso molti Kawahiva: per i sopravvissuti, l’unica speranza è la demarcazione del loro territorio (ovvero, il riconoscimento legale e la delimitazione e protezione effettiva). Il governo ha già ricevuto due ultimatum per concludere il processo: un tribunale brasiliano aveva ordinato il completamento della demarcazione nel 2013, l’anno in cui fu diffuso il video. A dieci anni di distanza non è ancora avvenuto e nell’agosto di quest’anno la Corte Suprema ha quindi dato al Funai 60 giorni per finalizzare un piano per la demarcazione definitiva del territorio.

 

Un territorio preso d’assalto

«Per i nostri parenti incontattati è cruciale che si concluda la demarcazione», ha dichiarato Eliane Xunakalo, dell’organizzazione indigena Fepoimt (Federazione dei popoli e delle organizzazioni indigene del Mato Grosso). «Il territorio dei Kawahiva del Rio Pardo è nelle mire degli esterni, ed è anche estremamente pericoloso per i funzionari del Funai che lavorano nell’avamposto di protezione lì vicino. Potremo garantire la sopravvivenza dei nostri parenti incontattati solo se il territorio sarà demarcato. Sta a noi proteggere i nostri parenti e il loro stile di vita, perché, in mezzo a tutte le minacce e sfide che esistono qui nel Mato Grosso, loro sono la resistenza e la resilienza».

Le tribù incontaminate e gli attacchi genocidi

«Questo è uno dei casi più importanti fra tutti quelli che riguardano le tribù incontattate del Brasile», ha commentato oggi la direttrice di Survival Brasile, Sarah Shenker. «I Kawahiva sono sopravvissuti a innumerevoli attacchi genocidi che hanno sterminato molti di loro; il processo di demarcazione ha subito un arresto, e i trafficanti di legname pregiato e gli accaparratori di terra considerano il territorio come aperto allo sfruttamento. Sappiamo che sono stati attivi all’interno della foresta dei Kawahiva: ogni incontro tra i Kawahiva e questi estranei, che generalmente sono armati, potrebbe essere letale. Le autorità devono intervenire subito per concludere il lavoro e proteggere legalmente il territorio dei Kawahiva una volta per tutte».

Una campagna precedente di Survival International, al fianco degli indigeni, aveva costretto le autorità ad agire: nel 2016 il Ministro della Giustizia firmò il decreto per la creazione del territorio indigeno; e nel 2018 tutti gli allevatori e i trafficanti di legname che avevano occupato il territorio dei Kawahiva furono sfrattati.

Ma il processo di demarcazione non è mai stato completato.

 

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Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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