Circular Economy Network: l’economia circolare perde colpi
Secondo il quinto rapporto del think thank, presentato martedì a Roma, il tasso di circolarità è sceso a livello mondiale dal 9,1% al 7,2%. L’Italia prima in EU, ma perde posizioni
L’economia mondiale brucia oltre 100 miliardi di tonnellate di materiali l‘anno. Accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe a migliorare le condizioni del Pianeta perché l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte contenendo l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, salvaguardando ecosistemi necessari per la vita del nostro Pianeta. Una maggiore circolarità frenerebbe anche l’inflazione, alimentata dai rincari del costo dei materiali e dell’energia.
Invece nell’economia mondiale il tasso di circolarità risulta sceso in cinque anni dal 9,1% al 7,2%.
Da questi dati parte la quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presentato lo scorso 16 maggio a Roma.
edo ronchi alla conferenza
Alla presentazione del rapporto, aperta da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, hanno partecipato Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Roberto Morabito, Direttore Dipartimento sostenibilità̀ sistemi produttivi e territoriali ENEA, Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Barbara Clementi, Dirigente Divisione Economia Circolare, DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese, Ministero Imprese e Made in Italy, Katia Da Ros, Vicepresidente per l’Ambiente di Confindustria, Stefano Ciafani, Presidente Legambiente, Giorgio Graziani, Segretario Confederale CISL.
L’economia circolare in Italia
Il nostro Paese rimane il più circolare d’Europa, ma perdiamo posizioni: la Spagna ci segue e cambia in modo più veloce di noi. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è al 18,4%, resta più alto della media UE (11,7%) nel 2021 – ultimo dato disponibile – ma eravamo al 20,6% nel 2020 e al 19,5% nel 2019. Per la produttività delle risorse siamo, assieme alla Francia, davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, siamo in testa con il 72%. Secondo Edo Ronchi, Presidente del Circular Economy Network (CEN)
«Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi. Per questo è fondamentale dotarci di tutti gli strumenti utili per sviluppare pienamente l’economia circolare».
Mentre Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali ha sottolineato che «Per un Paese come l’Italia, decisamente più povero di materie prime rispetto ai principali competitor, è ineludibile puntare sulla circolarità, dall’eco-design dei prodotti al recupero e riciclo, sfruttando le nostre miniere urbane, che sono la fonte potenziale di materie prime critiche più prontamente accessibile».
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Gli indicatori della circolarità
La classifica complessiva di circolarità nelle principali cinque economie UE, ovvero Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, si basa su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo. L’Italia totalizza 20 punti. Seguono Spagna (19 punti), Francia (17), Germania (12) e Polonia (9). In generale, considerando l’andamento degli ultimi anni, l’Italia migliora meno della Polonia, che parte da livelli molto bassi di circolarità, e della Spagna che sta correndo più velocemente, mentre tiene lo stesso passo della Francia e va un po’ più veloce della Germania.
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