Farmaci e vaccini come bene comune: serve un’infrastruttura pubblica europea

Una lettera alle istituzioni Ue chiede che scienza e sistemi sanitari europei creino un progetto condiviso per un diritto alla salute che venga prima dei profitti privati (Foto: Edward jenner, Pexels)

Farmaci e vaccini come bene comune: serve un’infrastruttura pubblica europea

Un appello da scienziati, economisti e rappresentanti di organizzazioni della salute a sostegno della proposta, che sarà discussa il 28 settembre presso il Parlamento Europeo, di sviluppare pubblicamente vaccini e farmaci

Un nuovo soggetto scientifico sostenuto dai governi Ue, aperto a paesi terzi, in dialogo con la società civile, in grado di valorizzare le eccellenti capacità presenti in Università, enti no-profit, imprese innovative, sulla base di contratti trasparenti e senza brevetti.

È la proposta che sarà discussa dagli europarlamentari il prossimo 28 settembre, di un’infrastruttura pubblica comune di ricerca biomedica, per lo sviluppo autonomo di nuovi farmaci, vaccini, diagnostica e tecnologie medicali. Nata all’interno del Forum Disuguaglianze e Diversità, l’idea è stata poi sviluppata da Massimo Florio, professore di Scienza delle Finanze dell’Università di Milano, con un gruppo di ricerca internazionale su richiesta dello Science and Technology panel del Parlamento Europeo. Si avvierà ora il confronto con le istituzioni.

 

Massimo Florio è docente presso il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano ed è membro del Forum Disuguaglianze e diversità

 

A sostegno della proposta, una lettera aperta alle Istituzioni europee e ai Governi, che oltre a Florio vede tra i promotori Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, Silvio Garattini, Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Giuseppe Remuzzi, Direttore scientifico dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e Professore “per chiara fama” dell’Università di Milano, Vittorio Agnoletto, medico, coordinatore campagna No profit on pandemic, Nicoletta Dentico, Giornalista Cofondatrice dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, Roberto Romizi, Presidente Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia e Giuseppe Masera, già Direttore Emato-oncologia pediatrica dell’Università Milano Bicocca. Tra i primi firmatari troviamo inoltre studiosi e studiose, rappresentanti di associazioni scientifiche e della cittadinanza attiva, nonché le ex Ministre della salute Rosy Bindi e Giulia Grillo.

 

 

«Con un bilancio annuo simile a quello della Agenzia Spaziale Europea (circa 7 miliardi di euro nel 2022), ispirandosi anche all’esperienza del CERN, dell’European Molecular Biology Laboratory (EMBL) e altre eccellenze scientifiche, il nuovo soggetto potrebbe nell’arco di venti anni divenire il primo centro del mondo per la ricerca biomedica intramurale, con un ampio portafoglio di progetti innovativi nei campi meno coperti dall’industria» si legge nell’appello.

«Chiediamo alle istituzioni europee ed ai governi di prendere in considerazione questa proposta, di farla propria e di svilupparla con senso di urgenza».

 

Solo pochi giorni fa, l’amministrazione Biden ha sottoscritto un contratto con Pfizer da $3,2 miliardi per 105 milioni di dosi a $30 dollari l’una. Studi indipendenti (Imperial College, Londra, Light e Lexchin, Journal of the Royal Society of Medicine) stimano il costo di una dose di vaccino a mRNA fra 1,20 e 3 dollari: il che significa un margine di profitto lordo del 900% per la casa farmaceutica.

In Europa si apre, invece, un’opportunità senza precedenti di mettere al primo posto il diritto alla salute e diuna scienza che non sia al servizio del profitto oligopolistico di un ristretto gruppo di multinazionali farmaceutiche. I sistemi sanitari europei possono diventare autonomi grazie a un progetto comune.

Per saperne di più: https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2022/07/Appello_definivoCompleto_ItEn_firme_13-07.pdf

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