Firenze, al via l’African Diaspora Cinema Festival

La prima edizione dell'African Diaspora Cinema Festival è del 2013, da un idea del regista nigeriano Fide Dayo (Foto:www.africandiasporacinemafestival)

Firenze, al via l’African Diaspora Cinema Festival

Eterogeneità, mobilità, interconnessioni culturali: il festival che va oltre stereotipi e luoghi comuni torna nel capoluogo toscano. Diretto e ideato dal regista nigeriano Fide Dayo, propone film da oltre 40 paesi. Al centro, le mille sfaccettature del continente e della sua diaspora

Giunto alla sua settima edizione, dal 28 giugno al 1° luglio ritorna a Firenze l’African Diaspora Cinema Festival. Nella cornice di Villa Romana, luogo che respira e traspira arte dal 1905, germinando e ricevendo creativi da tutto il mondo, il festival si inserisce in un contesto di alta produzione culturale e straordinaria bellezza.

Concepito nel 2013 dalla mente del regista nigeriano Fide Dayo, la rassegna rappresenta un incontro cardine per la Diaspora, che in questi giorni fa di Firenze un centro di riflessione, espressione e condivisione.

Dall’analisi della resistenza e dell’emancipazione nera affiora chiara e potente la fondamentale importanza dell’arte non solo come vitale medium di espressione, bensì come strumento di autodefinizione, di riflessione e spinta politica ed economica; ed è da questa visione che l’African Diaspora Cinema Festival trae la sua essenza.

 

 

L’Adcf è un’organizzazione no profit che presenta film da e sull’Africa e sulla diaspora africana, i quali si concentrano sull’eterogeneità, la mobilità e sulle interconnessioni culturali e infrastrutturali globali, restituendo pienezza e complessità alle produzioni culturali di un continente mistificato ed appiattito da narrazioni fuorvianti e superficiali. Questa restituzione storica avviene attraverso un’accurata selezione dei film in concorso per l’aggiudicazione di 9 premi, film che quest’anno indagano sentimenti universali esacerbati ed estremizzati dall’esperienza ontologica e soprattutto sociale e culturale della Nerezza: dall’inebriante e resistente gioia delle celebrazioni del carnevale caraibico, alla sanguinosa tragedia della migrazione forzatamente illegale che rinnova rabbia e lacrime ormai ogni giorno con nuovi corpi, nomi e sogni che finiscono nel fondo del nostro bel Mar Mediterraneo.

 

 

Oltre alle proiezioni, e alle Q&A con i registi, faranno parte della costruzione dialettica di questo fondamentale momento di analisi, celebrazione e scambio, un dibattito “fermiamo i corpi che scorrono come l’acqua”, teatro con The Cage, musica con Seydou Kienou e Hadija Francesca Sanneh, moda con Bernadette Gouba, cibo africano e vegano. Sul palco con il Direttore Artistico anche quest’anno l’attivista Antonella Bundu, mentre il team è cresciuto, integrando vecchie e nuove conoscenze.

 

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