Giù le mani dall’Africa, il monito di Papa Francesco
Il pontefice, in viaggio ecumenico in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, paesi sconvolti da guerre dimenticate, ha parole nette contro sfruttamenti, violenze e indifferenza
«Condanno le violenze armate, i massacri, gli stupri, la distruzione e l’occupazione di villaggi, il saccheggio di campi e di bestiame che continuano a essere perpetrati nella Repubblica Democratica del Congo. E pure il sanguinoso, illegale sfruttamento della ricchezza di questo Paese, così come i tentativi di frammentarlo per poterlo gestire». Queste le parole di ieri di papa Francesco, nel suo secondo giorno africano, durante l’incontro con le vittime delle violenze e dei conflitti dell’est del Paese. E l’appello:
«Basta! Basta arricchirsi sulla pelle dei più deboli, basta arricchirsi con risorse e soldi sporchi di sangue!»
La guerra che scuote da decenni la Repubblica Democratica del Congo, in particolare proprio a est, al confine con Burundi, Ruanda e Uganda, è dettata dalle contese per il controllo del territorio, ricchissimo di coltan, diamanti, oro, cobalto, rame, niobio, biodiversità, legnami pregiati, terre coltivabili. Ma, secondo la Banca Mondiale, il 70% dei congolesi vive sotto la soglia di povertà.
Lo schiavizzante colonialismo economico
Se ne è occupato esplicitamente, martedì pomeriggio, il discorso papale alla presenza delle autorità, della società civile e del corpo diplomatico nel Giardino del Palais de la Nation: «Dopo quello politico si è scatenato un colonialismo economico, altrettanto schiavizzante, così questo paese, ampiamente depredato, non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse. Un dramma davanti a cui il mondo economicamente più progredito chiude spesso gli occhi, le orecchie, la bocca. Ma questo paese e questo continente meritano di essere rispettati e ascoltati, meritano spazio e attenzione. Giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa, basta soffocare l’Africa. l’Africa non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare, l’Africa sia protagonista del proprio destino, il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno di questo paese e di questo continente».
Intervenire efficacemente sulle questioni ambientali
Riferendosi anche ai cambiamenti climatici il papa ha aggiunto: «Il diamante, dono della terra, richiama alla custodia del creato, alla protezione dell’ambiente. Situata nel cuore dell’Africa, la Repubblica Democratica del Congo ospita uno dei più grandi polmoni verdi del mondo, che va preservato. Come per la pace e per lo sviluppo, anche in questo campo è importante una collaborazione ampia e proficua, che permetta di intervenire efficacemente, senza imporre modelli esterni più utili a chi aiuta che a chi viene aiutato.»
Oggi il papa sarà ancora in RdCongo, la mattina per un evento con i giovani presso lo ‘Stadio dei martiri’ di Kinshasa, il pomeriggio per incontri di preghiera e privati con religiosi e con i membri della Compagnia di Gesù. Domattina il volo per il Sud Sudan, lo stato più giovane del mondo, per anni teatro di guerra per poste in gioco quali il petrolio, le risorse idriche del Nilo Azzurro e il teak, legno pregiato delle foreste del Paese. Secondo il World Food Programme tre quarti della popolazione vive in situazione di insicurezza alimentare.
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