Greenpeace, blitz al Gastech di Milano. «Stop pubblicità delle aziende inquinanti»
L’associazione ambientalista fa irruzione alla Fiera di Milano, in occasione del più importante incontro mondiale dei produttori di gas, Gnl e idrogeno. Lanciata la petizione per fermare le réclame delle industrie fossili
Lunedì 5 settembre oltre 50 attivisti e attiviste di Greenpeace provenienti da diversi Paesi europei hanno interrotto l’inaugurazione di Gastech, il più importante incontro mondiale delle aziende del gas, del Gnl e dell’idrogeno, che quest’anno si svolge alla Fiera di Milano.
Davanti all’ingresso dell’evento, l’associazione ambientalista ha creato con fumi e suoni di sirene un’atmosfera da “inferno climatico”, che secondo gli scienziati è il destino a cui andremo incontro se continueremo a bruciare fonti fossili. Fuori e dentro i padiglioni della fiera, gli attivisti hanno quindi diffuso un messaggio di allarme per le sorti del pianeta:
«Attenzione! Questa non è un’esercitazione. È in corso un’emergenza climatica. Si prega di non credere alle pubblicità ingannevoli delle aziende del gas e del petrolio. Sotto il greenwashing c’è l’inferno climatico»
La protesta pacifica di Greenpeace, che si è conclusa con la rimozione degli attivisti da parte delle forze dell’ordine, era cominciata già di primo mattino, quando davanti ai padiglioni di Gastech si è alzato un grande pallone aerostatico a forma di pianeta Terra con le scritte «Gas is greenwashing» e «End fossil fuels now!». In contemporanea, lungo il corridoio della metropolitana che porta all’ingresso della Fiera, sono state affisse decine di manifesti per svelare ciò che l’industria del gas e del petrolio cerca di nascondere dietro le sue pubblicità patinate: una cupa realtà fatta di inquinamento, eventi climatici estremi sempre più distruttivi e conflitti per il controllo delle fonti fossili.
Sotto il greenwashing c’ è l’inferno climatico”. Manifestazione di @Greenpeace_ITA al Gastech https://t.co/vmJ8yLGKpA
— Giuseppe Onufrio (@gonufrio) September 5, 2022
«Abbiamo portato la nostra protesta pacifica a questo evento perché da 50 anni riunisce le aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, i cui effetti, dalla siccità alla tragedia della Marmolada, sono ormai sotto gli occhi di tutti anche in Italia», dichiara Federico Spadini, campagna clima di Greenpeace Italia.
«Nel frattempo, assistiamo a una campagna elettorale in cui i principali partiti presentano programmi con obiettivi climatici inconsistenti e false soluzioni come i rigassificatori, che rischiano di aumentare la nostra dipendenza dal gas fossile, gravando anche sulle nostre bollette. Ma c’è qualcosa che possiamo fare per mettere un freno all’influenza delle aziende inquinanti e all’inazione della politica: firmare l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili, che minacciano il diritto all’informazione e la salute delle persone e del pianeta».
Se entro ottobre la petizione Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà infatti obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole delle aziende inquinanti che alimentano la crisi climatica.
La petizione Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti si può firmare a questo link: https://attivati.greenpeace.it/petizioni/basta-spot-aziende-inquinanti/
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