Haiti, l’isola dimenticata tra caos, fame e catastrofe ambientale

A Port-au-Prince, capitale haitiana, le bande criminali imperversano. Risulta quasi impossibile anche uscire per andare al mercato (Foto: YouTube)

Haiti, l’isola dimenticata tra caos, fame e catastrofe ambientale

La perla dei Caraibi, un tempo la più ricca colonia francese, è nel pieno di una crisi umanitaria e ambientale gravissima. Gli appelli del segretario Onu Guterres e del Programma Alimentare Mondiale e il silenzio della comunità internazionale

Dieci milioni di abitanti, un frammento d’umanità dimenticata. Somalia americana, stato fallito, pezzo d’Africa nei Caraibi ignorato dalla comunità internazionale perché privo di reale interesse geopolitico. Eppure «Haiti esiste ancora», ha tuonato via twitter Cindy McCaine, direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Pam), in visita nell’isola caraibica pochi giorni fa. Sono 5 milioni gli haitiani ridotti alla fame, praticamente metà della popolazione. E per fame si intendono persone che non riescono a mettere nello stomaco nemmeno un pasto al giorno. Fame e paura, terrore. Di uscire da casa, dato che ormai le bande criminali comandano, e sono fuori controllo, in un corto circuito di sopraffazione reciproca e di vessazioni sui civili inermi, vittime di violenze, stupri, sequestri, estorsioni.

La colonia più ricca di Francia

Un terzo d’isola di Hispaniola, condiviso con la Repubblica domenicana, nel cuore del mar dei Caraibi. Terra di bellezze inaudite, spiagge paradisiache, arte, storia, cultura, risorse agricole, Haiti è il paese più povero d’America e d’Occidente.

Ha tassi di povertà paragonabili ai pesi più poveri dell’Africa subsahariana, eppure nel 1700 era la colonia più ricca della Francia.

A due anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moïse, il paese è praticamente privo di governo, con un primo ministro ad interim, Ariel Henry, che non riesce nemmeno ad accedere al proprio ufficio nel centro della capitale, Port-au-Prince, a causa della guerra tra bande che ormai imperversa. Da fenomeno storico, usato per ottenere il consenso politico, nato e cresciuto durante la dittatura dei Duvalier, la dinastia che ha dominato l’isola dagli anni ’50 del 1900 fino allo scorso decennio, le bande sono ormai indipendenti, schegge impazzite, autonome e fuori controllo. Secondo l’Onu ad Haiti la violenza sessuale è ormai arma di guerra.

 

Guarda il video della Bbc su Port-au-Prince

La perla dei Caraibi in piena crisi ambientale

Alla crisi umanitaria, tra le più gravi del nuovo millennio, senza dubbio la più ignorata, che risale almeno al terremoto del 2010, seguito dall’epidemia di colera, senza dimenticare il colpo di stato del 2004, si è aggiunta inesorabile la crisi ambientale. Il cambiamento climatico come sempre aggredisce di più i paesi più poveri, e nel caso di Haiti è aggravato dalla sua superficie devastata dalla deforestazione massiccia. Durante la dittatura dei Duvalier, infatti, la splendida gemma caraibica iniziò ad essere depredata degli alberi rigogliosi di cui era ricoperta, merce preziosa da vendere all’estero per arricchire le tasche dei dittatori, padroni dell’isola. In questo momento la stagione degli uragani sta imperversando, e trova un territorio fragile, spoglio, friabile, ed è questo il motivo per cui le piogge torrenziali degli ultimi tempi hanno causato decine di morti, soprattutto nelle baraccopoli più sfortunate. Le scosse di terremoto, assai frequenti da quelle parti, fanno il resto.

 

François Duvalier
François Duvalier, presidente di Haiti dal 1957 e dittatore dal 1964 fino alla sua morte. Il suo successore fu il figlio Jean-Claude Duvalier (Foto:Wikipedia)

L’appello (inascoltato) di Guterres

L’economia informale che ad Haiti, come altrove, era vitale, adesso è impossibile, e si susseguono gli sfollati interni che fuggono dalle bande, dalle catastrofi climatiche, dalla fame. Per il Pam è la seconda crisi alimentare più grave del mondo, dopo quella del Corno d’Africa.

E avanza, di nuovo, lo spettro del colera, che ha colpito già dopo i terremoti del 2010 e del 2021.

Durante una recente visita lampo, il segretario dell’Onu, Antonio Guterres si è dichiarato profondamente preoccupato, e ha sollecitato nuovamente il Consiglio di sicurezza dell’Onu a sostenere le forze di sicurezza del Paese nella loro lotta contro le gang. Ma la comunità internazionale sembra sorda. E dopo le molte missioni internazionali fallite e una cooperazione internazionale sfortunata,  che spesso ha visto commissioni apposite agire per interesse dei donatori e non degli haitiani, restano le Ong storiche, come  Avsi, Medici senza Frontiere e molti missionari. Il resto del mondo continua a girarsi dall’altra parte.

 

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres

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Valentina Gentile
Nata a Napoli, è cresciuta tra Campania, Sicilia e Roma, dove vive. Giornalista, si occupa di ambiente per La Stampa e di cinema e società per Libero Pensiero. Ha collaborato con Radio Popolare Roma, La Nuova Ecologia, Radio Vaticana, Al Jazeera English, Sentieri Selvaggi. Ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma. Cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè.

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