In Brasile, tra caldo infernale e (ancora) Bolsonaro

Ipanema e Copacabana, le spiagge simbolo di Rio, si sono riempite di persone, a causa del caldo anomalo (Foto:YouTube)

Sono ormai tante, troppe settimane che il Brasile fa i conti con un caldo record, che lo scorso sabato ha registrato il giorno più caldo dell’anno, con 34,7 gradi a San Paolo. A Rio de Janeiro, il caldo percepito è di 62,3 gradi. E infatti Copacabana e Ipanema, rinomate zone di spiagge simbolo di Rio, si sono riempita di persone, così come i grandi parchi della città. Ma nel Sud del Paese le incessanti piogge presenti ormai da giorni fanno presagire il peggio: l’agenzia meteorologica MetSul ha infatti lanciato l’allarme, dichiarando che le piogge intense si abbatteranno su almeno 22 dei 27 stati a partire dalle prossime ore. «Il sistema più preoccupante è un fronte freddo molto intenso che arriverà con piogge torrenziali e possibili burrasche», si legge sul sito di MetSul.

 

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È bene ricordare che, secondo quanto riportato nei mesi scorsi dal programma di osservazione della Terra dell’Ue Copernicus, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato dal 1850, ovvero la data da cui si considera esistano misurazioni scientifiche affidabili.

Il Brasile, paese ricoperto a nord ovest dalla Foresta amazzonica, polmone verde del mondo, risulta quindi ad oggi tra i più colpiti dalle ondate di caldo eccessivo.

Bolsonaro, negazionista climatico e del Covid

Nel frattempo, l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, noto negazionista climatico che durante la sua presidenza ha messo notevolmente a rischio l’Amazzonia, è stato incriminato dalla polizia federale del Brasile per associazione a delinquere e inserimento di dati falsi nel sistema informativo del ministero della Salute, nell’ambito di un’indagine sulla falsificazione di certificati di vaccinazione Covid. Tra i sedici incriminati ci sono anche il tenente colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo di Bolsonaro e oggi collaboratore di giustizia, e il deputato federale Gutemberg Reis.

 

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Secondo quanto emerso, a dicembre 2022 nel sistema del ministero della Salute erano stati inseriti i dati, ritenuti falsi, necessari per l’emissione dei certificati di vaccinazione per Bolsonaro e per la figlia, per viaggiare negli Stati Uniti, dove all’epoca era richiesto il documento. Risultava così che Bolsonaro avesse assunto la prima dose il 13 agosto del 2022 e la seconda il 14 ottobre, in un centro municipale della città di Duque di Caxias, stato di Rio de Janeiro. Bolsonaro ha invece sempre dichiarato pubblicamente di non essere vaccinato e di non volerlo essere.

 

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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