Nature restoration law, le briciole di Greta
Il parlamento europeo ha dato il via libera alla legge per il salvataggio degli ecosistemi. Per Greta Thunberg «è il minimo», per sinistra e ambientalisti «bene ma compromesso al ribasso»
La legge sul ripristino della natura è salva, almeno per ora. Dopo settimane di tensione che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, il Parlamento europeo ha votato ieri, durante la sessione plenaria, in favore del regolamento che chiede il ripristino di almeno il 20% degli ecosistemi marini e terrestri entro il 2030.
L’assemblea legislativa di Strasburgo si è sostanzialmente spaccata. La proposta della Commissione, pur con alcune modifiche, è stata approvata da una maggioranza non larga (336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni). Poco prima in Aula, una mozione avanzata dal Partito popolare europeo (Ppe) – partito dei democratici cristiani, in Italia rappresentato da Forza Italia – per respingere l’intero provvedimento aveva ottenuto il voto contrario di 324 eurodeputati, quello favorevole di 312 e l’astensione di 12.
Ma non si tratta ancora di un sì definitivo.
Nella complessa macchina legislativa dell’Unione europea, la palla passa ora ai governi dei 27 Paesi membri, riunititi nel Consiglio Ue, come anche alla Commissione. Il testo tornerà poi in Parlamento, per ricevere l’approvazione definitiva.
I commenti
Il vicepresidente della Commissione, il socialista Frans Timmermans, si è detto ottimista sulla possibilità che l’iter possa arrivare a conclusione nel giro di un paio di mesi. Palpabile la delusione del Ppe, il cui capogruppo, il tedesco Manfred Weber, si era speso fino alla fine per respingere una legge che a suo avviso rischia di penalizzare il settore agroalimentare e di conseguenza i cittadini europei.
We fought for our convictions. The @EPPGroup influenced the law more than anybody expected. Key questions remain unanswered about the impact on food prices and legal certainty. We will continue to argue against a law that polarizes rather than unites our climate efforts. pic.twitter.com/3G52OnC5QZ
— Manfred Weber (@ManfredWeber) July 12, 2023
«Continueremo a sostenere le nostre ragioni contro una legge che rischia di polarizzare, non di unire, i nostri sforzi sul clima» , ha twittato Weber a commento del risultato in Aula. Le proposte del Ppe sono state appoggiate dai conservatori di Ecr (di cui fa parte Fratelli d’Italia) e dall’estrema destra di Identità e democrazia (all’interno del quale si trova la delegazione della Lega).
L’opposizione dei popolari alla proposta della Commissione Ue ha rappresentato una rottura della maggioranza con socialisti e liberali, su cui la attuale legislatura si regge.
Per questo motivo, la svolta era stata letta come una segnale di convergenza con i due gruppi di destra, in vista di una eventuale alleanza dopo le elezioni europee del 2024. Hanno invece espresso soddisfazione socialisti («vittoria progressista, un segnale per il futuro», commenta il capogruppo Brando Benifei) e i verdi («abbiamo fermato una destra ladra di futuro e le sue fake news sulla transizione ecologica», twittano gli esponenti della componente italiana dei Greens). Meno convinti gli eurodeputati della sinistra, come l’irlandese Mick Wallace, che afferma: «il testo approvato sembra solo il guscio vuoto della proposta originaria».
Un risultato di compromesso
In effetti, gli emendamenti approvati hanno ricalcato il compromesso raggiunto a maggioranza dai governi europei lo scorso 20 giugno, con il voto contrario, tra gli altri, dell’Italia, rendendo meno stringenti gli obblighi su alcuni punti specifici, come ad esempio il ripristino delle torbiere nei terreni di uso agricolo, così come altre norme per migliore la sostenibilità agricola.
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Il voto di mercoledì 12 era stato preceduto dall’arrivo a Strasburgo di Greta Thunberg, che aveva manifestato prima davanti al Parlamento, esortando gli eurodeputati ad approvarla nella versione migliore possibile. La paladina dell’ambientalismo aveva poi seguito le votazioni dalle tribune all’interno dell’Eurocamera. Al termine ha dichiarato di fronte ai giornalisti:
«Problemi come questi non dovrebbero proprio esistere. E’ scandaloso che si debba lottare per le briciole».
Briciole, certo. Perché rispetto alla prospettiva della catastrofe climatica, non solo questa, ma nessuna legge è sufficiente, né tantomeno perfetta. Eppure, respingere il tentativo di chi voleva far naufragare del tutto la legge, è almeno un segnale d’incoraggiamento. Anche per chi spera che si possa fare di più e meglio.
Saperenetwork è...
- Giornalista, laureato in Filosofia, ha cominciato sbagliando tutto, dato che per un quotidiano oggi estinto recensiva libri mai più corti di 400 pagine. L’impatto con il reportage arriva quando rimane bloccato dalla polizia sotto la Borsa di Londra con i dimostranti anti-capitalisti. Tre anni nella capitale inglese, raccontandola per Il Fatto Quotidiano, poi a Bruxelles, dove ha seguito le elezioni europee del 2014 e del 2019. Nel 2024 rischia di fare lo stesso, stavolta per Il manifesto.
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