Rapporto EU sulle lezioni dalla pandemia, entra la proposta di infrastruttura pubblica per farmaci e vaccini
In programma per la discussione in plenaria a Strasburgo l’11 luglio, il rapporto contiene la proposta avanzata dal Forum DD. Invita inoltre a fissare regole per la trasparenza nella relazione con le aziende farmaceutiche e riformare l’agenzia per le emergenze sanitarie. Più timido l’approccio alla limitazione dei brevetti
Creare un’infrastruttura pubblica europea autonoma e senza fini di profitto per lo sviluppo di farmaci e vaccini. La proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità è entrata nelle conclusioni e raccomandazioni finali del Rapporto sulle lezioni della pandemia di Covid-19 approvato il 12 giugno dalla Commissione COVI, la Commissione speciale sulla pandemia di COVID-19. Un risultato frutto del lavoro di un’alleanza vasta fra scienziati, medici e organizzazioni della cittadinanza attiva.
Il testo finale sarà discusso in plenaria al Parlamento europeo l’11 luglio prossimo.
Vi si propone anche di ridisegnare HERA (la direzione della Commissione Europea per le emergenze sanitarie), trasformandola in un’agenzia più autonoma, con budget maggiore, missione più ampia e maggiore trasparenza. Viene poi rimarcato come il rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini sia stato assunto più dai contribuenti che dalle aziende farmaceutiche: Commissione e Stati Membri sono invitati a far sì che in futuro tale contributo “produca adeguati benefici nell’interesse pubblico”. Si riconosce inoltre un’insufficiente trasparenza nella relazione con le aziende farmaceutiche nei mesi della pandemia e che su questo aspetto servono nuove regole certe, in particolare l’obbligo per le imprese di dichiarare i contributi pubblici ricevuti.
La posizione ambigua sulla proprietà intellettuale
Il Rapporto riconosce che l’esclusiva brevettuale può limitare il mercato e l’accesso alle medicine (par. 493), tuttavia afferma anche che il sistema dei brevetti incentiva le imprese a innovare nell’interesse pubblico. E pur ribadendo la posizione del Parlamento Europeo (non fatta propria dalla Commissione) di sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini COVID-19 per consentire l’accesso alla produzione nei paesi più poveri, nel Rapporto si sostiene che le licenze obbligatorie potrebbero essere inadeguate per aumentare la disponibilità di vaccini.
«La portata politica della raccomandazione di creare una infrastruttura pubblica europea per vaccini e farmaci è alta. Un segnale positivo importante. Tuttavia rischia di perdersi, data la dimensione prolissa (617 punti) del Rapporto. Si torna in modo talora contraddittorio sugli stessi argomenti e, segnatamente, a volte si dà un giudizio acriticamente positivo sui diritti di proprietà intellettuale come motore dello sviluppo dei vaccini, pur riconoscendo che i brevetti hanno limitato l’accesso ai vaccini nel mondo. Occorre più coraggio per cambiare il modello dell’innovazione biomedica», ha affermato Massimo Florio, membro del ForumDD e promotore della proposta di creare un’infrastruttura pubblica europea per la salute. Mentre Fabrizio Barca, co-coordinatore del ForumDD ha commentato:
«Ora dobbiamo moltiplicare i nostri occhi e la nostra pressione per sciogliere le ambiguità sui brevetti quando basati su ricerca e finanziamenti pubblici».
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