Ue, ombre sul Green Deal. A rischio la Legge sul ripristino della Natura

La legge sul ripristino della Natura è stata bocciata dalle Commissioni preposte. Se dovesse essere bocciata definitivamente, il Green Deal sarebbe a rischio

La Legge sul Ripristino della Natura, una delle leggi simbolo del Green Deal, europeo è in bilico. Dopo mesi di acceso dibattito dentro e fuori le istituzioni, lo scorso 27 giugno a Bruxelles il voto in commissione parlamentare Ambiente, (ENVI) finito in parità, aveva negato il via libera al provvedimento. Il prossimo passo sarà ora il pronunciamento dell’Aula, nel corso della seduta planaria di Strasburgo prevista tra il 10 e il 13 luglio. La bocciatura non è arrivata certo come un fulmine a ciel sereno. Già a fine maggio, altre due commissioni dell’Europarlamento, quella per l’Agricoltura (AGRI) e quella per la Pesca (PECH) avevano optato per lo stop. Diversi governi europei si erano espressi in modo critico, con il primo ministro conservatore irlandese Leo Varadkar che aveva esplicitamente parlato di «obiettivi che vanno troppo in là». Il 20 giugno i governi, riuniti nel Consiglio, avevano raggiunto un accordo sul regolamento seppur alla luce della richiesta di maggior flessibilità avanzata dai governi. La posizione era stata approvata da 20 Paesi su 27 in rappresentanza del 66% della popolazione europea. Pesanti però i voti contrari, primo tra tutti quello dell’Italia, della Svezia (tra l’altro presidente di turno), insieme a Finlandia, Paesi Bassi e Polonia, mentre Belgio e Austria si sono astenuti.

 

Il conservatore irlandese Leo Varadkar, tra i più critici nei confronti della Legge sul ripristino della Natura
Il conservatore irlandese Leo Varadkar, tra i più critici nei confronti della Legge sul ripristino della Natura (Foto: Wikipedia)

Una legge per proteggere gli ambienti naturali

La proposta legislativa originaria era stata avanzata dalla Commissione Ue nel giugno 2022. Obiettivo dichiarato, quello di mettere in atto “misure di ripristino efficaci basate sulla superficie che insieme coprono, entro il 2030, almeno il 20 % delle zone terrestri e marine dell’Unione e, entro il 2050, tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino”.  La necessità delle misura nasce dalla constatazione che oltre l’80% degli ambienti naturali del continente versa in condizioni di degrado. Ecosistemi sani – sottolinea la Commissione – forniscono un contributo essenziale nella riduzione delle emissioni, nella regolazione del cambiamento climatico. E non da ultimo, nell’assicurare la produzione di cibo. Agricoltura e pesca rappresentano grandi interessi economici: ecco il motivo del contendere. Fuori dai palazzi, a Bruxelles si sono fronteggiati – in piazza o con dichiarazioni incrociate – agricoltori contrari al provvedimento e ambientalisti che invece lo sostengono. Lobby di categoria hanno esultato per lo stop e il voto contrario dell’Italia, mentre le associazioni ecologiste hanno espresso preoccupazione per le battute di arresto.

Al loro fianco anche esperti e scienziati che hanno firmato due lettere aperte, per confutare sia il paventato danno economico che deriverebbe dall’implementazione delle legge che per contestare la disinformazione che la circonda.

Un attacco all’ambientalismo europeo

Dentro il palazzo, la spaccatura è plastica: il Partito Popolare (Ppe), insieme a tutta la destra, si fa portavoce degli interessi delle lobby agricole, mentre la pressione per far andare avanti il provvedimento è racconta dai Socialisti (S&D) e dagli altri partiti di sinistra «La legge comporta il rischio di aumenti del costo dei beni alimentari e rappresenta un problema per le i mezzi di sussistenza del settore agricolo e le forniture di cibo a livello globale», ha dichiarato a Politico.eu il capogruppo dei popolari all’eurocamera, il tedesco Manfred Weber. «Aiuterà a garantire la sicurezza alimentare e porterà benefici ad agricoltori. e pescatori», gli risponde il socialista spagnolo Cesar Luena, relatore della legge in Commissione Ambiente. Contrastando la Legge sul ripristino della natura il Ppe    maggior gruppo politico in termini numerici – ottiene diversi risultati in un colpo solo. Intanto porta un attacco frontale ad uno dei provvedimenti simbolo della Commissione Ue, fortemente voluto dal vicepresidente, il socialista olandese Frans Timmermans e dai Verdi europei e dalla sinistra.

 

Il socialista olandese Frans Timmermans
Il socialista olandese Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue (Foto: Wikipedia)

 

Weber flirta con i gruppi alla propria destra (Conservatori e Identità e democrazia, di cui fanno parte in quota italiana rispettivamente FdI e Lega) e mette anche in discussione la ricandidatura alla presidenza della Commissione di Ursula Von der Leyen, che ha difeso la proposta di legge anche in questi giorni di tensione. Von der Leyen è esponente della Cdu-Csu tedesca proprio come Weber, eppure legata alla stagione ormai tramontata di Angela Merkel. Così Weber – che da mesi ormai corteggia Giorgia Meloni e altri leader della destra europea in vista di una possibile alleanza dopo le elezioni europee 2024 – porta avanti le sue manovre. La battaglia è destinata a continuare in vista del voto finale dell’europarlamento, previsto nella sessione plenaria di luglio a Strasburgo. Tra chi lo spera, e chi lo teme, c’è ancora spazio per le sorprese.

 

L'emiciclo del Parlamento Europeo a Strasburgo durante una plenaria
L’emiciclo del Parlamento Europeo a Strasburgo durante una plenaria (Foto: Wikipedia)

 

La Timeline

  • 22 Giugno 2022 – Commissione Ue propone Legge sul ripristino della Natura in forma di Regolamento
  • 23 Maggio 2023 – Commissione AGRI (Europarlamento) boccia la proposta
  • 24 Maggio 2023 – Commissione PECH (Europarlamento) boccia la proposta
  • 20 Giugno 2023 – Consiglio adotta posizione a maggioranza. Italia vota contro con altri 4 Paesi e 2 astenuti
  • 27 Giugno 2023 – Commissione ENVI (Europarlamento) non trova maggioranza per dare via libera alla legge (44 voti contro – 44 a favore). Decisivi i no di una parte dei centristi del gruppo Renew Europe (liberali/centristi) che si spacca
  • 10-13 Luglio 2023 – Voto in Plenaria

Saperenetwork è...

Andrea Valdambrini
Andrea Valdambrini
Giornalista, laureato in Filosofia, ha cominciato sbagliando tutto, dato che per un quotidiano oggi estinto recensiva libri mai più corti di 400 pagine. L’impatto con il reportage arriva quando rimane bloccato dalla polizia sotto la Borsa di Londra con i dimostranti anti-capitalisti. Tre anni nella capitale inglese, raccontandola per Il Fatto Quotidiano, poi a Bruxelles, dove ha seguito le elezioni europee del 2014 e del 2019. Nel 2024 rischia di fare lo stesso, stavolta per Il manifesto.

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