«Un giorno buio per il clima», gas e nucleare per l’UE sono verdi
Il Parlamento europeo ha bocciato l’emendamento contrario all’inclusione di gas e nucleare fra le fonti energetiche sostenibili, ovvero finanziabili come investimenti verdi. Un colpo basso alla transizione energetica e, secondo alcuni, un favore a Putin
Serviva la maggioranza assoluta a Strasburgo, ovvero 353 voti, per tenere tutti i progetti legati all’energia nucleare e al gas fuori dagli investimenti considerabili verdi. Invece solo 282 europarlamentari hanno votato in favore dell’emendamento all’Atto della Commissione Europea che a gennaio li aveva inclusi. Bas Eickhout, vicepresidente della commissione ambiente del Parlamento europeo, ha detto che è stato «un giorno buio per il clima e la transizione energetica».
La proposta infatti è passata nonostante il parere contrario degli esperti della Piattaforma sulla finanza Sostenibile (Pfs), nominati proprio dalla Commissione Ue come consulenti scientifici nella redazione dell’Atto.
La Pfs aveva sottolineato come il nucleare era da escludere a causa della questione scorie radioattive, in quanto il regolamento della tassonomia ha criteri specifici riguardo il non arrecare danni significativi all’ambiente. Mentre il gas era stato considerato non includibile in quanto i più efficienti impianti a gas esistenti oggi emettono circa il triplo del limite di 100 gr CO2e/kWh, indicato come riferimento per poter parlare di un contributo concreto nel mitigare il cambiamento climatico.
«Sono scioccata. La guerra della Russia contro l’Ucraina è una guerra pagata dalle fonti fossili che riscaldano il clima e l’Europarlamento ha appena votato per spingere miliardi di finanziamenti al gas fossile dalla Russia. Come può ciò essere in linea con la presa di posizione europea riguardo alla protezione del nostro pianeta e all’essere dalla parte dell’Ucraina?»
ha detto, riporta il Guardian, Svitlana Krakovska, scienziata climatica ucraina membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc). Il Guardian cita anche la docente e deputata del parlamento ucraino Inna Sovsun che ha commentato il voto dicendo che «Putin si sta sfregando le mani con gioia». La Commissione Ue, tuttavia, si compiace di questo voto che riconosce «l’approccio pragmatico e realistico sulla transizione verso la neutralità climatica».
Il mondo dell’ambientalismo prepara nuove azioni di contrasto. Il Wwf ha dichiarato che con la ong Client Earth esplorerà tutti i percorsi possibili per prossime azioni al fine di «fermare questo greenwashing e proteggere la credibilità dell’intera tassonomia europea».
Greenpeace ha annunciato azioni legali contro la Commissione Europea. Ariadna Rodrigo, attivista di Greenpeace Eu sulla finanza sostenibile: «È politica sporca e un risultato oltraggioso etichettare come verdi gas e nucleare e lasciare fluire più denaro nelle casse di Putin ma ora ci opporremo nei tribunali». La ong sottoporrà una richiesta formale per una revisione interna alla Commissione. Qualora il risultato di questa fosse negativo, Greenpeace sottoporrà la causa alla Corte di giustizia europea.
«L’Europarlamento con il voto di oggi ha ceduto alle lobby di gas e nucleare» è stato il commento di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. «Un duro colpo al Green Deal Europeo e a un’ambiziosa politica climatica in linea con l’obiettivo di Parigi di 1.5°C, indispensabile per fronteggiare l’emergenza climatica.»
Per quanto riguarda le posizioni dei singoli Stati, la cui maggioranza è favorevole alla proposta della Commissione Ue, Austria e Lussemburgo avevano dichiarato già lo scorso 2 febbraio, giorno della presentazione dell’atto, che porteranno la questione alla Corte di giustizia europea. «Con buone possibilità di successo secondo diversi esperti giuridici del Consiglio e del Parlamento», ha puntualizzato Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente, aggiungendo:
«Chiediamo al governo italiano di sostenere il ricorso di Austria e Lussemburgo».
Il comunicato di Legambiente ricorda anche secondo il think-tank Ember, «l’Europa può raggiungere la neutralità climatica entro il 2035 quadruplicando la sua produzione rinnovabile ed espandendo l’infrastruttura elettrica necessaria con un risparmio di oltre 1000 miliardi di euro da qui al 2035 e nello stesso tempo garantire una maggiore sicurezza energetica ed una migliore qualità dell’aria che respiriamo. Sono però necessari investimenti iniziali per circa 300-750 miliardi di euro».
Sarà più difficile che queste ingenti risorse necessarie arrivino a progetti di energie rinnovabili con la concorrenza di gas fossile e nucleare nella lista degli investimenti verdi. Con questo solo voto, il lavoro fatto dall’Europa per regolamentare la finanza sostenibile sembra perdere senso, mentre è sempre più evidente che sarà la società civile a cambiare la politica che i politici non vogliono cambiare.
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