Crisi dell’industria culturale in epoca Covid, la soluzione sta nello sviluppo digitale
Con l’emergenza sanitaria, soprattutto durante il lockdown, i settori del turismo e della cultura hanno subito ingenti perdite. Ma si sono saputi “reinventare” sfruttando le nuove tecnologie. Il rapporto di Unicredit e Nomisma
Ottanta milioni di euro in meno di fatturato per i musei nel 2020, quasi 120 milioni per i cinema e per gli spettacoli musicali un passivo 350 milioni. Il lockdown ha rappresentato un brutto colpo per le imprese culturali dal vivo. Questo però non ha frenato la fruizione di prodotti culturali da parte degli italiani che hanno sperimentato nuove modalità per assistere a esibizioni, concerti e visitare luoghi d’arte: dall’inizio della pandemia il 33% ha seguito dirette social durante le quali gli artisti si esibivano dalle proprie abitazioni, il 13% ha visitato virtualmente mostre, musei, aree archeologiche, il 6% ha visto spettacoli teatrali in streaming e il 4% ha assistito a concerti virtuali pagando un biglietto. Sono aumentate anche le percentuali di utenti su piattaforme streaming a pagamento per la visione di film e serie TV.
È quanto emerge dall’approfondimento di Nomisma che ha realizzato insieme a Unicredit il ciclo d’incontri Italia: lo Stato dell’arte per esplorare lo scenario dell’industria culturale e creativa italiana individuando gli elementi che possano favorirne la ripresa dopo la crisi pandemica.
I dati che emergono fanno riflettere. A partire dal fatto che il desiderio di tornare ad assistere a spettacoli e concerti dal vivo non è mai svanito, basti dire che il 39% evidenzia gli eventi live come un modo per trascorrere del tempo con gli amici e la famiglia, una persona su cinque li vede come un’opportunità per conoscere persone nuove e condividere gli stessi interessi, mentre per il 15% sono uno strumento per sentirsi parte di una comunità.
La survey Nomisma ha indagato quale sia l’offerta culturale ideale per gli italiani nel post-Covid e ha rilevato che il 36% desidera una proposta con una vasta quantità di contenuti e vicina ai propri gusti e interessi. Molto importante risulta anche la facilità di fruizione e la rapidità dei contenuti che dovrebbero essere brevi e veloci. Gli italiani considerano la tecnologia uno strumento per facilitare l’accesso alla fruizione dei contenuti culturali e non un elemento sostitutivo degli spettacoli live: comparare il biglietto online, prenotare attività tramite smartphone, sono aspetti che aiutano a vivere un’esperienza più semplice e smart.
Per quanto riguarda il turismo culturale, è emerso che otto italiani su 10 vorrebbero intraprendere un viaggio nel corso del 2021 e, tra le destinazioni preferite, troviamo il mare (citato dal 60%), i borghi e i villaggi rurali (26%), le città d’arte (25%). L’offerta culturale rappresenta un driver di scelta importante delle mete da visitare e infatti il 36% degli italiani è mosso dall’interesse di scoprire la storia e la tradizione dei luoghi visitati e uno su quattro è intenzionato a visitare mostre, musei, aree archeologiche, siti Unesco. Anche in questo caso gli italiani vedono nella tecnologia uno strumento per fruire di una migliore esperienza all’insegna di semplificazione e organizzazione. L’80%, ad esempio, considera importante poter prenotare online le attività da svolgere e il 77% ritiene rilevante poter accedere a un sito web che presenti un elenco degli eventi organizzati sul territorio. Commenta Remo Taricani, Head of Retail Italy di UniCredit:
«Quella che abbiamo in questa fase, grazie alle risorse finanziarie messe in campo da istituzioni nazionali ed europee, è un’opportunità unica per rilanciare l’economia del nostro Paese attraverso il sostegno ai settori fulcro della nostra economia. Un’occasione che dobbiamo cogliere tutti come sistema, facendo rete e puntando sulla sinergia tra pubblico e privati».
Infine, è stato affrontato il tema degli “spazi”. La pandemia ha modificato il modo di vivere l’ambiente domestico influenzando molto lo stile di vita degli italiani e l’approcciarsi alla casa e alla città. Le restrizioni negli spostamenti, la didattica a distanza, lo smart working, tutto si è concentrato nelle mura domestiche ed è così finita l’era della “casa-dormitorio” lasciando spazio all’idea di una casa differente. Secondo i sondaggi, ora la casa per essere perfetta dovrebbe avere stanze riconvertibili multiuso, box auto, fibra ottica e impianto domotico.
Nell’era post-Covid, insomma, non è cambiato solamente il modo di vivere dell’ambiente domestico, ma anche quello urbano. Gli italiani cercano la sostenibilità anche nella città in cui vivono e ricercano sempre di più l’idea di una “città diffusa”, che non concentri i propri servizi in un’unica area ma che li avvicini maggiormente alla popolazione, raggiungendo l’obiettivo di “città dei 15 minuti”.
Ed è chiaro come la crisi provocata dal Covid-19 rappresenti l’occasione giusta per avviare un processo di digitalizzazione del settore che potrebbe consentire al settore culturale e turistico di rispondere a esigenze di fruizione più flessibili e personalizzate.
Saperenetwork è...
- Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.
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