Italia verso una svolta autoritaria? Un evento di studio e proposte

L’omicidio di Satnam Singh ne è purtroppo la prova più recente. Povertà e precarietà, disuguaglianze tra persone e territori, sono conseguenze del neoliberismo. Che, tra insicurezza e posizioni identitarie traghetta verso l’autoritarismo. A Roma un incontro di ForumDD e Volere La Luna, per un lavoro comune contro questo rischio

A poche ore dall’omocidio di Satnam Singh nelle campagne dell’Agro Pontino, la questione diventa ancora più scottante. «Il neoliberismo ha causato un aumento perentorio delle disuguaglianze non solo di reddito, ricchezza, di accesso ai servizi fondamentali e alla ricchezza comune ma di anche disuguaglianze nel riconoscimento della dignità e del ruolo delle persone». L’analisi di Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, insieme a quella di numerosi altri studiosi e studiose, attivisti e attiviste e rappresentanti della politica, è stata oggetto di confronto nell’incontro “Verso una svolta autoritaria? L’Italia e l’Europa tra neoliberismo e restrizione della democrazia”, organizzato dal Forum DD e dall’associazione Volere La Luna lo scorso 20 giugno presso la libreria Spazio Sette di Roma.

 

 

«Quarant’anni di neoliberismo non hanno solo prodotto uno scenario che non può promettere futuri giusti ma hanno favorito che il governo di tale scenario avvenga con strumenti autoritari e con la riduzione dei meccanismi democratici» ha detto Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, introducendo gli interventi. «Dalla crisi della democrazia possiamo uscirne in due modi: con un sistema che fa della “decisione dall’alto” e della difesa dello status quo neoliberista una risposta a un mondo sempre più complesso e che genera paure oppure con un surplus di partecipazione e con politiche in grado di garantire una maggiore ripartizione delle risorse e un maggiore equilibrio dei poteri. Purtroppo abbiamo pochi dubbi sulla strada intrapresa dall’attuale governo italiano. L’incontro di oggi è la prima tappa di un possibile lavoro comune di analisi, ricerca e proposta per arginare la sistematica riduzione degli spazi democratici in atto nel Paese».

Le testimonianze dalla società civile

Nella prima parte dell’evento, relatori provenienti da diverse realtà attive sul territorio nazionale – dagli studenti medi all’opposizione popolare contro la Tav in Val di Susa, dal mondo della scuola ai soggetti in difesa dei diritti dei migranti – hanno portato le proprie testimonianze sul rifiuto, da parte delle istituzioni, del dialogo sociale, sulla chiusura degli spazi di espressione, sulla colpevolizzazione del disagio sociale, sulla costruzione di una scuola sempre più normalizzata e punitiva, sulla repressione delle manifestazioni di piazza. Hanno partecipato: Roberta Leoni, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università; Paolo Notarnicola, Rete degli Studenti Medi; Annamaria Palmieri, Dirigente scolastica e militante della scuola pubblica; Livio Pepino, Controsservatorio Valsusa – Volere La Luna; Enrica Rigo, Clinica del diritto dell’immigrazione e della cittadinanza – Università di Roma Tre; Elisa Sermarini, Rete dei Numeri Pari. Ha sottolineato Livio Pepino:

«La svolta autoritaria ha radici lontane – e la sinistra ha molti esami di coscienza da fare – ma oggi è sempre più netta. Lo Stato sociale lascia il posto allo Stato penale, fotografato dalla cancellazione del reddito di cittadinanza e, parallelamente, dal continuo aumento del numero dei detenuti.

«(…) Inevitabile il distacco e la sfiducia di cittadine e cittadini, fonte di un’astensione dal voto che sta trasformando la democrazia da “governo dei più” in “governo dei meno”, che si vorrebbe anche formalmente sancire con l’introduzione del premierato elettivo, potenzialmente in grado di consegnare il governo del Paese a una minoranza, senza contrappesi e controlli. Guai a minimizzare. Come scrivono in un appello 180 costituzionalisti: occorre reagire. Subito. Finché siamo in tempo».

 

Le analisi della dinamica autoritaria

La seconda parte dell’evento ha approfondito aspetti della svolta autoritaria sotto il profilo sociale e politico e sotto il profilo istituzionale. Sono intervenuti Alessandra Algostino, Università di Torino; Fabrizio Barca, Forum Disuguaglianze e Diversità; Franco Ippolito, Fondazione Basso; Nadia Urbinati, Columbia University. Secondo gli interventi, la dinamica autoritaria porta alla concentrazione del potere di decisione per affrontare la complessità: per essere respinta non va solo contrastata nei suoi effetti illiberali ma va scalzata alle radici, lavorando alla visione di una democrazia più evoluta che risolva la complessità.

Esempio ne è proprio il premierato, protagonista di questi giorni, definito da Nadia Urbinati “esecutivismo dominante”: la funzionalità come unico elemento desiderabile al di là di obiettivi e visioni politiche e a scapito del confronto e del pluralismo.

 

 

Inoltre, la dinamica autoritaria incarna l’ideologia della governabilità in cui i cittadini e le cittadine anziché essere soggetti attivi che portano la loro voce allo Stato sono oggetto delle sue decisioni. La svolta autoritaria è evidente nell’attacco alla Costituzione, che stravolge il modello repubblicano con il Parlamento al centro e guarda alla strada delle democrazie illiberali. E la repressione del dissenso si esercita attraverso diversi strumenti: da quello penale a quello del diritto civile e amministrativo, dalla chiusura degli spazi fisici nei quali esercitare diritti, fino alla criminalizzazione della solidarietà.

Alessandra Algostino ha sintetizzato il “trittico” oggetto della repressione in «poveri, migranti e dissenzienti. (…) L’intimidazione del dissenso è un filo nero che va tessendo una rete che oscura lo spazio democratico»

Gli interventi dal mondo della politica

L’incontro si è chiuso con un “Dialogo con la Politica” che ha visto confrontarsi parlamentari e segretari di partito che hanno risposto all’invito del Forum Disuguaglianze e Diversità e di Volere La Luna, insieme a esponenti del mondo della cultura, sindacale e dell’attivismo civico. Sono intervenuti Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), Marta Bonafoni (Partito Democratico), Chiara Capretti (Potere al Popolo/Ex Opg), Vittorio Cogliati Dezza, (Forum Disuguaglianze e Diversità); Marco De Ponte (Action Aid Italia), Christian Ferrari (segreteria nazion Cgil), Roberto Fico (Movimento 5 Stelle), Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra), Riccardo Magi (+ Europa). Dai diversi interventi è emerso come ci siano tutti gli elementi per affermare che l’Italia sia di fronte a un salto di qualità del processo autoritario che non nasce oggi ma trova oggi una forte accelerazione. Di fronte a essa è necessaria una risposta unitaria dell’opposizione politica e sociale del Paese: con il contrasto a ogni manifestazione di restrizione della democrazia, con forme di resistenza passiva, con l’iniziativa referendaria in risposta alle modifiche alla costituzione. Il contrasto deve essere però prima di tutto sul piano del pensiero.

 

Guarda il video completo dell’evento

 

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Francesca Santoro
Francesca Santoro
Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.

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