«Il 2030 è oggi», studenti e climate change in un progetto dell’ESA
Un’iniziativa dell’Agenzia Spaziale Europea è l’occasione, per alcuni liceali romani, di toccare con mano gli effetti della globalizzazione e della crisi climatica, studiando un fenomeno del loro territorio, quello della diffusione della cocciniglia tartarugata sui pini
«Il 2030 è oggi». Diego trova queste parole, per concludere il racconto della II As del liceo Majorana di Roma sul progetto cui hanno lavorato da novembre fino a metà aprile. Una ricerca che ha impegnato molte ore e molte materie e che li ha portati a “toccare con mano” il fenomeno della crisi climatica.
L’occasione è stata offerta dal progetto Climate Detectives, iniziativa educativa dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
In questo progetto studentesse e studenti «sono chiamati a “fare la differenza” nella comprensione delle tematiche legate al clima terrestre, un sistema complesso e in continua evoluzione». La comprensione nasce dal fatto che la ricerca riguarda l’ambiente di vita dei partecipanti, in cui devono individuare un problema legato al clima che dovranno poi investigare, utilizzando anche dati messi a disposizione da ESA, relativi all’Osservazione della Terra nell’area prescelta e altre ricerche e misure sul campo. Diventando così veri e propri Detective del Clima.
Il progetto
Ragazze e ragazzi della II As sono quindi diventati, più che detective, dei Cocciniglia Busters. Infatti la scelta del problema da indagare è caduta sulla cocciniglia tartaruga. «Si tratta di un parassita che, sbarcato a Napoli dal nord America nel 2014, dal 2018 ha causato la morte di migliaia di pini della capitale» spiega Francesco, parlando di un fenomeno di cui non avevano (prima del progetto) letto nulla sul loro canale informativo privilegiato, i social. «Ma in Nord America – aggiunge Francesco – il parassita non ha fatto tutti questi danni, perché lì il clima è diverso».
E così l’oggetto della ricerca, intitolata “Come i pini di Roma”, è stato: come il cambiamento climatico impatta sulla diffusione della Toumeyella parvicornis su Pinus pinea L..
Studentesse e studenti, sotto la guida della professoressa di italiano Mazzeo, coordinatrice della classe, e delle insegnanti di Scienze e di Matematica, hanno analizzato i vari attori della vicenda (pini, agenti patogeni, Toumeyella, pinete romane) per poi dedicarsi a studiarne l’evoluzione delle interazioni nel tempo, sotto l’impatto della situazione climatica. Per la raccolta dei dati è stato necessario circoscrivere la ricerca a un’area limitata e a questo scopo è stata individuata la pineta all’interno della Tenuta di Castelporziano (RM), dove la classe ha potuto incontrare alcuni esperti e raccogliere immagini e materiale informativo.
Gli strumenti
Di particolare interesse si sono rivelate la ricerca e l’analisi delle immagini satellitari della pineta nel periodo di tempo 2017-2023. «Abbiamo scelto anno per anno una foto dell’area nel periodo marzo-aprile, il momento migliore visto che d’inverno la frequente nuvolosità diminuisce la chiarezza delle immagini e d’estate il caldo stagionale poteva incidere troppo sulla condizione dei pini» spiega Raffaele. Grazie a un indice analitico basato sul colore, le immagini rilevate hanno mostrato ai ragazzi che le zone verde scuro, corrispondenti alla presenza dei pini domestici, con il passare degli anni, sbiadiscono, tendendo a un colore grigio-marrone, segno dell’impoverimento delle foglie degli alberi. Anche attraverso altre misurazioni, è emerso un progressivo indebolimento dello stato di salute della vegetazione della riserva.
Faccia a faccia con la realtà
Nella tenuta di Castelporziano l’incontro con le piante colpite da Toumeyella è particolarmente toccante. I pini ormai morti vengono tagliati e ridotti in piccoli pezzi, il cippato, per essere poi destinati all’incenerizione. «Quando li toccavamo si sgretolavano facilmente: e abbiamo capito la gravità dell’indebolimento» spiega Flavia. I pezzi accatastati formano enormi montagne di cippato: «Le abbiamo scalate fino in cima», raccontano i ragazzi: ma sul divertimento prevale la desolazione.
«Abbiamo scoperto che a causa dell’aumento delle temperature la cocciniglia, anziché avere due generazioni, come è nella norma, ne fa fino a cinque all’anno» spiega Emma.
«Gli esperti della Tenuta con cui abbiamo parlato, sono stati estremamente sinceri e ci hanno spiegato che sono sempre in allerta, perché, come è successo con la cocciniglia, da altri paesi possono in qualsiasi momento arrivare nuovi agenti patogeni e nuove minacce. Inoltre il caldo che aumenta può incidere su tutte le specie, non solo i parassiti, per esempio nel mare, veicolo di diffusione di specie aliene» aggiunge Raffaele. E così arriviamo a parlare del 2030, la data limite degli obiettivi UE per il contrasto al cambiamento climatico. Una data che ragazze e ragazzi sentono ora più concretamente. Commenta Francesco: «Un progetto così dovrebbero farlo in tutte le scuole» .
Saperenetwork è...
- Laurea in comunicazione, specializzazione in marketing e comunicazione nel Non Profit. Per 15 anni mi sono occupata di comunicazione e formazione nell’ambito del consumo critico e del commercio equo, trattando temi quali l'impatto delle filiere a livello locale e globale su persone, risorse, territori, temi su cui ho anche progettato e condotto interventi nelle scuole. Dal 2016 creo contenuti online per progetti, associazioni, professionisti.
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