Blueback, una favola marina per salvare gli oceani
Non convince in pieno a causa di una sceneggiatura debole, ma il film di Robert Connolly, tratto da un romanzo di Tim Winton, attira comunque l’attenzione sulla tragedia ambientale del mare. Meravigliosa la fotografia e le sequenze in acqua. Distribuito in Italia da Lucky red, al cinema dal primo giugno
Dopo Avatar – La via dell’acqua e La Sirenetta, arriva al cinema, dal primo giugno 2023 nelle sale italiane, un altro film a testimoniare l’urgenza di salvaguardare gli oceani: Blueback, presentato in anteprima al Toronto Film Festival nel 2022, ambienta questa volta la battaglia di una madre e di una figlia per proteggere l’ecosistema marino nella fittizia Longboat Bay, affacciata sulla costa occidentale dell’Australia.
Storia di formazione marina
Adattamento di un romanzo per bambini del prolifico Tim Winton (considerato tra i più celebri scrittori australiani anche fuori dalla sua Perth, con all’attivo una ventina di romanzi), il film diretto da Robert Connolly vede Abby protagonista di una storia di formazione che la porterà da piccola (interpretata da Ariel Donoghue) appassionata di immersioni a giovane attivista (è Ilsa Fogg a prestare il volto alla Abby adolescente) al fianco della madre Dora, fino a diventare, da adulta (Mia Wasikowska), una biologa marina. È intenta a studiare la lenta e forse inesorabile distruzione della Grande Barriera Corallina, quando viene raggiunta dalla notizia che sua madre ha avuto un ictus. Se erano sfuggiti, dunque, i tanti articoli che negli anni passati sono stati dedicati allo sbiancamento dei coralli, le immagini iniziali di Blueback rappresentano un modo efficace per porre l’attenzione sull’ennesima tragedia ambientale che si sta consumando sul nostro bistrattato Pianeta. Perché, sì, quei coralli che da rossi si sono fatti bianchi e che la biologa Abby osserva nelle prime scene del film, non sono frutto di immaginazione: secondo un rapporto pubblicato dal governo australiano nel maggio 2022, infatti, circa il 91% dei coralli ha già subito uno sbiancamento a causa dello stress termico: si tratta del quarto evento di massa dal 2016 e il sesto che si verifica sulla Grande Barriera Corallina dal 1998, si legge in un articolo uscito sul Guardian.
Tra squali tigre, cernie e coralli sbiancati
Costretta a tornare a casa per stare vicino all’unico genitore che le è rimasto (il padre, pescatore di perle, è stato divorato da uno squalo tigre quando era bambina), Abby ripercorre i passaggi che l’hanno convinta a dedicare la sua vita allo studio della flora e della fauna marina, in un continuo rimando di flashback e anticipazioni che costituiscono la struttura portante del film. Una sceneggiatura debole e mai davvero coinvolgente viene compensata dalla bellezza delle riprese, sia costiere che sott’acqua, dove in una delle tante immersioni, la piccola protagonista incontra la grande cernia blu a cui darà il nome di Blueback. Difficile restare insensibili alla fotografia di Andrew Commis della Bremer Bay e delle località circostanti nella Great Southern, una delle nove regioni dell’Australia Occidentale dove è stato girato il lungometraggio, e alle immagini subacquee filmate dall’altro autore della fotografia, Rick Rifici: sequenze che rivelano un regno prezioso di pesci luccicanti, da preservare intatto a tutti i costi. È questo tratto di costa che Abby e sua madre hanno fatto di tutto per proteggere da un progetto edilizio che avrebbe messo a repentaglio l’intero habitat naturale.
Guarda il trailer di BlueBack
Un buco dove cadremo tutti
Non tutti, d’altronde, seguono la prima regola che Dora impartisce a sua figlia mentre vanno a raccogliere gasteropodi in fondo al mare: se ne prende uno su tre, di modo che ce ne saranno ancora per i figli dei suoi figli. I panorami mozzafiato e la natura contaminata da sempre fanno gola agli speculatori, nella realtà come nella finzione letteraria e cinematografica: quelli in Blueback, capeggiati dal torvo Costello (Erik Thomson) non saranno da meno.
«Stiamo facendo un grosso buco nel mondo e ci cadremo tutti dentro», tuona uno dei personaggi del film: monito non solo per l’Australia e la sua Barriera Corallina, ma per l’intero Pianeta che, come ricorda il film di Robert Connolly, dall’acqua ha trovato la sua origine e che sta ognuna e ognuno di noi difendere.
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Saperenetwork è...
- Antropologa sedotta dal giornalismo, dirige dal 2015 la rivista “Scenografia&Costume”. Giornalista freelance, scrive di cinema, teatro, arte, moda, ambiente. Ha svolto lavoro redazionale in società di comunicazione per diversi anni, occupandosi soprattutto di spettacolo e cultura, dopo aver studiato a lungo, anche recandosi sui set, storia e tecniche del cinema.
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