“Fungi: the Web of Life”. Ovvero, impariamo a sopravvivere cooperando
Il documentario di Joseph Nizeti e Gisela Kaufmann, è un percorso alla scoperta dei funghi, organismi affascinanti e nascosti, alla base della vita sulla Terra. Con la voce narrante di Björk e la guida del biologo Merlin Sheldrake. Proiettato al 27° festival Cinemambiente di Torino
Sorprendente e pluripremiato, Fungi: The Web of Life porta alla scoperta del «mondo misterioso che esiste nel mezzo e collega tutta la vita sulla Terra». Il documentario australiano del 2022 di Joseph Nizeti e Gisela Kaufmann, è stato proiettato a giugno nel corso 27° festival Cinemambiente di Torino. Con un approccio poetico ed immersivo, Fungi: The Web of Life porta alla scoperta di come gran parte della vita sulla Terra risulti connessa da una vasta rete nascosta: sono i funghi, diversi da flora e fauna, ma presenti pressoché ovunque.
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La voce magica di Björk e un biologo di nome Merlino
La voce narrante della grande cantante e attrice Björk alza un velo su come questi organismi, essenziali per l’equilibrio della biodiversità, creino, a partire dal sottosuolo nelle foreste, una vera e propria rete della vita attraverso il micelio, l’apparato vegetativo formato dall’intreccio dei filamenti, le cosiddette ife. Seguendo il noto biologo britannico Merlin Sheldrake si raggiunge l’antica foresta pluviale di Tarkine, in Tasmania, alla ricerca di un prezioso fungo blu. Questo paesaggio straordinario, quasi del tutto immutato rispetto all’epoca dei dinosauri, presenta alcuni degli organismi più grandiosi e strani mai scoperti, mostrati attraverso una cinematografia time-lapse.
Il viaggio porta poi nelle terre mistiche e selvagge dello Yunnan, in Cina, dove ci sono tracce che testimoniano la coltivazione dei funghi già duemila anni fa.
Potenzialità sorprendenti
Con milioni di altre specie da scoprire, i funghi testimoniano una lezione fondamentale: la capacità di sopravvivere attraverso la cooperazione. Non è un caso infatti che siano sopravvissuti a cinque estinzioni di massa ed è la ragione per cui gli scienziati li stanno studiando: potrebbero contribuire a risolvere alcuni tra i più gravi problemi ambientali che affliggono l’umanità. In particolare, il docufilm mostra le potenzialità di un loro utilizzo nell’ambito della ricerca medica. Non solo, si è visto che il micelio dei funghi è in grado di penetrare in un foglio di plastica, scomponendolo e digerendolo.
Digestori di plastica
I funghi sono quindi in grado di adattarsi in modo sorprendentemente veloce ai cambiamenti ambientali – la plastica è nata solo un secolo fa! – e dispongono dell’arsenale chimico per digerire una serie di materiali plastici. Per questo se si trovasse la specie che è in grado di scomporre la plastica in modo veramente efficiente, si potrebbe iniziarlo a farlo in modo esteso. E ancora, i funghi possono anche essere utilizzati come base per materiali sostituivi della plastica stessa.
Potenzialità su cui scienza e industria sono al lavoro.
Saperenetwork è...
- Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.
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