Ipbes, nuovo report: la biodiversità è una risorsa politica ed economica. Ma la stiamo sprecando

Secondo l'Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes) la biodiversità è in crisi perché valutata con la logica del mercato

Ipbes, nuovo report: la biodiversità è una risorsa politica ed economica. Ma la stiamo sprecando

Secondo il gruppo di scienziati ed esperti internazionali esistono molti metodi per valutare la natura. Continuare a farlo con una prospettiva di mercato oscura il suo vero valore e mette in crisi le economie mondiali

«Il modo in cui la natura viene valutata nelle decisioni politiche ed economiche è sia un fattore chiave della crisi globale della biodiversità che un’opportunità vitale per affrontarla». È così che si potrebbe sintetizzare, utilizzando una citazione chiave, l’ultimo Assessment report on the diverse values and valuation of nature  dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes). La valutazione metodologica durata 4 anni e condotta da 82 scienziati ed esperti di spicco di ogni regione del mondo è stata approvata dai rappresentanti dei 139 Stati membri dell’Ipbes e rileva che «esiste un’attenzione globale dominante per i profitti e la crescita economica a breve termine, escludendo spesso la considerazione di molteplici valori della natura nelle decisioni politiche».

 

Un insieme di foto di animali diversi, rappresentanti la biodiversità
Il modo in cui la natura viene valutata nelle decisioni politiche ed economiche è, secondo gli esperti Ipbes, un fattore chiave della crisi globale della biodiversità. Ma sarebbe anche un’opportunità vitale per affrontarla

 

Sempre nel rapporto, si legge: «Le decisioni economiche e politiche hanno privilegiato prevalentemente determinati valori della natura, in particolare valori strumentali della natura basati sul mercato, come quelli associati al cibo prodotto in modo intensivo. Sebbene spesso privilegiati nel processo decisionale, questi valori di mercato non riflettono adeguatamente il modo in cui i cambiamenti della natura influiscono sulla qualità della vita delle persone». E ancora:

«Il processo decisionale trascura i molti valori non di mercato associati ai contributi della natura alle persone, come la regolamentazione del clima e l’identità culturale».

Unai Pascual (Spagna/Svizzera), che ha co-presieduto l’Assessment insieme a Patricia Balvanera (Messico), Mike Christie (Regno Unito) e Brigitte Baptiste (Colombia), spiega: «Con oltre 50 metodi e approcci di valutazione, non mancano i modi e gli strumenti per rendere visibili i valori della natura. Solo il 2% degli oltre 1.000 studi esaminati consulta le parti interessate sui risultati della valutazione e solo l’1% degli studi ha coinvolto gli stakeholders in ogni fase del processo di valutazione della natura. Quello che scarseggia è l’utilizzo di metodi di valutazione per affrontare le asimmetrie di potere tra le parti interessate e per incorporare in modo trasparente i diversi valori della natura nel processo decisionale».

 

un uomo guarda un campo agricolo
Le decisioni economiche e politiche, si legge nell’ultimo rapporto Ipbes, hanno privilegiato in particolare valori strumentali della natura basati sul mercato. Ad esempio quelli associati al cibo prodotto in modo intensivo

 

Il nuovo Assessment Report Ipbes è un lavoro profondamente interdisciplinare che, basandosi su un’ampia revisione condotta da esperti in scienze sociali, economia e discipline umanistiche, valuta i valori su oltre 13.000 riferimenti, inclusi articoli scientifici e fonti di informazione provenienti dalla conoscenza indigena e locale. Inoltre, si basa direttamente sul 2019 Ipbes Global Assessment, che ha identificato il ruolo della crescita economica come un fattore chiave per la perdita di natura, con 1 milione di specie di piante e animali ora a rischio di estinzione. Per aiutare i responsabili politici a comprendere meglio i modi molto diversi in cui le persone concepiscono e apprezzano la natura, il rapporto fornisce una tipologia nuova e completa dei valori della natura che evidenzia

«Come diverse visioni del mondo e sistemi di conoscenza influenzino i modi in cui le persone interagiscono e apprezzano la natura».

 

 

 

 

 

Affinché questa tipologia sia utile al processo decisionale, gli autori del report presentano quattro prospettive generali: vivere da, con, dentro e come natura. Vivere dalla natura enfatizza la capacità della natura di fornire risorse per sostenere i mezzi di sussistenza, i bisogni e i desideri delle persone, come cibo e beni materiali:

«Vivere con la natura si concentra sulla vita “diversa da quella umana”, come il diritto intrinseco dei pesci in un fiume a prosperare indipendentemente dai bisogni umani. Vivere nella natura si riferisce all’importanza della natura come ambiente per il senso del luogo e dell’identità delle persone. Vivere come la natura vede il mondo naturale come una parte fisica, mentale e spirituale di sé stessi».

Il rapporto fa notare poi: «Negli ultimi quattro decenni, il numero di studi che valutano la natura è aumentato in media di oltre il 10% all’anno. L’obiettivo più importante dei recenti studi di valutazione (2010-2020) è stato il miglioramento della condizione della natura (65% degli studi di valutazione esaminati) e il miglioramento della qualità della vita delle persone (31%), con solo il 4% concentrato sul miglioramento delle problematiche relative a giustizia sociale. Il 74% degli studi valutativi si è concentrato sui valori strumentali, il 20% sui valori intrinseci e solo il 6% sui valori relazionali».

 

 

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Anastasia Verrelli
Nata e cresciuta nella meravigliosa Ciociaria, sin da piccola sviluppa un amore smodato verso l'ambiente e il territorio. Durante gli anni di studi si avvicina sempre più al mondo del giornalismo, in particolare al giornalismo ambientale e culturale. Durante l'esperienza universitaria nel Dipartimento di Lettere dell'Università di Cassino contribuisce a far nascere la rivista Cassinogreen, oggi associazione con lo scopo principale di far avvicinare i giovani universitari e non solo al mondo green, di cui oggi è vicepresidente. Ha organizzato diversi webinar e seminari ospitando importanti esperti del settore. Nel 2020 inizia a collaborare come addetto stampa per l'ente territoriale del Gal Versante Laziale del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Laureanda magistrale in lettere moderne e studentessa di un master in Digital Communication, spera di migliorare le sue capacità comunicative per trasmettere ai suoi lettori lo stesso interesse per la sostenibilità.

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