L’Oasi di Ermenegildo Zegna, imprenditore e mecenate ambientale
Innovazione, promozione della “filosofia verde” e cura della bellezza dei territori. La storia del Lanificio biellese e del suo fondatore che in un territorio brullo immaginò un polmone verde
La storia della moda italiana coincide spesso con quella di imprenditori visionari, che hanno saputo aggiungere al fiuto per gli affari messaggi di eleganza senza tempo. È il caso di Ermenegildo Zegna, pimenotese, fondatore dell’omonima casa di moda nel 1910. Zegna fu anche un grande esempio di mecenatismo ambientale, che aggiunse alla vocazione sociale un approccio responsabile nella tutela dell’ambiente, dando il via a un attento lavoro di riforestazione della montagna intorno a Trivero, nel biellese.
Dal pensiero verde alla nascita dell’Oasi Zegna
Per il Gruppo Zegna la SP 232 è diventata un simbolo che lega il passato al futuro.
Percorrere la Panoramica permette di avere un colpo d’occhio sull’Oasi e sulle sue peculiarità: dai panorami sulla Pianura Padana a quelli sull’Alta Valsessera fino al Monte Rosa, dal Santuario di San Bernardo che fa capolino sul Monte Rubello alla Conca dei rododendri che, su progetto dell’architetto Pietro Porcinai in seguito ampliato da Paolo Pejrone, in primavera regala fioriture strepitose.
L’Oasi può essere esplorata attraverso i numerosi sentieri per trekking e per mountain bike. Tra le camminate più note quella nel Bosco del Sorriso, lungo un percorso progettato dall’esperto di bioenergetica Marco Nieri e che parte dal Bocchetto Sessera, a circa metà della Panoramica Zegna (il bocchetto era un antico valico utilizzato dai pastori). Oppure nella Foresta del Silenzio, dove si può sperimentare il forest bathing, pratica nata in Giappone e diffusasi in tutto il mondo. Tra queste montagne, dove passa la Linea Insubrica, una discontinuità tettonica nella crosta terrestre che separa geologicamente la catena principale delle Alpi dalle Alpi calcaree meridionali, nel Medioevo si rifugiò Fra Dolcino, eretico o riformatore a seconda dei punti di vista, che qui combatté l’ultima battaglia prima di essere catturato e condannato al rogo. Di Fra Dolcino parla la Divina Commedia di Dante Alighieri: il Sommo Poeta non lo incontra all’Inferno, perché il suo viaggio è ambientato nel 1300 ed il predicatore a quell’epoca era ancora vivo, ma gliene viene preannunciato, come profezia, il futuro arrivo.
Ermenegildo Zegna: imprenditore e mecenate
Per scoprirne la storia e vedere come si proietta nel futuro, si può visitare Casa Zegna, centro culturale ed espositivo aperto nel 2003 all’interno del Lanificio, in una palazzina anni Trenta, parte della casa di famiglia. Casa Zegna, che è anche sede dell’archivio storico, è aperta da metà maggio a metà novembre. «Sorprende come, in quell’epoca, nel suo stato di famiglia e nella sua giovane età, Ermenegildo potesse avere una visione e un’ambizione così elevate. Allora le informazioni non circolavano con la facilità di oggi, non sappiamo chi potesse avergli dato ispirazione. Eppure, da subito, mio nonno decise di fare tessuti, credendo nel suo nome, credendo in una produzione italiana e con l’obiettivo di farli diventare i tessuti migliori al mondo. Quando morì, malato già da alcuni anni, io ne avevo solo dieci. Benché a noi nipoti sia mancata la cinghia di trasmissione diretta con lui, abbiamo sempre saputo che aveva testa e cuore pazzeschi». A parlare è Paolo Zegna, uno dei nipoti del fondatore.
«Il nonno era animato dal pensiero che se vuoi fare il bello, devi farlo in un ambiente bello, per questo ha trasformato un territorio povero e brullo in un polmone verde. Oggi, come famiglia Zegna portiamo avanti il suo messaggio».
Zegna Forest: un progetto per guardare al futuro
La Fondazione BIellezza
«Vorremmo formare una nuova generazione all’attenzione all’ambiente, che sia orgogliosa di appartenere a questa terra e che ne riscopra la montagna. Per questo, molti dei progetti previsti quest’anno dalla Fondazione BIellezza riguarderanno proprio i più giovani. Saranno loro a cambiare il Biellese».
Un’idea che Ermenegildo avrebbe certamente apprezzato. Quasi un secolo fa, per primo portò in montagna i piccoli biellesi, affinché vedessero come si faceva il formaggio e come si viveva nelle valli. Zegna era ben conscio che si può guardare lontano solo se le radici sono ben salde. Per questo la coccarda innalzata sulla ciminiera del Lanificio ancora oggi è orientata verso la tomba del fondatore, che riposa in un piccolo cimitero sulla montagna che affaccia su Trivero.
Saperenetwork è...
- Giornalista e cacciatrice di storie, ho fatto delle mie passioni il mio mestiere. Scrivo da sempre, fin da quando, appena diciassettenne, un mattino telefonai alla redazione de Il Monferrato e chiesi di parlare con l'allora direttore Marco Giorcelli per propormi nelle vesti di apprendista reporter. Lì è nata una scintilla che mi ha accompagnato durante l'università, mentre frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, e negli anni successivi, fino a quando ho deciso di farne un lavoro a tempo pieno. La curiosità è la mia bussola ed oggi punta sui nuovi processi di comunicazione. Responsabile dell'ufficio stampa di una prestigiosa orchestra torinese, l'OFT, scrivo come freelance per alcune testate, tra cui La Stampa.
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