Ombre sulle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Intervista a Luigi Casanova

Luigi Casanova, già Custode forestale nelle Valli di Fiemme e Fassa, è una voce storica dell’ambientalismo (Foto:YouTube)

Ombre sulle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Intervista a Luigi Casanova

La pista da bob, la speculazione e gli sprechi, i ritardi, la variazione dei costi. E poi, l’abbattimento di larici secolari e lo sconvolgimento urbanistico di parte della città. L’autore di “Ombre sulla neve”, libro sulle vicende dei giochi olimpici invernali, membro del Comitato Internazionale per la protezione delle Alpi, ci spiega cosa sta succedendo

La scena è stata commovente e triste: il 21 febbraio scorso il famoso violoncellista Mario Brunello è salito a piedi nella località Ronco di Cortina d’Ampezzo tra centinaia di larici secolari abbattuti alle radici. Brunello ha suonato da solo la morte del cigno per far sapere che quello scempio, così lo ha chiamato, è stato fatto per far posto alla pista da bob per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Pista da bob che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, poche settime prima, aveva dichiarato ufficialmente che non si sarebbe fatta.

La pista invece, in tempi strettissimi, si farà. È questo il più recente capitolo di una vicenda su cui pochissimi media parlano e raccontano a livello nazionale.

Per capire cosa è successo e stia succedendo abbiamo intervistato Luigi Casanova, autore di Ombre sulla Neve, un Libro Bianco uscito per Altraeconomia nel novembre del 2022 proprio sulle vicende preparatorie di queste Olimpiadi. “Per il rispetto della montagna contro cemento, speculazione e sprechi” è scritto sulla copertina. Casanova, bellunese di nascita, è Custode forestale e vive a Moena con la moglie. È stato sindacalista della Cgil, scrittore, oggi è presidente onorario di Mountain Wilderness, è ai massimi vertici di Cipra, il Comitato Internazionale per la protezione delle Alpi, e vicepresidente di Italia Nostra Trentino.

 

Guarda il video della presentazione di “Ombre sulla neve”

 

“Ombre sulla neve” ci offre un quadro molto accurato su tutto quello che è successo dal 2019 fino all’uscita del libro. Ma alla luce di quello che sta accadendo non sarebbe necessario un nuovo libro bianco?

Certo, almeno un aggiornamento: il lavori sono in ritardo, si prosegue grazie a una sommatoria di emergenze, nuovi progetti, variazione dei costi, di appalti. Al momento sarebbe meglio che i media lavorassero intensamente per approfondire quanto sta succedendo.

Partiamo dall’inizio: l’Italia si candidò per queste Olimpiadi presentando un dossier di 127 pagine, l’11 gennaio 2019. E che successe?

L’Italia vinse la candidatura a Losanna contro la Svezia, tutte le altre nazioni si erano ritirate perché i referendum nazionali avevano dato parere negativo. Anche il consiglio comunale di Stoccolma era contrario all’evento, figuriamoci con che entusiasmo gli svedesi parteciparono alla competizione. L’Italia, era giugno 2019, fu prescelta anche se era stata bocciata nelle precedenti candidature. Il dossier presentato a Losanna dalla delegazione italiana in 127 pagine ripeteva per 97 volte la parola sostenibilità e affermava che il progetto olimpico sarebbe servito a invertire la tendenza allo spopolamento delle montagne interessate.

È vero che all’inizio il Presidente del Coni dichiarò ufficialmente che le Olimpiadi sarebbero state realizzate a costo zero e completamente sostenibili?

Ma non era solo Malagò a enfatizzare il costo zero. Anche i ministri di allora, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti, dichiararono che Roma non avrebbe versato un euro. Il Presidente del Coni lo sostiene anche ora: artificiosamente tiene distinto il ruolo della Fondazione Milano Cortina 2026 di cui è Presidente dalle Infrastrutture Milano Cortina 2026. Tutte le opere vengono realizzate da quest’ultima società pubblica che ha 3,6 miliardi di euro versati dallo Stato. Assommando i fondi di Comuni, Province e Regioni, fondi Pnrr è difficile districarsi da una contabilità inserita in una situazione priva di trasparenza e ricca di omertà. A oggi la spesa complessiva delle opere con riferimento olimpico 2026 supera i 6 miliardi di euro.

 

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò (Foto: Wikipedia)
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò (Foto: Wikipedia)

 

Ma ci sono altre cose poco chiare?

Ancora oggi il Presidente del Coni sostiene che il 92% delle opere sono attive ma necessitano solo riqualificazioni per recuperare le richieste anche tecniche dello svolgimento di gare olimpiche. Ma questo non è assolutamente vero.

Parliamo della pista di Bob, che sta succedendo?

Intanto la pista doveva subire qualche ritocco (era chiusa dal 2008 per gli eccessivi costi di gestione e per gravi incidenti). Sempre nel dossier era scritto che doveva costare 47 milioni di euro, passati poi a 61, con Draghi si saliva a 85 milioni (Dpcm del 26.092022) e ora con il Dpcm Meloni dell’08.09.2023 siamo arrivati a 128 milioni. Poi è stata demolita la pista (c’è un’indagine della Procura di Belluno per mancato rispetto di tutela storico culturale della Soprintendenza Veneto). Il bello è che in Italia i tesserati per le tre specialità di scivolamento (bob, slittino e skeleton) in tutto sono 59 atleti attivi.

Poi però nessuno ha partecipato alle gare d’appalto per costruire la pista. E poi?

Il Cio, il Comitato olimpico internazionale, ha ribadito al Governo, al Coni e alla Fondazione Milano Cortina che le gare di scivolamento si devono fare in località che già dispongono dell’impianto in regola, e quindi all’estero. E invece no. Si fa la pista e si tagliano per prima cosa i larici secolari. Se lasciamo da parte la vicenda paradossale e comica del Bob, una storia tra Totò e Alberto Sordi, ci sono cose di cui nessuno parla.

E cioè?

Lo stravolgimento delle nostre montagne. Sono previsti nuovi collegamenti sciistici di alta quota in project financing: Cortina-Badia, Cortina-Arabba, Cortina-Civetta. Se realmente venissero realizzati mi domando come le Dolomiti potrebbero rimanere Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco? La Regione Lombardia intanto progetta il collegamento Ponte di Legno-Bormio e poi Bormio-Livigno. con l’attraversamento del Parco Nazionale dello Stelvio. In piena crisi climatica si potenziano con ingenti fondi pubbiici le aree sciabili perfino in aree protette di Rete Natura 2000. Non parliamo poi di strade: sono previste circonvallazioni, rotatorie, bretelle in Alto Adige, Veneto, Trentino e Lombardia perché pezzi di Olimpiadi si terranno in tutte queste regioni.

Spese previste 3 miliardi di euro ma per il potenziamento delle linee ferroviarie: 400 milioni di euro. Siamo tornati indietro agli anni 60: cemento, cemento, cemento.

 

Quindi le Olimpiadi Milano-Cortina sono uno specchietto per allodole?

Infatti. Anterselva: il centro Biathlon doveva costare 2 milioni di euro e siamo già a 41. I trampolini di salto di Predazzo da pochi milioni di restauro anche questi a 41 milioni di euro. C’è il villaggio olimpico ancora a Predazzo, non previsto nel dossier di candidatura e che sarà invece costruito nell’alveo alluvionale dei torrenti Avisio e Travignolo. Ma non se ne deve parlare: 41 milioni di euro. Lo stadio di pattinaggio di velocità di Baselga di Pinè del costo di oltre 70 milioni di euro è stato cassato dal CIO nell’ottobre del 2022. A titolo di risarcimento Baselga riceverà 50 milioni di euro ma le gare verranno trasferite a Milano.

 

"I 5 cerchi di larice" di Fabrizio Carbone
“I 5 cerchi di larice” di Fabrizio Carbone

 

Allora parliamo di Milano…

Da queste Olimpiadi Milano subirà uno sconvolgimento urbanistico che era già iniziato con l’Expo 2015: l’area dello Scalo Romano delle ferrovie, l’area di San Siro, i palazzi del ghiaccio, il villaggio olimpico che poi diventerà uno “studentato di lusso”, sono opere gestite da grandi società private e da interessi immobiliari che cacceranno definitivamente il ceto medio dal centro.

Svanito il costo zero è possibile oggi una valutazione complessiva del costo di questo olimpiadi?

Sicuramente i 6 miliardi di cui ho già parlato saranno superati, ma la contabilità reale risulterà impossibile almeno fino al 2030. Il fatto grave è che ci è stato impedito di misurare la tanto decantata sostenibilità.

In che modo?

Nel dossier iniziale veniva affermato che il progetto olimpico complessivo, cioè tutte le opere, sarebbero state valutate da una Vas (Valutazione ambientale strategica imposta dalle direttive dell’UE e dalla legge del 2006). Ebbene la Vas non si farà alla faccia delle direttive e della legge. Sostenibilità quindi pari a zero a meno che non si misuri con le posate di legno del prima e dopo gare e con qualche migliaio di essenze piantate in chissà quale luogo.

 

 

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Saperenetwork è...

Fabrizio Carbone
Fabrizio Carbone
Giornalista professionista dal 1970, ha lavorato alla redazione romana de "Il Resto del Carlino" dal 1968 al 1972 (nel 1972 da New York), dal 1973 alla redazione romana de "La Stampa" fino al 1978 e alla redazione romana di "Panorama" dal novembre 1978 fino al 2002. All'inizio della sua attività si è interessato soprattutto di attualità, cronaca nera e giudiziaria. Dopo aver seguito inchieste giudiziarie, scandali politici e trame eversive (fino al rapimento e all'uccisione di Aldo Moro) ha riversato il suo interesse, negli ultimi vent'anni di attività, per lo più sulle tematiche legate alla cultura, all'ambiente e alla protezione della natura. Per la casa editrice Iperborea ha scritto le introduzioni dei primi cinque libri di Arto Paasilinna pubblicati in Italia. A partire dalla metà degli anni ottanta ha prodotto e diretto, insieme a Riccardo Truffarelli (gruppo 6 aprile, Perugia) numerosi documentari in Amazzonia, Costa Rica, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Italia per i programmi culturali della Rai3, tra cui Geo, Geo&Geo, il Viaggiatore. Ha diretto 6 speciali, tra il 2004 e il 2007, per la trasmissione Stella del Sud (Rai 1) in Etiopia, Tanzania, Amazzonia, Groenlandia, Norvegia, Mauritania. Dipinge da oltre 50 anni. La ricerca pittorica, olio su tela e acquerello su carta, spazia tra l'astrattismo naturalistico e il verismo che si rifà alla wildlife art anglosassone: dipingere dal vero animali e ambienti. Ha esposto ed espone in mostre collettive e personali in Italia e all'estero. È socio onorario dell'Aipan (associazione italiana per l'arte naturalistica) ed è tra i fondatori del progetto Ars et Natura, insieme ad un gruppo di artisti fra cui Concetta Flore, Federico Gemma, Graziano Ottaviani e Marco Preziosi, Stefano maugeri e Ale Troisi. Coinvolto da sempre nella protezione e nella conservazione della natura è stato tra i soci fondatori del Wwf Italia, consigliere nazionale della stessa associazione, nel 2002, ma anche, nei primi anni ottanta, di Legambiente e Lipu. È direttore responsabile di Greenpeace News. È stato insignito dal Presidente della Repubblica finlandese, signora Tarja Halonen, dell'ordine di Cavaliere della Rosa Bianca di Finlandia. Vive tra Roma e Kuusamo, Finlandia del Nordest.

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